

Ho sognato la cioccolata per anni
È il romanzo autobiografico sulla tragedia dell’Olocausto trai più letti nelle scuole, scritto da Trudi Birger con l’aiuto di Jeffrey M. Green, suo editore, pubblicato nel 1992, tradotto in tutto il mondo e vincitore in Italia del Premio Andersen 2005 - categoria oltre i 12 anni.
Lo recensiamo in occasione del Giorno della Memoria, perché si tratta di una testimonianza di grande impatto emotivo, la storia vera di una ragazzina, raccontata in prima persona con un linguaggio molto semplice, che parla dritto al cuore.
Trudi viene strappata alla sua quotidianità nella Francoforte benestante dei “the danzanti” e si ritrova rinchiusa nel ghetto di Kosvo e poi deportata all’età di sedici anni con la mamma nel campo di concentramento di Stutthof. Per cinque anni vive gli orrori del campo di sterminio – la fame, il freddo, le umiliazioni, la spietatezza disumana dei soldati, la disperazione – scampando alla morte sulla porta di un forno crematorio. Ma in questa tragedia c’è una forza superiore che impedisce a Trudi di disperare: è il legame con la madre, intenso e profondo. Nonostante l’inferno in cui è immersa, Trudi non smette di sperare, di desiderare, di pensare che la vita sia ancora possibile, che ci sia ancora un futuro per lei. Non smette nemmeno di sognare, quelle tazze fumanti di cioccolata che hanno scaldato e coccolato la sua infanzia tornano la notte nel lager facendole riassaporare il calore della sua famiglia. Ed è proprio grazie alla tenacia e ai valori delle sue origini che Trudi si salva. La storia continua fuori dal libro: Trudi Birger, sopravvissuta agli orrori della Shoah, alla fine della Seconda guerra mondiale si trasferisce a Gerusalemme dove, insieme alla sua numerosa famiglia, si dedica ai bambini più poveri, di qualunque etnia e religione, fino alla sua morte, nel 2002.
Età di lettura: dagli 11 anni
Ho sognato la cioccolata per anni
Trudi Birger
Pickwick, 2013