Il cuoco dell’imperatore
Serve anche un esperto di cibi e banchetti sontuosi, per raccontare un sistema di potere, una cultura, una civiltà. Come mostra bene Raffaele Nigro, ricostruendo la storia di Guaimaro delle Campane in “Il cuoco dell’imperatore”, La nave di Teseo. Guaimaro è uomo di corte di Federico II di Svevia, sovrano di Sicilia e Germania. Sa cucinare. E ha pure buone competenze mediche. E così, appunto da cuoco e da custode della salute dell’ambizioso e potente protagonista della storia del suo tempo, si ritrova a vivere un’intensa vita cortigiana, in compagnia di poeti e filosofi, artisti e scienziati, di cui Federico ama circondarsi. Il Duecento è un secolo di grandi passioni, furibondi scontri politici tra il Papato e l’Impero, ma anche di profonde tensioni culturali e morali. Il Medio Evo declina, si preparano tempi nuovi (se ne ritrova l’eco nelle pagine della “Divina Commedia” di Dante). E proprio l’attenzione per la vita e le attitudini di Guaimaro consente a Nigro di raccontare anche gli aspetti più controversi dell’imperatore, dalle curiosità magiche ai visionari progetti di un’Europa unita, con le radici ben piantate nella cultura mediterranea. E il buon cibo e il vino sono strade utili per ricercare il senso profondo di storie che ancora oggi ci parlano. Il cuoco dell’imperatore Raffaele Nigro La nave di Teseo, 2021