Categoria: Libri scelti per voi
Popoff
Graziano Gala scrive una fiaba malinconica e a tratti comica, tenera e tragica allo stesso tempo. Popoff è il soprannome che viene affibbiato a un bambino misterioso, che appare una notte in paese, vestito con più strati di cappotti e una sciarpa che gli copre il viso, bussa alla porta di Cimino con una domanda “Mi scusi, signore, ha visto per caso mio padre?”. Popoff, come il piccolo cosacco della famosa canzone dello Zecchino d’Oro, che continua a ripetere la sua domanda cercando aiuto e trovandosi a volte di fronte alla gentilezza e a volte di fronte alla crudeltà e all’orrore della vita, che lo lasciano sgomento. Il romanzo è scritto con uno stile giocoso ma coltissimo, con una prosa che sembra una filastrocca, che parte dal dialetto salentino ma si trasforma in qualcos’altro e muta a seconda della parlata dei personaggi. L’autore si diverte a inventare neologismi e trovare una lingua quasi infantile, curiosa e irriverente, che ci stupisce con le sue trovate bizzarre e con la sua musicalità.
Popoff
Graziano Gala
Minimum fax, 2024
Bambini nascosti
Una bambina, di spalle, in una stanza, appoggiata a una parete total blue, gli occhi sono chiusi, sta contando. Oltre la porta si spalanca lo spazio sconfinato del gioco più amato del mondo, i bambini nascosti che presto saranno cercati e ora sono soli, sospesi fra paura e desiderio di essere scoperti.
Inizia in copertina con un senso di inquietudine la storia di “Bambini nascosti”, l’ultimo libro di Franco Matticchio, tra i più noti e apprezzati disegnatori del panorama editoriale italiano, vincitore del Premio Extraordinary Award di Bologna Children's Book Fair 2024. L’inquietudine condensa tutte le emozioni che il gioco del nascondino fa vivere, da sempre: l’attesa, la sorpresa, l’eccitazione della fuga, la corsa verso la salvezza…
Le illustrazioni raffinate di Matticchio mostrano pagina dopo pagina bambine e bambini nascosti fra fitti intrecci di rami d’albero, accoccolati dietro lo schienale di sedie, poltrone, strumenti musicali, in posizioni imprevedibili…
Queste tavole si accompagnano a un testo essenziale - una lista di nomi propri, che echeggiano l’euforia di chi ha scovato i compagni -, una breve poesia (donata da Vincenzo Mollica) e un incipit dantesco, a evocare tutto il potere di formazione di questo gioco antichissimo.
Cercare il senso nascosto nel repertorio dei nomi - così ricco di citazioni e rimandi a personaggi della cultura e della storia - diventa il gioco dell’adulto, cercare le bambine e i bambini nascosti nei mille habitat possibili della fantasia oltre i confini delle stanze total blue è invece il gioco senza età che ci rende così cara la lettura di questo libro.
Bambini nascosti
Franco Matticchio
Vanvere Edizioni, 2023
Ottobre, Ottobre
È un romanzo intenso e delicato “Ottobre, Ottobre”, finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi 2024, già vincitore della Yoto Carnegie Medal 2022.
È la storia di Ottobre, una ragazzina di undici anni che vive sola con il padre in una casa nel bosco, in gioiosa simbiosi con la natura. Le sue giornate trascorrono in compagnia del vento, degli alberi, degli uccelli, delle rocce e degli elementi della terra, in un gioco libero e felice dove la fantasia prende corpo senza ostacoli. “Viviamo nella foresta e siamo selvaggi” dichiara Ottobre all’inizio della storia, orgogliosa del suo mondo permeato dei soli suoni e odori della natura.
Ma il giorno del suo undicesimo compleanno, improvvisamente, la vita cambia: il padre cade da un albero e finisce in ospedale, in lotta fra la vita e la morte. Ottobre è costretta ad andare ad abitare con la madre, la donna che per anni ha rifiutato di incontrare, non avendole mai perdonato la decisione di lasciare la foresta quando Ottobre aveva 4 anni per tornare a vivere in città.
