La sposa del mare
Crescere e scoprire nuove dimensioni di sé. Ritrovarsi e, così, costruire migliori equilibri. Attraversare il dolore per ricominciare a vivere, con il peso di mutilazioni e cicatrici, ma con una maggiore forza d’animo, una più piena coscienza personale e sociale. La testimone è Juliet Partlow, protagonista d’un romanzo potente e struggente, “La sposa del mare” di Amity Gaige, NN Editore. E la sua rimemorazione, con la forza d’un cuore ferito ma non arreso, comincia proprio al termine di un lungo viaggio nel mar dei Caraibi su una barca a vela, ribattezzata “Juliet” anche lei, con il marito Michael al timone e i loro due bambini, Sybil e Georgie, per equipaggio. Hanno lasciato i ricchi sobborghi di una città dell’Est, negli Usa. E sul mare, fra tempeste e sfibranti bonacce, isole deserte e porti rumorosi e vitali, hanno messo alla prova se stessi, il loro matrimonio, il senso di fondo d’una vita tranquilla e rituale che non li appagava. Emergono tensioni laceranti. E le ombre mai diradate di un’antica violenza. Ci si interroga su cosa sia un rapporto d’amore. Si fanno i conti con la morte. Oltre la battigia, c’è il mare. Aperto. Con la possibilità, navigando, di costruire un’incerta, dolorosa felicità. Una lezione da tramandare. La sposa del mare Amity Gaige NN Editore, 2021