

Il gusto di una vita
Il cibo è un viaggio, tra la memoria e l’invenzione. E un’impresa, tra la coltivazione, l’allevamento e la preparazione. È un atto di cura e d’amore, dunque una responsabilità. Ed è un piacere, dei sensi e dell’immaginazione, del corpo e dell’anima. E tutto questo merita, da sempre, un racconto. Così come il racconto, nella tradizione e, fortunatamente, ancora nell’attualità, nasce attorno a una tavola imbandita. Ecco perché ha senso continuare a scrivere di cibo e divertirsi a leggerne. Come succede per le pagine di Iaia Caputo, “Il gusto di una vita”, Damiani Editore, un vero e proprio “lessico famigliare” che annovera ricordi d’infanzia (cibo come scoperta delle complessità del bello e del buono, ma anche dello sgradevole) e definizione delle relazioni sociali (le scelte alimentari dell’adolescenza, in controtendenza con le abitudini di famiglia), riti di gruppo (il pranzo della domenica) e scelte privatissime d’intimità (il cibo come coccola, seduzione, risposta al desiderio). Il gusto di una vita Iaia Caputo Enrico Damiani, 2021