Londra, con i suoi “sandwich di case” e il grigio ovunque, la metropolitana e i suoi rumori spaventosi; la scuola, con i banchi e la costrizione a rimanere seduti, e gli altri bambini, con cui per la prima volta prendere le misure e confrontarsi. Londra è anche la rabbia verso la madre e il senso di colpa verso il padre, una doppia morsa emotiva che si allenta via via che Ottobre riesce a fare spazio all’altro e al nuovo – l’amicizia con Yussef e la scoperta del fiume Tamigi e del “Club dei cercatori nel fango” – accettando che la felicità può capitare ovunque, anche in città.
Così “Ottobre, Ottobre” prende la piega di un romanzo di formazione, dove l’infanzia si fa strada nel territorio dell’età adulta alla conquista di nuovi sentimenti, resi possibili attraverso la pronuncia di nuove parole. La “donna che è mia madre” lascia il posto a “mamma”, in una concezione nuova e più ampia dell’esperienza dove “tutto il mondo è selvaggio, e mi sta aspettando”.
L’autrice inglese Katya Balen ci regala un libro squisito, scritto con uno stile ricercato e a tratti poetico, ricco di suggestioni sensoriali che ci fanno sentire il profumo della legna, del fumo, della pioggia, così come il vibrante manifestarsi delle emozioni.
Da leggere per la straordinaria capacità dell’autrice di entrare nella testa di una ragazzina e di trasferirne i pensieri e le emozioni ricostruendo il linguaggio autentico della sua età.
Le illustrazioni di Angela Harding accompagnano la storia rendendo vivido il personaggio di Stig, il piccolo barbagianni trovato da Ottobre in fin di vita nel bosco e allevato con l’aiuto del padre. Consegnato alle cure di un centro specializzato per animali selvatici a Londra, viene restituito al mondo della Natura nella meravigliosa scena in cui Stig spicca il volo e lascia Ottobre puntando al cielo, in un accecante e assordante bagliore che è metafora della corsa verso i propri sogni.
Ottobre, Ottobre
Katya Balen; illustrazioni di Angela Harding
Einaudi Ragazzi, 2023
Nexus
Yuval Noah Harari, il famoso storico e filosofo israeliano, torna in libreria con “Nexus”, un saggio nel quale ripercorre lo sviluppo delle reti informative lungo il corso della storia dell’umanità. Un viaggio che parte dalla preistoria, quando la comunicazione passava per le pitture rupestri e le tradizioni orali, attraversa i secoli con l’evoluzione dei sistemi di scrittura, la canonizzazione dei testi religiosi come la Bibbia, l’affermazione della stampa, con la possibilità di diffondere molto più rapidamente le informazioni, fino all’incredibile sviluppo dell’ultimo secolo, che ha visto l’ascesa dei mass media, di internet e dell’Intelligenza Artificiale. Harari si interroga sulle contraddizioni di un sistema pervaso dalla disinformazione e dalla manipolazione dei fatti, in un mondo che, nonostante un progresso tecnologico e scientifico mai visto prima, si trova sull’orlo della crisi ecologica. Nel libro l’autore analizza anche l’uso dell’informazione da parte dei sistemi di potere per plasmare le società e arriva a esaminare le sfide di fronte a cui si trova l’umanità, nel momento in cui l’IA pone seri interrogativi sul futuro della nostra specie.
