Cultura della fabbrica e cultura dell’educazione
L’esperienza delle scuole montessoriane alla Falck
Attenzione dell’impresa verso le persone. Welfare d’impresa, si dice oggi. Comunque cura del benessere di chi, in fabbrica e negli uffici, lavora. Condizione non certo comune a tutte le realtà, ma sufficientemente diffusa per trovarne traccia in una serie di esempi di non poco conto. Casi che devono essere ricordati come quello delle Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck di Sesto San Giovanni che tra il 1952 e il 1993 promossero l’applicazione della pedagogia montessoriana nelle scuole destinate ai figli dei propri dipendenti.
Di quest’esperienza scrive Irene Pozzi (dell’Università di Bologna) nella sua “L’applicazione della pedagogia montessoriana nelle scuole delle Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck (1952-1993)” pubblicato recentemente su Nuova Secondaria.
L’articolo ricostruisce, a partire da fonti inedite aziendali (pubblicazioni e documenti d’archivio), le caratteristiche delle iniziative educative messe in pratica in Falck e che poterono svilupparsi grazie al sodalizio tra Maly Falck, consorte dell’allora presidente dell’azienda Giovanni Falck, e Giuliana Sorge, nota allieva diretta di Maria Montessori. Le scuole montessoriane Falck si configurarono da un lato come un esperimento educativo aziendale estremamente significativo, dall’altro come un centro importante del montessorismo del secondo dopoguerra.
La ricerca ha quindi il tratto dell’analisi pedagogica da un lato, ma anche quello di approfondimento storico e di cultura d’impresa. L’indagine di Irene Pozzi inizia con il mettere a fuoco l’impostazione educativa dell’iniziativa e la sua origine storica, per passare poi alla crescita e al consolidamento della stessa negli Sessanta fino all’epilogo con la crisi della siderurgia e la chiusura delle scuole determinata dalla diminuzione della “popolazione scolastica” ma anche dalla crisi dell’acciaio.
La narrazione di Irene Pozzi – perché di narrazione si tratta per il linguaggio adoperato – conduce chi legge a conoscere un’esperienza importante espressione di una cultura d’impresa la cui memoria non deve andare perduta.
Irene Pozzi
Nuova Secondaria – n. 2, ottobre 2025 – anno XLIII
L’esperienza delle scuole montessoriane alla Falck
Attenzione dell’impresa verso le persone. Welfare d’impresa, si dice oggi. Comunque cura del benessere di chi, in fabbrica e negli uffici, lavora. Condizione non certo comune a tutte le realtà, ma sufficientemente diffusa per trovarne traccia in una serie di esempi di non poco conto. Casi che devono essere ricordati come quello delle Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck di Sesto San Giovanni che tra il 1952 e il 1993 promossero l’applicazione della pedagogia montessoriana nelle scuole destinate ai figli dei propri dipendenti.
Di quest’esperienza scrive Irene Pozzi (dell’Università di Bologna) nella sua “L’applicazione della pedagogia montessoriana nelle scuole delle Acciaierie e Ferriere Lombarde Falck (1952-1993)” pubblicato recentemente su Nuova Secondaria.
L’articolo ricostruisce, a partire da fonti inedite aziendali (pubblicazioni e documenti d’archivio), le caratteristiche delle iniziative educative messe in pratica in Falck e che poterono svilupparsi grazie al sodalizio tra Maly Falck, consorte dell’allora presidente dell’azienda Giovanni Falck, e Giuliana Sorge, nota allieva diretta di Maria Montessori. Le scuole montessoriane Falck si configurarono da un lato come un esperimento educativo aziendale estremamente significativo, dall’altro come un centro importante del montessorismo del secondo dopoguerra.
La ricerca ha quindi il tratto dell’analisi pedagogica da un lato, ma anche quello di approfondimento storico e di cultura d’impresa. L’indagine di Irene Pozzi inizia con il mettere a fuoco l’impostazione educativa dell’iniziativa e la sua origine storica, per passare poi alla crescita e al consolidamento della stessa negli Sessanta fino all’epilogo con la crisi della siderurgia e la chiusura delle scuole determinata dalla diminuzione della “popolazione scolastica” ma anche dalla crisi dell’acciaio.
La narrazione di Irene Pozzi – perché di narrazione si tratta per il linguaggio adoperato – conduce chi legge a conoscere un’esperienza importante espressione di una cultura d’impresa la cui memoria non deve andare perduta.
Irene Pozzi
Nuova Secondaria – n. 2, ottobre 2025 – anno XLIII