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  • 24 Luglio 2024 Il fuoco che ti porti dentro Angela è una donna dal carattere impossibile. Secondo suo figlio, incarna tutti gli orrori di un’Italia illividita: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l'egoismo, l'opportunismo, il trasformismo, la ... +
  • 24 Luglio 2024

    Il fuoco che ti porti dentro

    Angela è una donna dal carattere impossibile. Secondo suo figlio, incarna tutti gli orrori di un’Italia illividita: «il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l'egoismo, l'opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell'ignoranza, il rancore...» Quale motivo, semplice o complesso, si nasconde al di là della furia di Angela? La guerra, che l’ha segnata da bambina? Un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi? Un complesso d'inferiorità legato all’essere originaria di un paesino del Sud Italia? Ripercorrendone la vita di madre, indagandone le passioni e gli odi di donna, alla ricerca di una spiegazione possibile a simili comportamenti incoerenti e irrazionali, il figlio si rende conto che forse si tratta solo di un fuoco interiore che viene lasciato libero di divorarla, privo di ogni argine.   Il fuoco che ti porti dentro s’inserisce nel solco dei memoir famigliari in cui il rapporto critico tra madre e figlio rappresenta il punto focale intorno al quale viene costruita la narrazione. Non si tratta, tuttavia, di uno sfogo post-mortem del primo contro la seconda o di un’esigenza di elaborazione del lutto. È piuttosto un “esercizio di stile” nella creazione stessa dei personaggi. Franchini dichiara di aver voluto “mettere in pagina” chi fosse realmente Angela. O meglio, il personaggio che, nel corso della vita, lei stessa si è creata per sé e che ha portato avanti, in una continua e puntale recita quotidiana, fino alla fine dei suoi giorni. Solo invecchiando, in alcune rare occasioni, sembra prendere consapevolezza del male fatto e ricevuto, perdendo brevemente d’occhio “il copione”. Ma dura solo pochi istanti. Il fuoco che si porta dentro non le lascia tregua e torna subito a consumarla, a renderle la vita impossibile e immutabile. Quasi come in un gioco di specchi, la figura aspra di Angela trova espressione nella scrittura ruvida (al limite del respingente) dell’autore. In una sorta di contrappasso, all’essere “popolare” della madre risponde il figlio, scrittore, con uno stile alto e ricercato in cui ogni parola sembra essere stata selezionata con cura per creare un effetto emotivo, potente, capace allinearsi ai personaggi vividi e a situazioni straordinarie nella loro ordinarietà. Uno stile, il suo, che si mette a servizio non di un romanzo intimistico o di un diario, quanto piuttosto di un romanzo il cui intento è quello di indagare i meccanismi dietro la creazione e il racconto di un personaggio, prima ancora che di una storia.  

    Il fuoco che ti porti dentro
    di Antonio Franchini
    Marsilio, 2024

    Il fuoco che ti porti dentro
  • 17 Luglio 2024 Dilaga ovunque Barcellona, un gruppo di writers entra di notte in un deposito dei treni per “fare un pezzo”. Bombolette nello zaino, adrenalina che pompa, sensi che si acuiscono una ... +
  • 17 Luglio 2024