Nexus. Breve storia delle reti di informazione dall'età della pietra all'IA
Yuval Noah Harari
Bompiani, 2024
MANIAC
Benjamin Labatut continua a interrogarsi sulla scienza e sui suoi limiti, seguendo la scia del precedente romanzo “Quando abbiamo smesso di capire il mondo”. In MANIAC l’autore cileno ci mette di fronte a tre figure emblematiche che scandiscono le tre diverse parti del libro. Il preludio è dedicato a Paul Erhenfest, fisico che si toglie la vita dopo aver ucciso il figlio. Un tragico evento legato però a una più profonda crisi dello scienziato, sempre più sopraffatto da un avanzamento della scienza e della matematica in cui non riesce più a trovare un senso, una logica. L’affermarsi delle teorie sulla fisica quantistica viene visto da Erhenfest come una sorta di trionfo dell’irrazionalità, dell’inspiegabilità del cosmo. La parte centrale del libro prosegue con la vita di John von Neumann, creatore del Mathematical Analyzer Numerical Integrator and Automatic Computer Model I, uno dei primi elaboratori elettronici della storia, da cui viene proprio il titolo del libro. Il personaggio del grande scienziato ungherese viene raccontato nella sua inarrivabile grandezza e nei suoi lati più terribili dalle molteplici voci di persone che ne hanno incrociato la strada. Ne viene fuori una figura incredibilmente intelligente ma al contempo incapace di relazionarsi emotivamente o di concepire dubbi morali o etici, una figura quasi “disumanizzata”, che diventa progressivamente più aliena, o forse più simile all’intelligenza artificiale di cui lui stesso è stato uno dei padri, grazie al contributo nello sviluppo di sistemi di elaborazione e alla teoria dei giochi. L’ultima parte si sposta proprio sull’IA, in particolare sul racconto del confronto tra Lee Se-dol, uno dei più grandi giocatori di GO della storia, e AlphaGO, che riuscirà a batterlo ripetutamente gettandolo nello sconforto, fino a un’ultima partita in cui il campione riesce a vincere grazie a una mossa non memorizzata dall’IA. Un romanzo che lascia il lettore sgomento di fronte a una scienza che avanza così rapidamente da superare la capacità di comprensione dell’essere umano e metterne in crisi le certezze e la visione del mondo.
MANIAC
Benjamin Labatut
Adelphi, 2023
Il viaggio di Shuna
Dopo quarant’anni viene pubblicato in Italia da Bao Publishing uno dei primi lavori del grande maestro dell’animazione giapponese Hayao Miyazaki. L’opera, ispirata a una leggenda tibetana, non vide mai la luce come film d’animazione, ma venne in seguito pubblicata come manga a sé stante. Una storia in cui troviamo già molti degli elementi che verranno sviluppati dall’autore negli anni successivi, in particolare in “Nausicaa e la valle del vento” o “Principessa Mononoke”. Shuna è il principe di un regno dimenticato, gravato da fame e carestie a causa del terreno poco fertile. Un giorno il principe si imbatte in un viandante in fin di vita, che provieva da un paese lontano. Prima di morire, l’uomo consegna a Shuna un sacchetto con alcuni semi, raccontandogli del paese dal quale provengono e promettendogli che avrebbero salvato il suo popolo dalla fame. È così che il principe decide di intraprendere un viaggio verso Occidente per cercare il mitico paese e salvare il futuro del suo popolo. Nella semplicità del racconto e delle tavole si esprimono alcuni temi centrali della poetica dell’autore, quali l’amore per la natura e la contrapposizione tra un idilliaco mondo rurale e una civiltà industrializzata che ne minaccia l’equilibrio. I meravigliosi e delicati acquerelli, realizzati direttamente dalla mano dell’autore, dominano le pagine rispetto al testo e creano un’atmosfera onirica, che si avvicina più al linguaggio cinematografico che al bianco e nero netto e definito, lo stile solitamente privilegiato nei manga.
Il viaggio di Shuna
Hayao Miyazaki
Bao Publishing, 2023
La casa del mago
«Lo sai com’è fatto».
Con questo mantra, la madre di Emanuele Trevi si riferisce al marito. Celebre e riservato psicoanalista junghiano per professione, è un genitore distratto, distante e riservato. Alla sua morte lascia in eredità un appartamento, che è poi lo studio in cui accoglieva e medicava i pazienti. Nessuno però sembra volerlo acquistare. Forse perché è ancora abitato da Psiche? Forse per i fantasmi delle vite risolte sul lettino? Emanuele decide di convertirla in casa propria. Inizia così un viaggio tra gli oggetti, i ricordi e le passioni di Mario Trevi che si intrecciano con buffi aneddoti e accadimenti che coinvolgono il nuovo inquilino dello studio.
