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Intelligenza Artificiale da comprendere, regolare e diffondere

Uno studio recente sintetizza con efficacia lo stato dell’arte dell’IA in Italia

Intelligenza Artificiale come strumento da governare e, prima ancora, da comprendere. Strumento di competitività, certamente, e di straordinaria potenzialità, l’IA può rappresentare un elemento di forte accelerazione anche per l’economia e le imprese italiane. È attorno a queste considerazioni che hanno ragionato Raffaella Girone, Francesco Scalera e Eusebio De Marco (dell’Università di Bari), con il loro recente studio “AI: Possible Developments and Ethical Implications in the Global market” pubblicato dall’International Journal of Business Management and Economic Research.

Girone, Scalera e De Marco hanno cercato – riuscendoci – di fissare i tratti essenziali dell’Intelligenza Artificiale sia dal punto di vista delle potenzialità e delle caratteristiche, sia per quanto riguarda le possibili strade per la sua diffusione all’interno dell’economia italiana e della società italiane.

Questione di comprensione, dunque, e quindi di uso e di regole. Le conclusioni del gruppo di ricerca sono piuttosto chiare: serve percorrere sentieri di diffusione diversificati e contemporanei. In primo luogo, è necessario accelerare la crescita del “quoziente tecnologico” della nuova forza lavoro attraverso il corretto orientamento delle nuove generazioni, aumentando il loro livello di consapevolezza degli impatti che l’intelligenza artificiale generativa avrà sul mondo del lavoro negli anni a venire. Una simile formazione e consapevolezza deve essere diffusa anche nella forza lavoro attuale. Più in generale, ed è il terzo percorso, è necessario diffondere una cultura aziendale incentrata sull’innovazione basata sull’IA, che includa i dipendenti nei processi decisionali non solo informandoli, ma coinvolgendoli nel cambiamento tecnologico.  In quarto luogo, è necessario accelerare la digitalizzazione delle imprese, con particolare attenzione alle piccole e medie, con il supporto finanziario del governo.

Percorso a tappe e ad ostacoli, quindi, quello che Girone, Scalera e De Marco propongono nella loro ricerca: un cammino che, necessariamente, inizia e continua sulla base di un cambiamento culturale prima che tecnologico.

 

AI: Possible Developments and Ethical Implications in the Global market

Raffaella Girone, Francesco Scalera e Eusebio De Marco

International Journal of Business Management and Economic Research (IJBMER), Vol 15(5),2024, 2522-2528

Uno studio recente sintetizza con efficacia lo stato dell’arte dell’IA in Italia

Intelligenza Artificiale come strumento da governare e, prima ancora, da comprendere. Strumento di competitività, certamente, e di straordinaria potenzialità, l’IA può rappresentare un elemento di forte accelerazione anche per l’economia e le imprese italiane. È attorno a queste considerazioni che hanno ragionato Raffaella Girone, Francesco Scalera e Eusebio De Marco (dell’Università di Bari), con il loro recente studio “AI: Possible Developments and Ethical Implications in the Global market” pubblicato dall’International Journal of Business Management and Economic Research.

Girone, Scalera e De Marco hanno cercato – riuscendoci – di fissare i tratti essenziali dell’Intelligenza Artificiale sia dal punto di vista delle potenzialità e delle caratteristiche, sia per quanto riguarda le possibili strade per la sua diffusione all’interno dell’economia italiana e della società italiane.

Questione di comprensione, dunque, e quindi di uso e di regole. Le conclusioni del gruppo di ricerca sono piuttosto chiare: serve percorrere sentieri di diffusione diversificati e contemporanei. In primo luogo, è necessario accelerare la crescita del “quoziente tecnologico” della nuova forza lavoro attraverso il corretto orientamento delle nuove generazioni, aumentando il loro livello di consapevolezza degli impatti che l’intelligenza artificiale generativa avrà sul mondo del lavoro negli anni a venire. Una simile formazione e consapevolezza deve essere diffusa anche nella forza lavoro attuale. Più in generale, ed è il terzo percorso, è necessario diffondere una cultura aziendale incentrata sull’innovazione basata sull’IA, che includa i dipendenti nei processi decisionali non solo informandoli, ma coinvolgendoli nel cambiamento tecnologico.  In quarto luogo, è necessario accelerare la digitalizzazione delle imprese, con particolare attenzione alle piccole e medie, con il supporto finanziario del governo.

Percorso a tappe e ad ostacoli, quindi, quello che Girone, Scalera e De Marco propongono nella loro ricerca: un cammino che, necessariamente, inizia e continua sulla base di un cambiamento culturale prima che tecnologico.

 

AI: Possible Developments and Ethical Implications in the Global market

Raffaella Girone, Francesco Scalera e Eusebio De Marco

International Journal of Business Management and Economic Research (IJBMER), Vol 15(5),2024, 2522-2528

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