    Dilaga ovunque

    Barcellona, un gruppo di writers entra di notte in un deposito dei treni per “fare un pezzo”. Bombolette nello zaino, adrenalina che pompa, sensi che si acuiscono una volta scavalcata la rete con il cartello “Prohibit el pas”. Ma a un certo punto una voce grida: “Atureu-vos! Policia!”. Scappano tutti in un baleno, ma una di loro viene acciuffata dagli agenti, che una volta visti i suoi documenti esclamano “a su edad!”. Il romanzo di Vanni Santoni, pubblicato da Laterza nella collana Solaris, è un dialogo in seconda persona tra la voce narrante e la protagonista, un’artista quarantenne che ha iniziato la sua carriera in gioventù frequentando la scena della street art bolognese, per poi passare al mondo delle gallerie e delle fiere d’arte, da Basilea a Londra. Un monologo interiore, in realtà, dato che si tratta una conversazione dell’artista con sé stessa, in cui la protagonista ripercorre la sua storia personale e la storia del fenomeno dell’arte di strada, sul quale le è stato chiesto di scrivere un libro con il suo punto di vista da outsider. Una definizione che però ferisce, poiché mette in evidenza il suo insuccesso nel mondo della street art. La metanarrazione diventa una digressione, integrata da un ricco apparato fotografico, sulla storia dei graffiti, dalle pareti delle grotte preistoriche, come quelle di Lascaux, fino ai muri americani del Bronx o di Philadelphia negli anni Settanta, un fenomeno che esplode e dilaga, ovunque, e che, pur nascendo nell’illegalità, viene col tempo assorbito dai canali d’arte ufficiali, tanto che nelle gallerie più prestigiose si vendono per milioni di dollari le opere degli artisti più quotati, di cui Banksy è l’esempio più celebre. Una delle molte domande poste dal libro è proprio quella sulla demarcazione tra l’arte “autorizzata” dei murales che “abbelliscono” le città e che piacciono al mercato, e le scritte dei “vandali” sui treni o sui portoni delle abitazioni, che inquietano e indignano lo stesso tipo di pubblico.

    Dilaga ovunque
    Vanni Santoni
    Laterza Solaris, 2023

    Dilaga ovunque
  • 10 Luglio 2024 L’isola dei ricordi Alva abita su un’isola. Un’isola molto particolare, dove – ogni mattina – approdano i ricordi delle persone che abitano nella città al di là della riva: il primo ... +
  • 10 Luglio 2024

    L’isola dei ricordi

    Alva abita su un’isola. Un’isola molto particolare, dove – ogni mattina – approdano i ricordi delle persone che abitano nella città al di là della riva: il primo bacio, quella torta di ciliegie che rendeva uniche le domeniche, una goccia di pioggia sulla punta del naso… Alva se ne prende cura: li spolvera, li lucida affinché non sbiadiscano, li tiene stretti a sé immaginando quel mondo lontano da cui provengono, e le persone a cui appartengono.  Questo almeno fino a quando, un giorno, i ricordi iniziano a svanire, per poi smettere di arrivare del tutto. Cos’è successo? Per scoprirlo si metterà in viaggio verso la città dall’altra parte del mare. “L’isola dei ricordi” è un albo illustrato nato dalla penna sensibile ed emotiva di Alexandra Helming con le illustrazioni inconfondibili di Valeria Docampo. Poetico e tenero, riflette sull’importanza di preservare i ricordi, specialmente quelli legati alle gioie semplici ma potenti della vita, tramandandoli in modo che non vadano mai perduti. Al personaggio principale, quello di Alva (un po’ bambina e un po’ fata), si accompagnano anche vari abitanti della città che, incontro dopo incontro, attraverso una sorta di processo di crescita, torneranno in contatto con la loro parte più profonda. Un albo per tutte le età che ci ricorda quanto sia importante non sacrificare sé stessi, la propria storia e i propri ricordi in favore della frenesia della quotidianità e quanto, invece, sia sempre più necessario riportare le emozioni al centro della propria vita.  

    L'isola dei ricordi
    di Alexandra Helmig con le illustrazioni di Valeria Docampo
    Terre di Mezzo, 2024

    L’isola dei ricordi
  • 10 Luglio 2024 Locus desperatus Un mattino, uscendo dal suo appartamento, un uomo nota una croce sopra lo spioncino della porta di casa. Pensando a uno scherzo, la cancella. Il giorno seguente è ... +
  • 10 Luglio 2024

