Categoria: Libri scelti per voi




L’Ickabog
“L’Ickabog” è una bellissima fiaba scritta da J.K. Rowling, la celebre creatrice della saga di Harry Potter. Il regno di Cornucopia era un tempo il reame più felice del mondo, pieno di ricchezze, con un bravo sovrano e deliziose pasticcerie. Tutto sembrava perfetto, tranne la parte nord del regno, nelle cui paludi viveva una creatura spaventosa... Sarà solo un mito o sarà realtà? In molti credono che sia solo una storia per spaventare i bambini, ma la forza di una leggenda può essere tale da spodestare un re, ridurre in ginocchio una nazione e spingere due bambini coraggiosi in una divertente ed eccitante avventura, attraverso la quale scopriranno la forza della speranza e il valore dell’amicizia.
L’Ickabog
Joanne Kathleen Rowling
Salani, 2020




A Babbo morto. Una storia di Natale
Una fiaba di Natale che non vi aspettereste. Si avvicinano le feste, i regali e l’albero di Natale, ma Zerocalcare ci racconta cosa succede dietro al business dei regali e all’intenso lavoro di Babbo Natale. I folletti che lavorano alla Klauss, l’azienda di Babbo Natale, raccontano delle loro grottesche condizioni di lavoro, in un momento in cui Babbo Natale non c’è più e le redini dell’azienda di famiglia passano ai figli: Figlio Natale e Figlia Natale. Un giorno il folletto Gaetano viene trovato morto, elfi e gnomi indicono quindi una protesta sindacale che mette in agitazione tutto il Polo Nord. Ci sono anche le rider della Befana, che scioperano con i minatori di carbone sardi, in crisi perché i bambini preferiscono gli orsetti gommosi al carbone come regalo per le loro calze. Una storia che diventa un’allegoria per una critica sociale sulle condizioni dei lavoratori e che ci fa vedere le festività con un po’ di sarcasmo.
A Babbo morto. Una storia di Natale
Zerocalcare
Bao, 2020




La cena di Natale
La volpe, il lupo e la donnola sono pronti a intavolare un cenone con i fiocchi, ma non hanno fatto i conti con il tacchino appena catturato! Infatti, prima di tutto, si tratta di una Signora Tacchina che non ne vuole proprio sapere di finire al forno e trova molto fuori luogo il disordine in cui sono abituati a vivere i tre cacciatori. Dalla poltrona Cesarina inizia a dare ordini ai tre birbanti che non riescono a negarsi ai doveri della casa e finiscono con l’apprezzare la compagnia di questa buffa gallinacea. Un ironico e alternativo racconto di Natale da leggere nell’attesa di aprire i regali.
La cena di Natale
Nathalie Dargent, Magali Le Huche
Edizioni Clichy, 2015




Il cielo
Pagine doppie, pagine intagliate, bucate, trasparenti e meravigliosamente illustrate danno forma a questo volume che ci fa volare. Iniziamo bassi a scoprire i misteri dell’impollinazione per poi librarci verso l’alto tra i vari tipi di nuvole, mongolfiere e altre macchine volanti per spingerci infine come un razzo tra le stelle e i pianeti. Hélène Druvert stupisce ancora una volta dopo Anatomia, Oceano e Nascita raccontandoci un mondo che ci circonda ma che troppo spesso diamo per scontato e rischiamo di rovinare.
Il cielo
Hélène Druvert, Juliette Heinhorn
L’ippocampo 2020




Dante
“Dante” è il titolo essenziale della biografia scritta da Alessandro Barbero per Laterza sull’uomo che fa da architrave della nostra letteratura ma anche di molti dei giudizi che da secoli, riletti e reinterpretati (Foscolo, Leopardi, Manzoni), indicano il bene e il male della coscienza civile. Di lui molto sappiamo molto, per biografie e riferimenti già vicini alla sua epoca (Boccaccio, Petrarca, l’umanista Leonardo Bruni con la sua “Vita di Dante” del 1436). Ma restano ancora pagine da interpretare e chiarire. Lo fa bene Barbero, con sapienza di storico e mano felice di scrittore, raccontando guerre comunali e intrighi politici, passioni e ragioni diplomatiche, in un’Italia che esce dal Medio Evo e si avvia verso le luci dell’Umanesimo tra conflitti e commerci, miserie e splendori cortigiani. Che proprio Dante ci ha disvelato. E di cui vale sempre la pena saperne di più.
Dante
Alessandro Barbero
Laterza, 2020




Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Un noir inusuale ambientato su un altipiano nelle montagne al confine tra Polonia e Repubblica Ceca, con un’atmosfera fiabesca e surreale. La protagonista, Janina Duszejko, è un’eccentrica insegnante d’inglese appassionata di William Blake e di astrologia, che preferisce evitare i contatti umani e vivere isolata dal mondo. Una sera Janina trova il suo vicino di casa Piede Grande morto, apparentemente soffocato. Da qui partirà una serie di strane morti nell’altipiano e i principali indiziati sembrerebbero gli animali selvatici della valle, che forse vogliono vendicarsi delle violenze subite dagli esseri umani. Janina, che ama gli animali più degli umani, cerca quindi di mettere i bastoni tra le ruote ai cacciatori di frodo. Olga Tokarczuk, vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2018, ci racconta una storia ironica e grottesca, che affronta tematiche ambientaliste e femministe con una prosa affascinante che mescola diversi stili narrativi.
Guida il tuo carro sulle ossa dei morti
Olga Tokarczuk
Bompiani, 2020




