Non solo profitto
La storia della INAZ, raccontata da Vera Zamagni che delinea un modello ma anche le nuove prospettive della buona cultura d’impresa
Resilienza e non semplice resistenza. Ma anche capacità di evolversi, senza dimenticare del tutto le proprie origini. Usare le nuove tecnologie, ma non trascurare l’importanza delle persone. Radici familiari che affondano però nella consapevolezza che la modernità esige aperture e non chiusure. C’è tutto questo nella storia che Vera Zamagni (storica dell’economia e attenta conoscitrice delle imprese italiane), ha scritto della INAZ un’azienda fondata nel 1948 per offrire alle imprese un nuovo metodo di gestione dell’ufficio paghe. “INAZ. Innovazione aziendale. Un’azienda di persone per le persone”, è un libro che si fa leggere da cima a fondo e che, soprattutto, è racconto un’azienda le cui vicende possono insegnare molto ad altre aziende.
L’idea d’impresa è di Valerio Gilli – uno dei pionieri nell’organizzazione scientifica degli uffici paghe, che la sviluppa con l’apporto fondamentale della moglie Clara Calissano -, che riesce ad iniziare l’attività nel momento giusto e a seguire così tutto il boom economico e sociale del Paese. Negli anni Ottanta, poi, l’azienda inizia contemporaneamente il primo passaggio generazionale con la figlia Linda Gilli e la transizione verso l’uso dello strumento elettronico. A cavallo del XXI° secolo si completa il passaggio generazionale e si allarga il campo d’azione aziendale dal classico “ufficio paghe” alla gestione delle risorse umane prima e del capitale umano poi. Oggi, racconta sempre il libro, è in corso il secondo passaggio generazionale verso i figli di Linda e il completo riposizionamento dei programmi nel cloud.
Dopo oltre settant’anni di vita, INAZ, spiega Zamagni, è diventata una media impresa di “Quarto capitalismo” cioè di quello stadio evolutivo dell’economia e della produzione che è riuscito ad evolversi dai paradigmi precedenti (le corporation, le aziende di Stato e le classiche PMI dei distretti tradizionali), per arrivare ad una idea di imprenditorialità e di produzione che accanto al profitto pone anche altro. Così, appunto, è la INAZ che, con oltre 50 milioni di euro di fatturato e più di 500 addetti, si presenta come un esempio virtuoso di azienda familiare, capace di mantenere ferma la sua ispirazione valoriale e di esercitare una fattiva responsabilità civile d’impresa. INAZ come esempio, dunque, dal quale Vera Zamagni trae però spunto non solo per tracciare un “modello d’impresa” ma anche per ragionare sul cambio della cultura d’impresa che è in corso in questi ultimi tempi e che manifesta sempre di più tutte le sue potenzialità.
“L’imprenditore – è un passo del libro nel quale parla Linda Gilli -, io ritengo, ha il dovere morale di creare le migliori condizioni per il lavoro e la crescita delle persone che lavorano con lui. Deve aiutarle a mettere a frutto i loro talenti, deve privilegiare la condivisione, lo stare insieme; deve dare spazio a coloro che collaborano con lui, ascoltarli, offrire e chiedere cooperazione, accettare le idee degli altri, creare sempre l’armonia per favorire la creatività e l’innovazione. Rispettare, valorizzare e responsabilizzare le persone, formarle e aiutarle a crescere è una funzione che l’imprenditore deve svolgere all’interno dell’azienda con continuità e impegno”. Senza, naturalmente, dimenticare la necessità di far quadrare i conti con efficacia.
INAZ. Innovazione aziendale. Un’azienda di persone per le persone
Vera Zamagni
il Mulino, 2021


La storia della INAZ, raccontata da Vera Zamagni che delinea un modello ma anche le nuove prospettive della buona cultura d’impresa
Resilienza e non semplice resistenza. Ma anche capacità di evolversi, senza dimenticare del tutto le proprie origini. Usare le nuove tecnologie, ma non trascurare l’importanza delle persone. Radici familiari che affondano però nella consapevolezza che la modernità esige aperture e non chiusure. C’è tutto questo nella storia che Vera Zamagni (storica dell’economia e attenta conoscitrice delle imprese italiane), ha scritto della INAZ un’azienda fondata nel 1948 per offrire alle imprese un nuovo metodo di gestione dell’ufficio paghe. “INAZ. Innovazione aziendale. Un’azienda di persone per le persone”, è un libro che si fa leggere da cima a fondo e che, soprattutto, è racconto un’azienda le cui vicende possono insegnare molto ad altre aziende.
L’idea d’impresa è di Valerio Gilli – uno dei pionieri nell’organizzazione scientifica degli uffici paghe, che la sviluppa con l’apporto fondamentale della moglie Clara Calissano -, che riesce ad iniziare l’attività nel momento giusto e a seguire così tutto il boom economico e sociale del Paese. Negli anni Ottanta, poi, l’azienda inizia contemporaneamente il primo passaggio generazionale con la figlia Linda Gilli e la transizione verso l’uso dello strumento elettronico. A cavallo del XXI° secolo si completa il passaggio generazionale e si allarga il campo d’azione aziendale dal classico “ufficio paghe” alla gestione delle risorse umane prima e del capitale umano poi. Oggi, racconta sempre il libro, è in corso il secondo passaggio generazionale verso i figli di Linda e il completo riposizionamento dei programmi nel cloud.
Dopo oltre settant’anni di vita, INAZ, spiega Zamagni, è diventata una media impresa di “Quarto capitalismo” cioè di quello stadio evolutivo dell’economia e della produzione che è riuscito ad evolversi dai paradigmi precedenti (le corporation, le aziende di Stato e le classiche PMI dei distretti tradizionali), per arrivare ad una idea di imprenditorialità e di produzione che accanto al profitto pone anche altro. Così, appunto, è la INAZ che, con oltre 50 milioni di euro di fatturato e più di 500 addetti, si presenta come un esempio virtuoso di azienda familiare, capace di mantenere ferma la sua ispirazione valoriale e di esercitare una fattiva responsabilità civile d’impresa. INAZ come esempio, dunque, dal quale Vera Zamagni trae però spunto non solo per tracciare un “modello d’impresa” ma anche per ragionare sul cambio della cultura d’impresa che è in corso in questi ultimi tempi e che manifesta sempre di più tutte le sue potenzialità.
“L’imprenditore – è un passo del libro nel quale parla Linda Gilli -, io ritengo, ha il dovere morale di creare le migliori condizioni per il lavoro e la crescita delle persone che lavorano con lui. Deve aiutarle a mettere a frutto i loro talenti, deve privilegiare la condivisione, lo stare insieme; deve dare spazio a coloro che collaborano con lui, ascoltarli, offrire e chiedere cooperazione, accettare le idee degli altri, creare sempre l’armonia per favorire la creatività e l’innovazione. Rispettare, valorizzare e responsabilizzare le persone, formarle e aiutarle a crescere è una funzione che l’imprenditore deve svolgere all’interno dell’azienda con continuità e impegno”. Senza, naturalmente, dimenticare la necessità di far quadrare i conti con efficacia.
INAZ. Innovazione aziendale. Un’azienda di persone per le persone
Vera Zamagni
il Mulino, 2021