    Locus desperatus

    Un mattino, uscendo dal suo appartamento, un uomo nota una croce sopra lo spioncino della porta di casa. Pensando a uno scherzo, la cancella. Il giorno seguente è ancora lì, e così quello successivo, e quello dopo ancora. Il segno ricompare. Implacabile. Chi può essere stato a farlo, e che significato ha? A rispondere alle sue domande saranno tre inquietanti personaggi: Asfragisto (minuto, gobbo, sgradevole), Procopio (tremebondo, storpio) e Sileno (piccolo, informe, “con la postura di un punto interrogativo”). Sarà il primo, bramoso e inquietante, a spiegare a Michele che la croce è un segno di sfratto: entro dieci giorni dovrà lasciare non solo la casa, ma anche le sue cose e la sua vita, per permettergli di prendere il suo posto (e andare a sua volta a sostituirsi a un altro). Cercando di capire cosa stia accadendo, Michele si troverà a fare i conti con il proprio passato scoprendolo diverso da come lo ricordava. Ma una cosa è certa: non lascerà casa. Difenderà la sua vita, e le sue cose, con tutte le forze, chiamando a raccolta le energie di tutti, feticci e amuleti che siano. «Quattro tavole originali del Necron di Magnus, due del Dick Tracy di Chester Gould… una calcografia del Piranesi, altrettanto originale, una madonna lignea del Cinquecento, con tracce dell’antica doratura, l’Oca di Enzo Mari…» Così, con un lungo elenco di oggetti che sembrano catapultare il lettore in una sorta di Wunderkammer del protagonista, si apre Locus desperatus di Michele Mari. Attraverso una narrazione al limite dell’onirico, l’autore affronta il tema della reificazione della vita e del rischio che, infondendo troppo di sé stessi nelle cose che si possiedono, si perda di vista chi si è e chi si è stati, in favore di ciò che si ha. Alle “cose”, infatti, Michele affida la propria immagine, la propria memoria e la testimonianza della sua stessa identità creando un rapporto di interdipendenza e rendendo la casa un luogo in cui chi vive e chi è abitato si sovrappongono, si mescolano, perdono ogni confine. Assumendo le forme di un’estensione concreta del protagonista, dev’essere messa in salvo a ogni costo. Inizia così un percorso quanto mai destabilizzante in cui ogni certezza del protagonista vacilla, si deforma, si sgretola, spingendolo a dubitare della sua stessa mente. A venirgli in soccorso sono la cultura, la lingua e le parole. Una protezione fatta di latinismi, dantismi, foscolismi, richiami alla grande letteratura e alla grande cinematografia italiana in cui l’Io narrante e l’Io dello scrittore si accavallano dando vita a una scrittura chirurgica e rocambolesca, ricca di tratti dichiaratamente gaddiani e di riferimenti letterari aulici che fanno da contraltare alla visceralità umana dei personaggi e delle loro azioni.  

    Locus desperatus
    di Michele Mari
    Einaudi, 2024

    Locus desperatus
  • 03 Luglio 2024 Alma Il romanzo di Federica Manzon, finalista al Premio Campiello 2024, è la storia di Alma, una giornalista che dopo molti anni torna a Trieste, dove è nata e ... +
  • 03 Luglio 2024

    Alma

    Il romanzo di Federica Manzon, finalista al Premio Campiello 2024, è la storia di Alma, una giornalista che dopo molti anni torna a Trieste, dove è nata e cresciuta. Una città di confine, crocevia di storie personali e di popolazioni, con una propria identità che nasce dal groviglio di culture che la animano. Il libro traccia una geografia della memoria della protagonista, seguendo percorsi che si muovono tra il passato dei suoi ricordi e il presente, nei tre giorni che precedono la Pasqua ortodossa. Un viaggio in cui Alma scava nel tempo per capire chi fosse suo padre, un uomo misterioso che lavorava per il maresciallo Tito, una figura evanescente, che appariva e scompariva nei suoi viaggi di là, nel mondo degli “s’ciavi”, come vengono chiamati gli abitanti dell’ex-Jugoslavia. Un mondo di cui lei non era parte, pieno di segreti non svelati, perché, secondo suo padre, alcune cose è meglio non saperle; sono le cose del presente che contano, non quelle del passato. Da questo mondo “altro” arriva un giorno anche Vili, un ragazzino serbo figlio di dissidenti del regime, fuggito da Belgrado. Alma e Vili crescono insieme, dapprima fratellastri, poi amici, amanti, antagonisti. Le loro vite si separeranno per molti anni, si ricongiungeranno a Belgrado, durante la guerra nei Balcani, per poi ritrovarsi nuovamente a Trieste dove a Vili è stata consegnata l’eredità che Alma dovrà raccogliere. Alma

