L’impresa a tutto tondo
Un libro appena pubblicato legge l’economia, e il suo futuro, sulla base dei principi dell’etica cristiana
L’impresa – la buona impresa -, progettata, costruita e gestita da un punto di vista diverso. A far da guida, non il profitto costi quel che costi, ma l’etica e in particolare l’etica cristiana. E’ importante dirlo subito: non è l’impresa buonista quella di cui si parla. Ma ben altro. Per capire, è bene leggere “Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro”, scritto da Francesco Antonioli.
Giornalista di grande esperienza, e quindi attento osservatore dei fatti, ma anche conoscitore dei collegamenti (molti e complessi) che possono esistere tra mondo dell’economia e mondo dell’etica e della spiritualità, Antonioli ha scritto un libro solo in apparenza facile da leggere (perché scritto bene), ma in realtà complesso e da meditare con attenzione. Il tema attorno al quale ragiona l’autore, è quello della possibilità di costruire davvero un’economia basata sui grandi principi della cristianità cattolica. Che non significa lasciare da parte il profitto e l’efficiente gestione economica degli affari. Ma vuol dire qualcosa di molto più complesso. E affascinante.
Antonioli scrive: “Meno non significa affatto decrescere. Vuol dire arretrare, questo sì: nell’indifferenza, nell’individualismo, nella conflittualità, nella bulimia del consumismo e della ricchezza. Ma per essere più. Più civili, più realizzati, più umani, più felici. Sì, meno è di più. Occorre creatività, e anche un po’ di follia, occorre essere affamati di futuro”. Grande modernità, dunque, e grande cultura d’impresa.
Il libro – come è evidente – prende le mosse dall’iniziativa The economy of Francesco con la quale papa Bergoglio ha convocato ad Assisi cinquecento giovani economisti e imprenditori sotto i 35 anni, invitati a scrivere un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. Antonioli parte da questo evento per fornire una sua versione di quanto occorrerebbe fare. E cioè correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Tutto recuperando gli insegnamenti di due santi carismatici – a loro modo inventori di prototipi finanziari e di organizzazione aziendale -, come Francesco e Benedetto. Chi legge, quindi, inizia il suo percorso trovando risposte alle domande sulla possibilità di dare un nuovo corso all’economia, passando poi ad affrontare l’analisi dei problemi “dell’altra economia” (“triste e inefficace”), per poi approdare agli approfondimenti dell’economia secondo san Benedetto prima e san Francesco dopo.
Chi vede il profitto come unico fine dell’impresa non sarà d’accordo con Antonioli, così come non lo sarà chi concepisce l’organizzazione della produzione come qualcosa che debba essere votato a fare il bene senza guardare all’efficienza. Chi, invece, guarda all’economia e alle imprese come entità vive, fatte di donne e uomini ai quali devono essere dati dignità e rispetto, chi guarda al futuro della produzione in questo modo, troverà nel libro di Francesco Antonioli una buona lettura.
Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro
Francesco Antonioli
Edizioni Terra Santa, 2020
Un libro appena pubblicato legge l’economia, e il suo futuro, sulla base dei principi dell’etica cristiana
L’impresa – la buona impresa -, progettata, costruita e gestita da un punto di vista diverso. A far da guida, non il profitto costi quel che costi, ma l’etica e in particolare l’etica cristiana. E’ importante dirlo subito: non è l’impresa buonista quella di cui si parla. Ma ben altro. Per capire, è bene leggere “Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro”, scritto da Francesco Antonioli.
Giornalista di grande esperienza, e quindi attento osservatore dei fatti, ma anche conoscitore dei collegamenti (molti e complessi) che possono esistere tra mondo dell’economia e mondo dell’etica e della spiritualità, Antonioli ha scritto un libro solo in apparenza facile da leggere (perché scritto bene), ma in realtà complesso e da meditare con attenzione. Il tema attorno al quale ragiona l’autore, è quello della possibilità di costruire davvero un’economia basata sui grandi principi della cristianità cattolica. Che non significa lasciare da parte il profitto e l’efficiente gestione economica degli affari. Ma vuol dire qualcosa di molto più complesso. E affascinante.
Antonioli scrive: “Meno non significa affatto decrescere. Vuol dire arretrare, questo sì: nell’indifferenza, nell’individualismo, nella conflittualità, nella bulimia del consumismo e della ricchezza. Ma per essere più. Più civili, più realizzati, più umani, più felici. Sì, meno è di più. Occorre creatività, e anche un po’ di follia, occorre essere affamati di futuro”. Grande modernità, dunque, e grande cultura d’impresa.
Il libro – come è evidente – prende le mosse dall’iniziativa The economy of Francesco con la quale papa Bergoglio ha convocato ad Assisi cinquecento giovani economisti e imprenditori sotto i 35 anni, invitati a scrivere un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani. Antonioli parte da questo evento per fornire una sua versione di quanto occorrerebbe fare. E cioè correggere i modelli di crescita incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente, l’equità sociale, la dignità dei lavoratori, i diritti delle generazioni future. Tutto recuperando gli insegnamenti di due santi carismatici – a loro modo inventori di prototipi finanziari e di organizzazione aziendale -, come Francesco e Benedetto. Chi legge, quindi, inizia il suo percorso trovando risposte alle domande sulla possibilità di dare un nuovo corso all’economia, passando poi ad affrontare l’analisi dei problemi “dell’altra economia” (“triste e inefficace”), per poi approdare agli approfondimenti dell’economia secondo san Benedetto prima e san Francesco dopo.
Chi vede il profitto come unico fine dell’impresa non sarà d’accordo con Antonioli, così come non lo sarà chi concepisce l’organizzazione della produzione come qualcosa che debba essere votato a fare il bene senza guardare all’efficienza. Chi, invece, guarda all’economia e alle imprese come entità vive, fatte di donne e uomini ai quali devono essere dati dignità e rispetto, chi guarda al futuro della produzione in questo modo, troverà nel libro di Francesco Antonioli una buona lettura.
Meno è di più. Le Regole monastiche di Francesco e Benedetto per ridare anima all’economia, alla finanza, all’impresa e al lavoro
Francesco Antonioli
Edizioni Terra Santa, 2020