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Mestiere di manager

Il racconto lavorativo di chi organizza e gestisce la produzione che diventa manuale di management

Governare un’impresa, ma anche cambiarla e avere il coraggio di farlo. Guardare ai conti (economici), ma anche a tutto ciò che, insieme a questi, fa davvero un’impresa a tutto tondo. Mestiere difficile e complesso, quello dell’imprenditore e del manager. mestiere che, per essere ben compreso, occorre raccontare più che spiegare con dovizia di teorie. Ed è proprio il racconto quello che caratterizza “Il manager veste il kilt. Crescita di un leader nella visione della fabbrica perfetta”, scritto a quattro mani da Lorenzo Romagnoli – manager di lungo corso attualmente dirigente executive del gruppo GE Vernova – e Giovanni Barni – giornalista e scrittore – che in poco più di un centinaio di pagine hanno per davvero raccontato le vicende di vita e di professione del primo, arrivando a scrivere una sorta di manuale di management “sul campo”.

Il tema di fondo del libro è delineato da una constatazione: la grande azienda (ma si potrebbe dire, ogni azienda) è una macchina complessa; è un treno che percorre i suoi binari e che non può sterzare all’improvviso verso un’altra destinazione. Ma ci sono casi, situazioni, avvenimenti, epoche, che costringono le aziende a intraprendere veloci cambiamenti che la portano a modificare pelle, immagine, fisionomia. Cambiamenti di questo tipo sono da attribuire a una ben precisa categoria di manager. Persone, donne e uomini, con grandi competenze che lavorano spesso nascosti dalla ribalta della grande comunicazione, e che riescono ad interpretare il nuovo e a superare gli stretti vincoli dei compiti affidati loro dalle organizzazioni e dalla burocrazia aziendale.

Come si riesca in questo intento, quali doti si debbano avere e quale grado di ingegno occorra, è ciò che viene raccontato nel libro sulla base delle esperienze di Romagnoli. Chi legge viene dunque accompagnato lungo un cammino doppio: da una parte il vero racconto del lavoro di Romagnoli e, dall’altra, l’apprendimento degli strumenti necessari per la ripartenza e il cambiamento di un’attività produttiva nel difficile passaggio fra un passato analogico e le promesse di un futuro digitale. In altri termini, esattamente ciò che accade alla gran parte delle imprese di oggi.

Il lettore viene così condotto all’apprendimento delle tecniche di gestione per gradi: dal significato dell’investimento come fattore di trasformazione dell’ambiente si passa al valore della formazione vista come strumento di cambiamento culturale prima ancora che produttivo. Nell’ultimo capitolo il disegno strategico del manager prende completamente forma e diventa una proposta per la costruzione di uno stabilimento produttivo ideale dove la tecnologia si confonde con gli individui e dove la comunità del luogo fa tutt’uno con la sua fabbrica di riferimento. È il sogno della fabbrica perfetta.

Romagnoli e Barni hanno scritto un libro originale, che unisce – con efficacia – i tratti del racconto con quelli del manuale. Da leggere e da annotare, oltre che da verificarne il contenuto in altre realtà d’impresa.

Il manager veste il kilt. Crescita di un leader nella visione della fabbrica perfetta

Lorenzo Romagnoli, Giovanni Barni

Franco Angeli, 2024

Il racconto lavorativo di chi organizza e gestisce la produzione che diventa manuale di management

Governare un’impresa, ma anche cambiarla e avere il coraggio di farlo. Guardare ai conti (economici), ma anche a tutto ciò che, insieme a questi, fa davvero un’impresa a tutto tondo. Mestiere difficile e complesso, quello dell’imprenditore e del manager. mestiere che, per essere ben compreso, occorre raccontare più che spiegare con dovizia di teorie. Ed è proprio il racconto quello che caratterizza “Il manager veste il kilt. Crescita di un leader nella visione della fabbrica perfetta”, scritto a quattro mani da Lorenzo Romagnoli – manager di lungo corso attualmente dirigente executive del gruppo GE Vernova – e Giovanni Barni – giornalista e scrittore – che in poco più di un centinaio di pagine hanno per davvero raccontato le vicende di vita e di professione del primo, arrivando a scrivere una sorta di manuale di management “sul campo”.

Il tema di fondo del libro è delineato da una constatazione: la grande azienda (ma si potrebbe dire, ogni azienda) è una macchina complessa; è un treno che percorre i suoi binari e che non può sterzare all’improvviso verso un’altra destinazione. Ma ci sono casi, situazioni, avvenimenti, epoche, che costringono le aziende a intraprendere veloci cambiamenti che la portano a modificare pelle, immagine, fisionomia. Cambiamenti di questo tipo sono da attribuire a una ben precisa categoria di manager. Persone, donne e uomini, con grandi competenze che lavorano spesso nascosti dalla ribalta della grande comunicazione, e che riescono ad interpretare il nuovo e a superare gli stretti vincoli dei compiti affidati loro dalle organizzazioni e dalla burocrazia aziendale.

Come si riesca in questo intento, quali doti si debbano avere e quale grado di ingegno occorra, è ciò che viene raccontato nel libro sulla base delle esperienze di Romagnoli. Chi legge viene dunque accompagnato lungo un cammino doppio: da una parte il vero racconto del lavoro di Romagnoli e, dall’altra, l’apprendimento degli strumenti necessari per la ripartenza e il cambiamento di un’attività produttiva nel difficile passaggio fra un passato analogico e le promesse di un futuro digitale. In altri termini, esattamente ciò che accade alla gran parte delle imprese di oggi.

Il lettore viene così condotto all’apprendimento delle tecniche di gestione per gradi: dal significato dell’investimento come fattore di trasformazione dell’ambiente si passa al valore della formazione vista come strumento di cambiamento culturale prima ancora che produttivo. Nell’ultimo capitolo il disegno strategico del manager prende completamente forma e diventa una proposta per la costruzione di uno stabilimento produttivo ideale dove la tecnologia si confonde con gli individui e dove la comunità del luogo fa tutt’uno con la sua fabbrica di riferimento. È il sogno della fabbrica perfetta.

Romagnoli e Barni hanno scritto un libro originale, che unisce – con efficacia – i tratti del racconto con quelli del manuale. Da leggere e da annotare, oltre che da verificarne il contenuto in altre realtà d’impresa.

Il manager veste il kilt. Crescita di un leader nella visione della fabbrica perfetta

Lorenzo Romagnoli, Giovanni Barni

Franco Angeli, 2024

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