Dedicato a Mario Trevi, padre dell’autore e psicanalista junghiano, La casa del mago è un memoir ironico e commovente incentrato sul rapporto post mortem tra padre e figlio che prende le mosse dal desiderio di Emanuele di sentire più vicina la figura genitoriale scomparsa e, al contempo, forse, di renderla più reale, afferrando qualcosa di più dell’uomo che è stato. Per farlo parte dai ricordi, dai luoghi e dagli oggetti che ne hanno conservato le tracce e che fungono non solo da madeleine, ma anche da veri e propri varchi psichici attraverso i quali cercare delle risposte. Il primo, e più “ingombrante”, è sicuramente la casa-studio in cui il padre accoglieva i pazienti. Campeggia al centro della narrazione, assumendo contemporaneamente la valenza di luogo reale e di spazio simbolico, in cui in cui l’Emanuele-personaggio e l’Emanuele-figlio si incontrano e si intrecciano. La casa, infatti, nelle teorie junghiane altro non è che la rappresentazione della coscienza. È sì, il luogo in cui è conservata la memoria di Mario Trevi “uomo”, non padre, ma è anche il luogo in cui Emanuele imparerà che per rimettere insieme i pezzi e dare un ordine alle cose non serve cercare indizi e risolvere enigmi, ma più semplicemente accettare il mistero di cui il mondo, e la vita, sono fatti.
La casa del mago
Di Emanuele Trevi
Ponte alle Grazie, 2023
Il fuoco che ti porti dentro
Angela è una donna dal carattere impossibile. Secondo suo figlio, incarna tutti gli orrori di un’Italia illividita: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l'egoismo, l'opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell'ignoranza, il rancore...»
Quale motivo, semplice o complesso, si nasconde al di là della furia di Angela? La guerra, che l’ha segnata da bambina? Un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi? Un complesso d'inferiorità legato all’essere originaria di un paesino del Sud Italia? Ripercorrendone la vita di madre, indagandone le passioni e gli odi di donna, alla ricerca di una spiegazione possibile a simili comportamenti incoerenti e irrazionali, il figlio si rende conto che forse si tratta solo di un fuoco interiore che viene lasciato libero di divorarla, privo di ogni argine.
Il fuoco che ti porti dentro s’inserisce nel solco dei memoir famigliari in cui il rapporto critico tra madre e figlio rappresenta il punto focale intorno al quale viene costruita la narrazione. Non si tratta, tuttavia, di uno sfogo post-mortem del primo contro la seconda o di un’esigenza di elaborazione del lutto. È piuttosto un “esercizio di stile” nella creazione stessa dei personaggi. Franchini dichiara di aver voluto “mettere in pagina” chi fosse realmente Angela. O meglio, il personaggio che, nel corso della vita, lei stessa si è creata per sé e che ha portato avanti, in una continua e puntale recita quotidiana, fino alla fine dei suoi giorni. Solo invecchiando, in alcune rare occasioni, sembra prendere consapevolezza del male fatto e ricevuto, perdendo brevemente d’occhio “il copione”. Ma dura solo pochi istanti. Il fuoco che si porta dentro non le lascia tregua e torna subito a consumarla, a renderle la vita impossibile e immutabile.
Quasi come in un gioco di specchi, la figura aspra di Angela trova espressione nella scrittura ruvida (al limite del respingente) dell’autore. In una sorta di contrappasso, all’essere “popolare” della madre risponde il figlio, scrittore, con uno stile alto e ricercato in cui ogni parola sembra essere stata selezionata con cura per creare un effetto emotivo, potente, capace allinearsi ai personaggi vividi e a situazioni straordinarie nella loro ordinarietà. Uno stile, il suo, che si mette a servizio non di un romanzo intimistico o di un diario, quanto piuttosto di un romanzo il cui intento è quello di indagare i meccanismi dietro la creazione e il racconto di un personaggio, prima ancora che di una storia.
