Vita da macchine
Ironiche, sagaci, divertenti, le vignette di Riccardo Manzi nel volume “Vita da macchine” rappresentano la vita dell’uomo moderno negli anni Cinquanta, fatta di routine quotidiane e gesti meccanici che lo rendono del tutto simile a una macchina. In una delle vignette un uomo osserva una macchina, contorta, piena di ingranaggi, ma con una forma esterna che ricorda la sua: la vignetta s’intitola infatti “La somiglianza”. Le macchine delle vignette parlano in numeri, aiutano l’uomo a compiere i suoi gesti quotidiani: pettinarsi, giocare a carte, comunicare, lo aiutano anche a trovare “il profumo della vita”. Uomini che osservano macchine e macchine che si osservano una di fronte all’altra, entità che provano a conoscersi ma che sono apparentemente incapaci di comunicare. Manzi fu un grande vignettista, oltre che pittore, e venne chiamato sul finire degli anni Quaranta da Leonardo Sinisgalli, il “poeta-ingegnere” che all’epoca dirigeva la Rivista Pirelli, sia come illustratore del magazine, sia per collaborare alla comunicazione visiva dell’azienda. Nacquero così iconiche campagne pubblicitarie come “A occhi chiusi”, per il pneumatico “Cinturato”, che ironizza sul tema della sicurezza.
Vita da macchine
Riccardo Manzi
Feltrinelli, 1958