L’industria “in mostra”:
il Museo Storico delle Industrie Pirelli
Nel 1922 la Pirelli celebra i cinquant’anni di attività. È già un grande gruppo multinazionale, con tre stabilimenti in Italia e un gruppo estero costituito da diverse società collegate per la gestione degli stabilimenti in Europa, Spagna e Inghilterra, e in America Latina, delle innumerevoli organizzazioni commerciali e delle due piantagioni di alberi da gomma in Indonesia. Tra le numerose iniziative per celebrare la ricorrenza, una in particolare merita attenzione per la sua originalità e importanza: l’allestimento del Museo Storico delle Industrie Pirelli. Secondo Mario Luzzatto, all’epoca direttore vendite del settore Pirelli pneumatici, la ricorrenza andava solennizzata con qualcosa “di nuovo”, che potesse avere “vaste ripercussioni”: una mostra che illustrasse le materie prime, i processi produttivi, i prodotti e le loro applicazioni, ma anche le tante manifestazioni sportive in cui Pirelli era presente, la pubblicità, e ancora, le iniziative di welfare nel campo dell’assistenza, della previdenza, della cultura. Secondo Luzzato la mostra avrebbe rappresentato “una affermazione di forza della nostra Ditta in una forma che non credo abbia precedenti e difficilmente potrebbe avere imitatori”; sarebbe stata inoltre un’“attrazione certamente notevole per tutto il pubblico di Milano e per molti di coloro che vengono nella nostra città”.
Il locale più adatto viene individuato inizialmente all’interno del Palazzo della Permanente in via Principe Umberto (oggi via Turati), realizzato nel 1886 su progetto di Luca Beltrami per ospitare esposizioni d’arte. L’architetto Giacomo Loria, già progettista del Borgo Pirelli insieme a Pietro Allodi, traduce le intenzioni di Luzzatto in un progetto di massima che prevede una parte dedicata al processo produttivo e ai prodotti e sale dedicate alle “manifestazioni artistiche di richiamo” con una “mostra storica di tutti i manifesti e cataloghi della ditta”, e alla “statistica”, con “diagrammi a figure per dimostrazione della evoluzione della società nei vari rami”. La proposta di Luzzatto verrà convertita nell’allestimento di un’esposizione nella sala principale della quattrocentesca Bicocca degli Arcimboldi, entrata a far parte del patrimonio Pirelli nel 1917 in seguito all’acquisto di nuovi terreni per lo stabilimento.
Nasce così il Museo Storico delle Industrie Pirelli, voluto e sostenuto dal personale dell’azienda: il Comitato costituito per le celebrazioni che gestisce tutte le operazioni organizzative è composto infatti da rappresentanti di dirigenti, impiegati e operai, e tutto il personale partecipa al finanziamento del progetto devolvendo una parte dello stipendio. All’interno del Museo vengono esposti prodotti, documenti, fotografie, disegni, e perfino alcuni alberi del caucciù; l’Ufficio Tecnico Pirelli realizza grandi bozzetti con vedute degli stabilimenti e statistiche sulla produzione. Cogliendone i vantaggi quale “mezzo di propaganda di particolare distinzione ed efficacia”, l’azienda decide di far diventare il Museo un’istituzione permanente, da arricchire costantemente con nuovi materiali. Il Museo Storico delle Industrie Pirelli resta così allestito fino al secondo conflitto mondiale. Una volta dismesso, gran parte della documentazione esposta al Museo confluisce nella raccolta realizzata negli anni anni Quaranta del Novecento dallo stesso Luzzatto, nucleo originario dell’Achivio Storico oggi conservato presso la Fondazione Pirelli. Molti documenti conservati del nostro archivio riportano infatti il timbro del Museo, a testimonianza dell’ambiziosa inziativa per la celebrazione di un’azienda che, già nel 1922, aveva una grande storia da raccontare.
Nel 1922 la Pirelli celebra i cinquant’anni di attività. È già un grande gruppo multinazionale, con tre stabilimenti in Italia e un gruppo estero costituito da diverse società collegate per la gestione degli stabilimenti in Europa, Spagna e Inghilterra, e in America Latina, delle innumerevoli organizzazioni commerciali e delle due piantagioni di alberi da gomma in Indonesia. Tra le numerose iniziative per celebrare la ricorrenza, una in particolare merita attenzione per la sua originalità e importanza: l’allestimento del Museo Storico delle Industrie Pirelli. Secondo Mario Luzzatto, all’epoca direttore vendite del settore Pirelli pneumatici, la ricorrenza andava solennizzata con qualcosa “di nuovo”, che potesse avere “vaste ripercussioni”: una mostra che illustrasse le materie prime, i processi produttivi, i prodotti e le loro applicazioni, ma anche le tante manifestazioni sportive in cui Pirelli era presente, la pubblicità, e ancora, le iniziative di welfare nel campo dell’assistenza, della previdenza, della cultura. Secondo Luzzato la mostra avrebbe rappresentato “una affermazione di forza della nostra Ditta in una forma che non credo abbia precedenti e difficilmente potrebbe avere imitatori”; sarebbe stata inoltre un’“attrazione certamente notevole per tutto il pubblico di Milano e per molti di coloro che vengono nella nostra città”.
Il locale più adatto viene individuato inizialmente all’interno del Palazzo della Permanente in via Principe Umberto (oggi via Turati), realizzato nel 1886 su progetto di Luca Beltrami per ospitare esposizioni d’arte. L’architetto Giacomo Loria, già progettista del Borgo Pirelli insieme a Pietro Allodi, traduce le intenzioni di Luzzatto in un progetto di massima che prevede una parte dedicata al processo produttivo e ai prodotti e sale dedicate alle “manifestazioni artistiche di richiamo” con una “mostra storica di tutti i manifesti e cataloghi della ditta”, e alla “statistica”, con “diagrammi a figure per dimostrazione della evoluzione della società nei vari rami”. La proposta di Luzzatto verrà convertita nell’allestimento di un’esposizione nella sala principale della quattrocentesca Bicocca degli Arcimboldi, entrata a far parte del patrimonio Pirelli nel 1917 in seguito all’acquisto di nuovi terreni per lo stabilimento.
Nasce così il Museo Storico delle Industrie Pirelli, voluto e sostenuto dal personale dell’azienda: il Comitato costituito per le celebrazioni che gestisce tutte le operazioni organizzative è composto infatti da rappresentanti di dirigenti, impiegati e operai, e tutto il personale partecipa al finanziamento del progetto devolvendo una parte dello stipendio. All’interno del Museo vengono esposti prodotti, documenti, fotografie, disegni, e perfino alcuni alberi del caucciù; l’Ufficio Tecnico Pirelli realizza grandi bozzetti con vedute degli stabilimenti e statistiche sulla produzione. Cogliendone i vantaggi quale “mezzo di propaganda di particolare distinzione ed efficacia”, l’azienda decide di far diventare il Museo un’istituzione permanente, da arricchire costantemente con nuovi materiali. Il Museo Storico delle Industrie Pirelli resta così allestito fino al secondo conflitto mondiale. Una volta dismesso, gran parte della documentazione esposta al Museo confluisce nella raccolta realizzata negli anni anni Quaranta del Novecento dallo stesso Luzzatto, nucleo originario dell’Achivio Storico oggi conservato presso la Fondazione Pirelli. Molti documenti conservati del nostro archivio riportano infatti il timbro del Museo, a testimonianza dell’ambiziosa inziativa per la celebrazione di un’azienda che, già nel 1922, aveva una grande storia da raccontare.