Il fuoco che ti porti dentro
di Antonio Franchini
Marsilio, 2024
Dilaga ovunque
Barcellona, un gruppo di writers entra di notte in un deposito dei treni per “fare un pezzo”. Bombolette nello zaino, adrenalina che pompa, sensi che si acuiscono una volta scavalcata la rete con il cartello “Prohibit el pas”. Ma a un certo punto una voce grida: “Atureu-vos! Policia!”. Scappano tutti in un baleno, ma una di loro viene acciuffata dagli agenti, che una volta visti i suoi documenti esclamano “a su edad!”. Il romanzo di Vanni Santoni, pubblicato da Laterza nella collana Solaris, è un dialogo in seconda persona tra la voce narrante e la protagonista, un’artista quarantenne che ha iniziato la sua carriera in gioventù frequentando la scena della street art bolognese, per poi passare al mondo delle gallerie e delle fiere d’arte, da Basilea a Londra. Un monologo interiore, in realtà, dato che si tratta una conversazione dell’artista con sé stessa, in cui la protagonista ripercorre la sua storia personale e la storia del fenomeno dell’arte di strada, sul quale le è stato chiesto di scrivere un libro con il suo punto di vista da outsider. Una definizione che però ferisce, poiché mette in evidenza il suo insuccesso nel mondo della street art. La metanarrazione diventa una digressione, integrata da un ricco apparato fotografico, sulla storia dei graffiti, dalle pareti delle grotte preistoriche, come quelle di Lascaux, fino ai muri americani del Bronx o di Philadelphia negli anni Settanta, un fenomeno che esplode e dilaga, ovunque, e che, pur nascendo nell’illegalità, viene col tempo assorbito dai canali d’arte ufficiali, tanto che nelle gallerie più prestigiose si vendono per milioni di dollari le opere degli artisti più quotati, di cui Banksy è l’esempio più celebre. Una delle molte domande poste dal libro è proprio quella sulla demarcazione tra l’arte “autorizzata” dei murales che “abbelliscono” le città e che piacciono al mercato, e le scritte dei “vandali” sui treni o sui portoni delle abitazioni, che inquietano e indignano lo stesso tipo di pubblico.
Dilaga ovunque
Vanni Santoni
Laterza Solaris, 2023
L’isola dei ricordi
Alva abita su un’isola. Un’isola molto particolare, dove – ogni mattina – approdano i ricordi delle persone che abitano nella città al di là della riva: il primo bacio, quella torta di ciliegie che rendeva uniche le domeniche, una goccia di pioggia sulla punta del naso…
Alva se ne prende cura: li spolvera, li lucida affinché non sbiadiscano, li tiene stretti a sé immaginando quel mondo lontano da cui provengono, e le persone a cui appartengono. Questo almeno fino a quando, un giorno, i ricordi iniziano a svanire, per poi smettere di arrivare del tutto. Cos’è successo? Per scoprirlo si metterà in viaggio verso la città dall’altra parte del mare.
“L’isola dei ricordi” è un albo illustrato nato dalla penna sensibile ed emotiva di Alexandra Helming con le illustrazioni inconfondibili di Valeria Docampo. Poetico e tenero, riflette sull’importanza di preservare i ricordi, specialmente quelli legati alle gioie semplici ma potenti della vita, tramandandoli in modo che non vadano mai perduti.
Al personaggio principale, quello di Alva (un po’ bambina e un po’ fata), si accompagnano anche vari abitanti della città che, incontro dopo incontro, attraverso una sorta di processo di crescita, torneranno in contatto con la loro parte più profonda.
Un albo per tutte le età che ci ricorda quanto sia importante non sacrificare sé stessi, la propria storia e i propri ricordi in favore della frenesia della quotidianità e quanto, invece, sia sempre più necessario riportare le emozioni al centro della propria vita.
L'isola dei ricordi
di Alexandra Helmig con le illustrazioni di Valeria Docampo
Terre di Mezzo, 2024