Musica d’impresa
Un libro racconta i collegamenti fra l’organizzazione della produzione e il jazz
Ogni organizzazione della produzione ha bisogno di regole severe per funzionare bene. Ma ogni buona impresa deve anche essere capace di infrangere le regole per funzionare meglio. Che, detto in altri termini, significa avere fantasia oltre che capacità di calcolo, visione oltre che pianificazione. Vuol dire improvvisare oltre che pianificare. E’ per questo che la cultura d’impresa non è cosa che si presti ad essere definita una volta per tutte. Ed è per questo che alla buona gestione d’impresa fa bene una cultura a tutto tondo. Anche musicale, come ha pensato Erika Leonardi con il suo “Impresa & jazz. Il lavoro di gruppo a tempo di swing” pubblicato da poco.
Il punto di partenza del ragionamento di Leonardi (che dalla sua formazione scientifica, è biologa ed etologa, è partita per occuparsi di organizzazione aziendale), è che darsi regole è necessario, ma lo è anche infrangerle con senso di responsabilità. Un paradosso, solo apparente, per vincere, secondo Leonardi, la sfida di sempre: lavorare serenamente, tutti insieme. La fonte d’ispirazione per applicare un metodo di questo genere è inconsueta come il metodo stesso: il jazz. Secondo l’autrice del libro, ci sono straordinarie affinità con l’organizzazione di un’impresa: regole e flessibilità, spirito di squadra e responsabilità individuale sono le componenti della quotidianità aziendale che, come una jazz band, alterna gruppo e individuo, regole e caos, competenza e innovazione.
Per declinare e raccontare questa visione della gestione aziendale, Leonardi inizia quindi dalla parte più “seria” e cioè dal lavoro aziendale prendendo in considerazione l’organizzazione della produzione, le relazioni fra interno ed esterno dell’azienda, le regole organizzative e produttive. Nella seconda parte, poi, il libro ragiona sui collegamenti fra attività d’impresa e jazz. L’autrice prende quindi in considerazioni aspetti importanti del suonare jazz come la pluralità dei ruoli, l’equilibrio fra diritti e doveri, la capacità di ascolto e di comunicazione, il governo del senso del tempo.
Il risultato del ragionare di Erika Leonardi attorno al tema dei collegamenti fra gestione d’impresa e jazz può apparire a prima vista poco ortodosso e per certi versi al limite di una buona gestione d’azienda, ma ha più di un fondamento e molto fascino. Ed è certamente da prendere in grande considerazione. Scrive l’autrice proprio sul finire delle circa 140 pagine: “Il jazz ti ricorda che devi far funzionare le cose assieme agli altri. È difficile, ma si può fare. Quando un gruppo di persone cerca di inventare qualcosa insieme, è facile che nascano conflitti. Il jazz esprime l’importanza di esprimere l’essenza dei tuoi sentimenti e la disponibilità a condividere un progetto con altri”. Puro spirito d’impresa, appunto.
Impresa & jazz. Il lavoro di gruppo a tempo di swing
Erika Leonardi
Guerini Next, 2019
Un libro racconta i collegamenti fra l’organizzazione della produzione e il jazz
Ogni organizzazione della produzione ha bisogno di regole severe per funzionare bene. Ma ogni buona impresa deve anche essere capace di infrangere le regole per funzionare meglio. Che, detto in altri termini, significa avere fantasia oltre che capacità di calcolo, visione oltre che pianificazione. Vuol dire improvvisare oltre che pianificare. E’ per questo che la cultura d’impresa non è cosa che si presti ad essere definita una volta per tutte. Ed è per questo che alla buona gestione d’impresa fa bene una cultura a tutto tondo. Anche musicale, come ha pensato Erika Leonardi con il suo “Impresa & jazz. Il lavoro di gruppo a tempo di swing” pubblicato da poco.
Il punto di partenza del ragionamento di Leonardi (che dalla sua formazione scientifica, è biologa ed etologa, è partita per occuparsi di organizzazione aziendale), è che darsi regole è necessario, ma lo è anche infrangerle con senso di responsabilità. Un paradosso, solo apparente, per vincere, secondo Leonardi, la sfida di sempre: lavorare serenamente, tutti insieme. La fonte d’ispirazione per applicare un metodo di questo genere è inconsueta come il metodo stesso: il jazz. Secondo l’autrice del libro, ci sono straordinarie affinità con l’organizzazione di un’impresa: regole e flessibilità, spirito di squadra e responsabilità individuale sono le componenti della quotidianità aziendale che, come una jazz band, alterna gruppo e individuo, regole e caos, competenza e innovazione.
Per declinare e raccontare questa visione della gestione aziendale, Leonardi inizia quindi dalla parte più “seria” e cioè dal lavoro aziendale prendendo in considerazione l’organizzazione della produzione, le relazioni fra interno ed esterno dell’azienda, le regole organizzative e produttive. Nella seconda parte, poi, il libro ragiona sui collegamenti fra attività d’impresa e jazz. L’autrice prende quindi in considerazioni aspetti importanti del suonare jazz come la pluralità dei ruoli, l’equilibrio fra diritti e doveri, la capacità di ascolto e di comunicazione, il governo del senso del tempo.
Il risultato del ragionare di Erika Leonardi attorno al tema dei collegamenti fra gestione d’impresa e jazz può apparire a prima vista poco ortodosso e per certi versi al limite di una buona gestione d’azienda, ma ha più di un fondamento e molto fascino. Ed è certamente da prendere in grande considerazione. Scrive l’autrice proprio sul finire delle circa 140 pagine: “Il jazz ti ricorda che devi far funzionare le cose assieme agli altri. È difficile, ma si può fare. Quando un gruppo di persone cerca di inventare qualcosa insieme, è facile che nascano conflitti. Il jazz esprime l’importanza di esprimere l’essenza dei tuoi sentimenti e la disponibilità a condividere un progetto con altri”. Puro spirito d’impresa, appunto.
Impresa & jazz. Il lavoro di gruppo a tempo di swing
Erika Leonardi
Guerini Next, 2019