I cinque canti di Palermo
“Risultava incredibile che quel piccolo paradiso notturno si trovasse nella stessa città, nella stessa nazione, nello stesso emisfero dove un gruppo di assassini aveva premuto un telecomando dodici ore prima, facendo scempio di uomini, cose, speranze”. Palermo, luglio 1983. La luna, lo sciabordio dell’acqua, una ragazza bellissima da scoprire, l’inizio d’una storia di intensi sentimenti e passioni. Palermo, città mattatoio, durante gli anni della guerra di mafia, con i suoi mille morti. Palermo, in cui si cercano con frenesia storie d’amore per non soccombere alla violenza e al lutto. C’è tutto questo, e molto di più, nelle pagine de “I cinque canti di Palermo” di Giuseppe Di Piazza, HarperCollins, ampia e ben più matura riscrittura del primo libro di un autore di talento, giornalista a “L’Ora” proprio in quella drammatica e dolcissima stagione e poi a “Il Messaggero” e al “Corriere della Sera”. Protagonista è Leo Salinas, inquieto e intraprendente cronista, una sorta di alter ego dell’autore da giovane. E le storie che incontra, disvela e racconta dicono di amori tragici ma ostinati (tra un ragazzo d’una famiglia mafiosa che rifiuta di fare il killer e una ragazza di famiglia borghese, pronta a pagare il prezzo d’un grande dolore), di vite stravolte dall’eroina, di “ladri onesti” e di un medico serio e perbene ucciso per mano di mafia e calunniato, in attesa che, quasi trent’anni dopo la morte, finalmente si arrivasse alla verità. Sullo sfondo, Palermo, città che ferisce ma che è impossibile non amare, anche solo nell’assenza e nel ricordo.
I cinque canti di Palermo. Le prime indagini di Leo Salinas
Giuseppe Di Piazza
HarperCollins, 2020