Macchine come me
Il romanzo di Ian McEwan è ambientato in una Londra alternativa, nel 1982, in cui l’Inghilterra ha perso la guerra con l’Argentina per il controllo sulle Isole Falkland, i Beatles si sono riuniti, Alan Turing è ancora vivo e le sue scoperte hanno permesso un incredibile sviluppo tecnologico. Tra le invenzioni più importanti di questo passato futuristico ci sono già le macchine a guida autonoma e i primi prototipi di “esseri umani artificiali”. Il protagonista, Charlie Friend, riceve una cospicua eredità dopo la perdita della madre e decide di usare la somma per acquistare un robot, chiamato Adam, di cui al mondo esistono solamente dodici esemplari e tredici del modello femminile, Eva. Questi androidi non sono solo macchine, venduti come “articoli di compagnia”, ma sono anche in grado di provare emozioni e sentimenti. Una storia che porta il lettore a interrogarsi su cosa permetta di definirci “esseri umani” e differenziarci dalle intelligenze artificiali, nel momento in cui queste sviluppano una propria coscienza. Un’ucronia che fa da specchio al nostro presente, da rileggere alla luce degli sviluppi sempre più rapidi dell’IA, che assottigliano il confine tra fantascienza e realtà.
Macchine come me
Ian McEwan
Einaudi, 2019