Sulla vita dei lemuri
Sembrano indossare una mascherina di carnevale, hanno orecchie a punta e una lunghissima coda a strisce, forse è questo aspetto buffo che li rende così simpatici ai nostri occhi. I lemuri sono mammiferi che abitano il Madagascar da milioni di anni e hanno una vita tutt’altro che noiosa: sembrano fare yoga al levar del sole, cantano in cima agli alberi e sono ghiotti della miglior frutta fresca. Andrea Antinori con le sue vivaci illustrazioni, rigorosamente in giallo e nero, ci aiuta a scoprire curiosità e abitudini di questi animaletti.
Sulla vita dei lemuri
Andrea Antinori
Corraini Edizioni, 2020




Vite senza fine
Raccontare il lavoro. E l’impresa. I valori dell’intraprendere e del creare con l’immaginazione e con le mani. La fatica e il piacere del fare bene. E l’importanza di inventare, costruire, cambiare. C’è tutto un mondo che sollecita parole e pagine e vuole, giustamente, finire in un libro. Un libro come “Vite senza fine”, per esempio. L’ha scritto, benissimo, Ernesto Franco, per Einaudi. Il romanzo Racconta di Giò Magnaschi che, all’inizio del Novecento, ancora bambino, gioca con un chiodo cavallottino e una rondella e, appena adulto, fonda quella che diventerà la più grande ditta di ferramenta dei suoi tempi: una sorta di eroe della manifattura. Tra ricordi di famiglia, documenti, testimonianze ritrovate un po’ per caso, Franco ricostruisce la storia di quel suo zio che, tra Genova e il mondo, sa tenere insieme fabbrica e sogni, la concretezza dei bulloni e la leggerezza dei viaggi e delle passioni d’amore. “Mi piace mettere insieme le cose. E che ci restino”, diceva. Parlava dei nodi e degli incastri a coda di rondine, di chiavi e serrature, delle navi che solcano il mare e un po’ gli appartengono. E amava quell’oggetto speciale che è, appunto, la vite senza fine, senza la quale poco si tiene. Ma che, da sola, non basta a tenere insieme tutta una vita. Meno male che, per far continuare una vita intensamente e ben spesa, ci sono le parole che danno forma e spessore ai ricordi.
Vite senza fine
Ernesto Franco
Einaudi, 2020 (prima edizione 1999)




Inventario dei giorni sospesi
A nessuno piace perdere la propria libertà ma a volte è necessario per il bene di tutti, allora cosa ci si può inventare in alternativa alle giornate all’aria aperta?
Con questo manuale di pensieri felici, le autrici provano a nutrire il sorriso di chi è ancora molto giovane con proposte divertenti. É proprio il momento di provare a fare cose che normalmente potrebbero sembrare strampalate come capire dove vuole andare una lumaca seguendo il suo ritmo lento oppure provare a tagliarci i capelli da soli! Insomma, l’importante è tenere alto il morale per superare con coraggio questo faticoso ostacolo della vita.
Inventario dei giorni sospesi
Valeria Docampo, Agnès de Lestrade
Terre di mezzo editore, 2020




Il borghese Pellegrino
Un omicidio nella notte, in una stanza chiusa a chiave, nel castello di Campoventoso, che ospita una modernissima azienda agricola. Una pietanza turca, il mezé, preparata in un’alba gelida con peperoni, noci e semi di melagrane. Un lucroso commercio di carne in scatola un po’ troppo piccante. E un fiorire di conversazioni sul cibo e gli affari tra l’Italia e l’Impero turco, all’inizio del Novecento. Siamo tra le pagine di “Il borghese Pellegrino”, di Marco Malvaldi, Sellerio. E il protagonista è Pellegrino Artusi, all’epoca dei fatti anziano e celebre autore de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, oltre che accorto mercante di stoffe. E, naturalmente, investigatore sagace (lo avevamo giù visto all’opera in “Odore di chiuso”). Tra un dialogo mondano e uno scambio di ricette, un incantamento amoroso e un via vai di piccioni viaggiatori, bisogna scoprire chi ha ucciso un rispettabile banchiere che faceva da garante dei legami tra Italia e Turchia. Malvaldi, ancora una volta, è maestro nel tratteggiare caratteri e collegarli ai contesti sociali. E a regalarci, citando i diari di Artusi, delle pagine straordinarie su quanto proprio il cibo possa fare da efficace legame tra i popoli: “La cucina è un linguaggio universale che ha bisogno di essere capito solo da chi lo pratica: forse solo la musica può stargli a pari”.
Il borghese Pellegrino
Marco Malvaldi
Sellerio, 2020