Trilogia di New York
Nella New York onirica e nebulosa di Paul Auster i luoghi sono fuori dal tempo, le identità si dissolvono e i personaggi si sovrappongono, si trasformano e poi svaniscono nella nebbia dell’indefinito. L’impostazione è quella del romanzo giallo, ma lo sviluppo delle tre storie porta gli inusuali detective su strade che attraversano l’esteriorità della New York fantastica creata dall’autore per intrecciarsi con la loro interiorità, sempre vaga e sfumata. Nel primo racconto, “Città di vetro” Daniel Quinn riceve una telefonata nel cuore della notte, il destinatario è in realtà un certo Paul Auster, investigatore privato, ma Quinn decide di spacciarsi per lui e di affrontare lo strano caso proposto, perdendosi tra le tante personalità che emergono nella storia. Nel secondo, “Fantasmi”, l’investigatore Blue viene ingaggiato per pedinare Black e scrivere dettagliati rapporti sulle sue giornate, attività quotidiana e alienante che lo porterà a capire di essere lui a essere osservato. Nell’ultimo racconto, “La stanza chiusa”, il protagonista senza nome indaga sulla scomparsa dell’amico d’infanzia Fanshawe, scrittore di incredibile talento, arrivando a indentificarsi in lui e ad assumerne l’identità. I tre scrittori protagonisti dei romanzi brevi che compongono la trilogia, inizialmente pubblicati separatamente tra l’85 e l’87, sono dei moderni Don Quijote, che si perdono nelle loro ossessioni fino a non riconoscersi più.
Trilogia di New York
Paul Auster
Einaudi, 2014