L’inverno più nero
Non è mai lineare, la storia degli uomini. Un arabesco, semmai. Con le volute che rappresentano contrasti e conflitti. E significano, spesso, dolore. Tre strani omicidi, per il commissario De Luca, il protagonista dei primi romanzi di Carlo Lucarelli, tornato in scena in “L’inverno più nero”, Einaudi. Siamo a Bologna, nell’inverno 1944, in una città che, prima di cedere alla notte dell’oscuramento e della paura, si mostra come “una casbah fradicia e sporca, che scoppiava di voci rombando sorda come un treno in galleria, brulicava di gente che cercava qualcosa, la neve, il burro, una sigaretta, un attimo in più per superare quello che per tutti, dall’inizio della guerra, forse da sempre, era l’inverno più ruvido e freddo”. I morti su cui De Luca indaga sono un professore universitario, un soldato tedesco e un mite ingegnere ucciso a bastonate. Nulla è come appare e la verità sembra merce di scambio per altre violenze o affannose sopravvivenze. Lucarelli conferma d’essere uno straordinario narratore, giocando tra noir, romanzo storico e affresco sociale.
L’inverno più nero
Carlo Lucarelli
Einaudi, 2019