    Federica Manzon
    Feltrinelli, 2024

    Alma
  • 26 Giugno 2024 Il caso dei sessantasei secondi Sulla linea ferroviaria per Birmingham, nella tratta Marylebone-Aylesbury, c'è una stazione in cui i treni non si fermano. Sembra una stazione come tante, ma non ha l'insegna e ... +
  • 26 Giugno 2024

    Il caso dei sessantasei secondi

    Sulla linea ferroviaria per Birmingham, nella tratta Marylebone-Aylesbury, c'è una stazione in cui i treni non si fermano. Sembra una stazione come tante, ma non ha l'insegna e non appare sulle carte. Un solo treno vi fa tappa, ogni notte, a mezzanotte: vi sosta per poco più di un minuto. Sessantasei secondi esatti. Nessuno sale, nessuno scende. Generalmente, i passeggeri sono troppo assonnati per farci caso e nessuno fa domande. Almeno fino a quando, una mattina, sul “Morning Post”, un trafiletto riporta la lamentela di una viaggiatrice che ne racconta la particolarità. Quattro amiche inseparabili lo leggono e rimangono così catturate da questa storia che decidono di svelarne il mistero, salendo in carrozza e aspettando…sessantasei secondi.   “Il caso dei sessantasei secondi” è il primo romanzo della saga “Ordine della Ghirlanda” di Tommaso Percivale, una serie che ha tutti gli ingredienti di un mistery per ragazzi in grado di appassionare anche gli adulti. Attraverso una scrittura essenziale e piacevole, la trama trasporta il lettore in medias res nella Londra vittoriana in cui si ambienta la vicenda, e lo trascina, con la stessa velocità del treno, fino alla fine del racconto, senza mai perderne l’attenzione. La struttura narrativa de “Il caso dei sessantasei secondi” scorre lineare e rapida pur senza mancare dei giusti intrecci capaci di stimolare la mente dei suoi lettori, affrontando anche temi universali – come l’amicizia – accanto a una buona dose di empowerment femminile.    

    Il caso dei sessantasei secondi
    di Tommaso Percivale
    Mondadori, 2022

    Il caso dei sessantasei secondi
  • 19 Giugno 2024 I Bonora Hacca Edizioni pubblica un testo inedito di Giovanni Pirelli, fratello di Leopoldo e grande intellettuale antifascista del Novecento. Il romanzo, che si apre con una prefazione di Giuseppe ... +
  • 19 Giugno 2024

    I Bonora

    Hacca Edizioni pubblica un testo inedito di Giovanni Pirelli, fratello di Leopoldo e grande intellettuale antifascista del Novecento. Il romanzo, che si apre con una prefazione di Giuseppe Lupo, racconta la saga familiare dei Bonora, a partire dalla morte, nel 1935, del patriarca Emanuele, fondatore delle Officine Meccaniche Bonora. Il romanzo segue poi le sorti del figlio Giulio e dei nipoti, Michele e Andrea, quest’ultimo con molte caratteristiche che lo accomunano all’autore, anch’esso discendente di una grande famiglia imprenditoriale italiana. Le sorti dei protagonisti si intrecciano alla Storia d’Italia alla vigilia del Secondo Conflitto Mondiale, e i nipoti saranno chiamati a decidere da che parte schierarsi, messi di fronte alla guerra alle porte, che chiede ai giovani il sacrificio della propria vita. Grazie all’impegno dell’editore e degli eredi di Giovanni Pirelli nella pubblicazione di questo prezioso testo, possiamo leggere per la prima volta un libro straordinario che, seguendo l’analisi introduttiva di Lupo, presenta due anime narrative: “una risponde ai quesiti del romanzo imprenditoriale, l’altra riguarda la tipologia di quello resistenziale”.  

