Cosa accade quando un’industria chiude
Le conseguenze sull’economia locale del fallimento di un grande stabilimento
Quando chiude un’impresa si perde un pezzo di storia umana, si tarpano le ali allo sviluppo: in qualche modo si torna indietro. È l’esperienza a dirlo, anche se non mancano casi di rinascita e rilancio. Ma il percorso è sempre tortuoso e faticoso, denso di incognite. Analizzare alcuni dei casi più emblematici è importante. E lo ha fatto Francesco David, economista della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia sede di Palermo, con il suo Occasional Paper “Gli effetti della chiusura di un grande stabilimento industriale sull’economia locale” riferito al caso della chiusura dello stabilimento FIAT di Termini Imerese in Sicilia.
David parte da assunto: la presenza di grandi stabilimenti industriali porta benefici alle economie locali, ma può tradursi in un’eccessiva dipendenza dei territori dalle scelte di singoli operatori, soprattutto quando in essi si concentra una rilevante quota di occupati. La dimostrazione è proprio nel caso di Termini Imerese. Il lavoro analizza quindi le conseguenze socio-economiche della chiusura nel 2011 dello stabilimento FIAT che occupava il 43% degli addetti industriali dell’omonimo sistema locale del lavoro.
La ricerca, dopo aver inquadrato l’argomento e sintetizzato la storia dello stabilimento dalla sua creazione, approfondisce con metodi statistici l’impatto sull’occupazione e sul territorio della chiusura dell’impianto. L’autore dimostra che a Termini Imerese a seguito della chiusura, l’occupazione è calata in misura consistente rispetto a uno scenario di prosecuzione dell’attività (1.500 occupati), con una diminuzione del tasso di occupazione stimabile in 3,9 punti percentuali alla fine del 2021. L’impatto ha riguardato soprattutto l’occupazione diretta, con effetti limitati sull’indotto, ma ha avuto anche altri seguiti: un calo demografico, una riduzione del reddito locale e una diminuzione dei valori immobiliari.
Francesco David fa così emergere, anche in termini quantitativi, il “peso” importante della buona gestione d’impresa, i suoi riflessi sul territorio che vanno ben al di là della semplice economia, le conseguenze di politiche industriali non sempre attente e di una cultura del produrre che deve farsi ogni giorno di più attenta ad una molteplicità di fattori.
Gli effetti della chiusura di un grande stabilimento industriale sull’economia locale
Francesco David
Banca d’Italia, Questioni di economia e finanza (Occasional Papaers), n. 952, luglio 2025
Le conseguenze sull’economia locale del fallimento di un grande stabilimento
Quando chiude un’impresa si perde un pezzo di storia umana, si tarpano le ali allo sviluppo: in qualche modo si torna indietro. È l’esperienza a dirlo, anche se non mancano casi di rinascita e rilancio. Ma il percorso è sempre tortuoso e faticoso, denso di incognite. Analizzare alcuni dei casi più emblematici è importante. E lo ha fatto Francesco David, economista della Divisione Analisi e ricerca economica territoriale della Banca d’Italia sede di Palermo, con il suo Occasional Paper “Gli effetti della chiusura di un grande stabilimento industriale sull’economia locale” riferito al caso della chiusura dello stabilimento FIAT di Termini Imerese in Sicilia.
David parte da assunto: la presenza di grandi stabilimenti industriali porta benefici alle economie locali, ma può tradursi in un’eccessiva dipendenza dei territori dalle scelte di singoli operatori, soprattutto quando in essi si concentra una rilevante quota di occupati. La dimostrazione è proprio nel caso di Termini Imerese. Il lavoro analizza quindi le conseguenze socio-economiche della chiusura nel 2011 dello stabilimento FIAT che occupava il 43% degli addetti industriali dell’omonimo sistema locale del lavoro.
La ricerca, dopo aver inquadrato l’argomento e sintetizzato la storia dello stabilimento dalla sua creazione, approfondisce con metodi statistici l’impatto sull’occupazione e sul territorio della chiusura dell’impianto. L’autore dimostra che a Termini Imerese a seguito della chiusura, l’occupazione è calata in misura consistente rispetto a uno scenario di prosecuzione dell’attività (1.500 occupati), con una diminuzione del tasso di occupazione stimabile in 3,9 punti percentuali alla fine del 2021. L’impatto ha riguardato soprattutto l’occupazione diretta, con effetti limitati sull’indotto, ma ha avuto anche altri seguiti: un calo demografico, una riduzione del reddito locale e una diminuzione dei valori immobiliari.
Francesco David fa così emergere, anche in termini quantitativi, il “peso” importante della buona gestione d’impresa, i suoi riflessi sul territorio che vanno ben al di là della semplice economia, le conseguenze di politiche industriali non sempre attente e di una cultura del produrre che deve farsi ogni giorno di più attenta ad una molteplicità di fattori.
Gli effetti della chiusura di un grande stabilimento industriale sull’economia locale
Francesco David
Banca d’Italia, Questioni di economia e finanza (Occasional Papaers), n. 952, luglio 2025