

Botteghe di Tokyo
È il Giappone delle vecchie botteghe, dei piccoli chioschetti, dei negozi a conduzione familiare quello che Mateusz Urbanowicz, un artista polacco che vive a Tokyo da diversi anni, è riuscito a mettere su carta. Da Roppongi a Shibuya, Tokyo è ancora capace di regalare a chi osserva il suo volto più antico e tradizionale, quello a cui molti dei suoi abitanti non presta più attenzione offuscati come sono dalla maestosità e modernità di grattacieli e neon scintillanti.
In “Botteghe di Tokyo”, l’autore completa una serie di quaranta nuove botteghe iniziata con “Notti di Tokyo”, esplorandone le varianti architettoniche. Macellerie, cantine, caffetterie: sono sempre lì, ognuna con i propri dettagli, i suoi particolari, i suoi colori e le sue curiosità. L’albo è suddiviso in cinque quartieri (Sendagi-Jinbocho, Akihabara-NIhonbashi, Asakusa-Kita Senju, Akabane-Shinagawa, Chuo-Line) e, per ognuna, l’autore ha voluto specificare nome, anno di costruzione, tipologia di negozio, indirizzo e caratteristiche. Le botteghe scelte per il progetto sono quasi tutte molto antiche, costruite durante l’era Showa, tra il 1926 e 1989: locali retrò molto noti, botteghe sconosciute, simboli di quotidianità cittadinaò. Alcune sono già state demolite, chiuse o prossime a sparire. Molte, invece, sono oggi abitazioni private.
Disegnandole, Urbanowicz spera di dare loro nuova vita, nuova luce, e di incuriosire coloro che, passeggiando, non si soffermano ad apprezzarne la storia e la bellezza. Nella speranza che gli sguardi meno accorti possano posarsi su luoghi nascosti dalla frenesia della città giapponese.
Botteghe di Tokyo
di Mateusz Urbanowicz,
L'Ippocampo, 2021