    I Bonora
    Giovanni Pirelli; prefazione di Giuseppe Lupo
    Hacca edizioni, 2024

    I Bonora
  • 12 Giugno 2024 L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise Coyote ha 12 anni e vive su un vecchio scuolabus convertito in una casa su due ruote che viaggia in lungo e in largo attraverso gli Stati Uniti. ... +
  • 12 Giugno 2024

    L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise

    Coyote ha 12 anni e vive su un vecchio scuolabus convertito in una casa su due ruote che viaggia in lungo e in largo attraverso gli Stati Uniti. Un viaggio on the road, potreste pensare. E invece no. Quella di Coyote, del gatto Ivan e di suo papà Rodeo è più una fuga dal passato e dai ricordi. Possono andare ovunque, eccetto a Poplin’ Springs. Questo almeno finché, un giorno, la ragazzina non viene a sapere che il parco giochi dov’è cresciuta sta per essere raso al suolo. Vuole salvarlo ma convincere Rodeo a tornare indietro è un’impresa disperata. Inizia così un’avventura che la porterà, in soli quattro giorni, da una costa all’altra degli USA. Imprevisti, nuove conoscenze, segreti urlati al vento e cambi di rotta poteranno i due protagonisti a scoprire che spesso, per affrontare il passato, è necessario condividere il presente. Infinte autostrade americane, sole, stazioni di servizio, uno scuolabus giallo. Cosa ci può essere di più  “a stelle e strisce”? Vincitore di diversi premi letterari, ciò che colpisce di più leggendo “L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise” è la costruzione a tutto tondo dei personaggi: solidi, credibili, ben delineati. Non solo quello della protagonista che, in prima persona, ci trasporta in un’afosissima stazione di servizio in Oregon, ma anche di tutte le figure che circondano il suo racconto. Ognuno è parte necessaria, integrante e mai marginale della storia (tanto che facilmente si passa da un racconto in prima persona a uno corale dei grandi temi universali e transgenerazionali). In un crescendo d’intensità, la storia di Coyote e di Rodeo parte scanzonata per diventare, col passare delle pagine, via via sempre più densa con uno stile diretto, ironico e spesso profetico, ma sempre fortemente umano. Il lettore viene immerso nei ricordi, nei sogni di viaggi fuori dal comune, nelle amicizie senza tempo, entra in contatto con fantasmi che si collocano invece in un tempo ben preciso: il passato. Sarà la corsa verso Poplin’ Spring che scioglierà i nodi della vicenda: alla libertà, alla mancanza di regole e di un passato si dovrà sostituire la riappropriazione di quei nomi e di quell’identità che i due protagonisti hanno lasciato dietro di loro, cinque anni prima. Per farlo, però, sarà necessario far pace con ciò che li ha portati a privarsene.  

    L'imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise
    di Dan Gemeinhart
    EDT, 2022

    L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise
  • 05 Giugno 2024 La cucina italiana non esiste Alberto Grandi e Daniele Soffiati tornano a sfatare i luoghi comuni e i miti costruiti attorno alle tavole degli italiani, dopo il successo della serie di podcast “DOI, ... +
  • 05 Giugno 2024

