Il posto degli uomini
“Il Purgatorio è un bel posto. Il nostro posto e pure quello di Dante: convinto di dover espiare il peccato di superbia. E per dare l’idea che sia davvero un bel posto, lo paragona di continuo a quello che proprio lui ha definito il Bel Paese: l’Italia”. Sono parole di Aldo Cazzullo in “Il posto degli uomini” ovvero “Dante in Purgatorio, dove andremo tutti”, Mondadori. Dopo “A riveder le stelle. Dante, il poeta che inventò l’Italia”, continua il viaggio attraverso l’opera cardine di tutta la nostra letteratura, uno straordinario, avvincente racconto sulla condizione umana che ancora, a sette secoli di distanza, riesce a emozionarci e farci riflettere. L’Inferno è il buio, la pena eterna, il dolore. Il Paradiso è luminoso, destinato ai santi. Il Purgatorio “è sempre cangiante”, il percorso verso la salvezza, l’ascesa verso Dio. Ed è il luogo in cui si riflette, meglio che altrove, sulla nostra essenza di uomini imperfetti, in cerca però di perfezione e di assoluto. Insiste Cazzullo: “Il Purgatorio è il luogo dell’amicizia, della mitezza, della cortesia. Dove ci si sorride”. Dante infatti incontra degli amici, il musico Casella, il poeta Guinizelli, Giotto. Rivaluta controverse figure di potenti invisi alla Chiesa come Manfredi, “biondo, bello e di gentile aspetto”, figlio di Federico di Svevia “stupor mundi”. Si commuove davanti a Pia de’ Tolomei. Continua, con passione civile, a raccontare i drammi dell’Italia “serva” e “di dolore ostello”. E guarda sempre, “puro e disposto a salire a le stelle”, verso Beatrice, che lo aspetta sulle porte del Paradiso. Il viaggio continua. Il posto degli uomini Aldo Cazzullo Mondadori, 2021