    La cucina italiana non esiste

    Alberto Grandi e Daniele Soffiati tornano a sfatare i luoghi comuni e i miti costruiti attorno alle tavole degli italiani, dopo il successo della serie di podcast “DOI, Denominazione di Origine Inventata”. Stesso titolo del primo libro di Grandi sull’argomento, in cui il docente di Storia economica e Storia dell’alimentazione dell’Università di Parma provava a smontare miti e leggende della cucina italiana, attirandosi le ire di puristi e sovranisti alimentari. Una lettura che non vuole screditare la cucina italiana - che alla fine, certo, esiste - ma valorizzarla, raccontandone l’evoluzione e ironizzando su un certo modo di intendere la tradizione come qualcosa di eterno e immutabile. D’altronde provate a dire a un romano che usate cipolla e pancetta per la carbonara o a un milanese che preferite il panettone al cioccolato, vi sentirete spesso rispondere che offendete una ricetta scritta nella pietra, la quale ha origini antichissime e spesso ammantate da un velo di mistero. La caratteristica della cucina italiana è invece proprio quella di aver conosciuto molteplici influenze, cambiamenti e innovazioni, che l'hanno resa oggi una delle più apprezzate al mondo.  

    La cucina italiana non esiste
    Alberto Grandi e Daniele Soffiati
    Mondadori, 2024

    La cucina italiana non esiste
  • 29 Maggio 2024 La notte dei biplani Cornovaglia, 1916. La Prima Guerra Mondiale è alle porte. Una cameriera, un minatore, un giovane lord (Mary, John e Arthur) sono legati da una profonda amicizia e sognano ... +
  • 29 Maggio 2024

    La notte dei biplani

    Cornovaglia, 1916. La Prima Guerra Mondiale è alle porte. Una cameriera, un minatore, un giovane lord (Mary, John e Arthur) sono legati da una profonda amicizia e sognano di volare sui biplani dotati di tecnologia BOT. I Bio-Ordinatori-Tattici permettono ai piloti di diventare un tutt’uno con i biplani, che possono quindi essere guidati come se fossero un’estensione del corpo. Arthur e Mary fremono per arruolarsi in aviazione, John invece è contrario, crede nella pace. Quando però, all’improvviso, il loro mentore, Sir Richard, scompare mentre sta lavorando a un congegno che fa gola agli Imperi Centrali che all'Alleanza Occidentale, tutti e tre si ritrovano catapultati in cieli carichi di nuvole e battaglie aeree. Tra biplani inglesi, zeppelin e i triplani tedeschi la loro amicizia e il loro destino verranno segnati indelebilmente.   “La notte dei biplani” è ambientato in un 1916 alternativo. Un 1916 in cui incombe la guerra e i giovani piloti devono poter sintonizzare le proprie onde cerebrali con i computatori militari per poter guidare dei biplani. In questo universo ucronico, i progressi informatici sono giunti ben più avanti rispetto alla guerra che abbiamo conosciuto e combattuto noi a suon di messaggi in codice e macchine per decodificarli. Davanti agli occhi del lettore scorrono carrarmati sperimentali, sottomarini, aerei, connessioni cerebrali che consentono di comandare i mezzi alla stessa velocità del pensiero e molto altro. Come nella guerra che si è combattuta poco più di un secolo fa, sono però le giovani generazioni a pagare un prezzo altissimo, non solo in trincea: il corpo umano risulta incapace di sostenere il peso di una tecnologia così potente. Giocando con gli espedienti narrativi più disparati (il racconto è affidato ora a scambi di e-mail, ora a rapporti, ora al romanzo stesso), Morosinotto aggiunge un ulteriore livello di lettura donandogli un alone di steampunk attraverso le tavole a fumetti realizzate da Claudio Prati. Tra prime infatuazioni, primi approcci con la morte, ideali e grandi battaglie, “La notte dei biplani” è soprattutto un viaggio attraverso la fatica di fare i conti con la realtà, di diventare adulti e di trovare sempre la forza tanto di prendere il volo quanto di rimanere con i piedi ben piantati a terra, quando necessario.  

    La notte dei biplani
    di Davide Morosinotto
    Il Castoro, 2024

    La notte dei biplani
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