Vino d’impresa
Raccontata in un libro appena pubblicato la storia di una delle più importanti aziende vitivinicole italiane: caso paradigmatico della buona cultura d’impresa
Storia che si fa presente e futuro. Narrazione di vicende umane e d’impresa che diventano investimenti per crescere. E’ tutto questo che si ritrova in ogni storia aziendale che sia ben interpretata. Ed è quanto si legge in “Amarone e oltre. Masi: 50 anni di vendemmie, famiglia e imprenditorialità”, libro che ha una particolarità in più per essere scritto da Sandro Boscaini, esponente della sesta generazione della famiglia che ha dato vita, 250 anni fa, all’azienda.
Il libro inizia davvero dalle origini dell’azienda Masi, nel 1772, che vengono collocate nell’ambiente dell’epoca per poi ripercorrere passo dopo passo le scelte imprenditoriale che sono state fatte, le vicende familiari che le hanno accompagnate e quelle storiche che hanno fatto da cornice. Chi legge, quindi, apprende non solo delle prime decisioni che hanno fatto “partire” l’azienda, ma anche della fase di strutturazione in qualcosa di solido e in grado di espandersi commercialmente, del passaggio cruciale di confronto con una delle malattie più pericolose per il settore vitivinicolo(la Fillossera) e poi quello tra le due guerre mondiali per arrivare allo sviluppo del dopoguerra e ad altre scelte cruciali per l’impresa.
Ciò che caratterizza il lavoro dell’autore, non è solo la narrazione (scritta con il piglio letterario giusto) di una storia d’impresa pluricentenaria, ma anche una seconda parte del libro nella quale il racconto storico si trasforma in ragionamento manageriale sui temi all’ordine del giorno nella gestione dell’azienda, dando conto di scelte, valori e strategie di gruppo e di marchio. Storia, come si diceva, che costituisce nutrimento per il presente e base per il futuro. E che fa capire il motivo per il quale “Amarone” richiama il nome dell’azienda su tutti i mercati.
Con ragione, Giuseppe Lupo, nella sua bella introduzione sintetizza la cultura d’impresa di Masi scrivendo di una “regola che nel Gruppo Masi è diventata aurea: non basta saper fare, bisogna anche comunicare ciò che si fa. A questo scopo risponde l’infittirsi del racconto fino alla soglia dei nostri anni: ogni azione è accompagnata dalla sua narrazione, e qualsiasi realtà produttiva, per vincere la sfida con i mercati, deve adottare l’esercizio dell’organizzazione. Ne esce una ragnatela integrata di uomini e di strutture, un agglomerato di intelligenze che cooperano verso un obiettivo unico e totalizzante. Che sia questa la strada per una dimensione comunitaria? Forse sì. Ma è anche la conferma di una continuità rispetto ai lasciti di un racconto familiare, dove tanti sono i nomi e i volti, i profili e le voci, ma unico resta il punto di osservazione: la necessità di vivere il moderno, non per subirne le contraddizioni ma per correggerne gli errori ed edificare qualcosa che rimanga”.
Amarone e oltre. Masi: 50 anni di vendemmie, famiglia e imprenditorialità
Egea, 2022
Raccontata in un libro appena pubblicato la storia di una delle più importanti aziende vitivinicole italiane: caso paradigmatico della buona cultura d’impresa
Storia che si fa presente e futuro. Narrazione di vicende umane e d’impresa che diventano investimenti per crescere. E’ tutto questo che si ritrova in ogni storia aziendale che sia ben interpretata. Ed è quanto si legge in “Amarone e oltre. Masi: 50 anni di vendemmie, famiglia e imprenditorialità”, libro che ha una particolarità in più per essere scritto da Sandro Boscaini, esponente della sesta generazione della famiglia che ha dato vita, 250 anni fa, all’azienda.
Il libro inizia davvero dalle origini dell’azienda Masi, nel 1772, che vengono collocate nell’ambiente dell’epoca per poi ripercorrere passo dopo passo le scelte imprenditoriale che sono state fatte, le vicende familiari che le hanno accompagnate e quelle storiche che hanno fatto da cornice. Chi legge, quindi, apprende non solo delle prime decisioni che hanno fatto “partire” l’azienda, ma anche della fase di strutturazione in qualcosa di solido e in grado di espandersi commercialmente, del passaggio cruciale di confronto con una delle malattie più pericolose per il settore vitivinicolo(la Fillossera) e poi quello tra le due guerre mondiali per arrivare allo sviluppo del dopoguerra e ad altre scelte cruciali per l’impresa.
Ciò che caratterizza il lavoro dell’autore, non è solo la narrazione (scritta con il piglio letterario giusto) di una storia d’impresa pluricentenaria, ma anche una seconda parte del libro nella quale il racconto storico si trasforma in ragionamento manageriale sui temi all’ordine del giorno nella gestione dell’azienda, dando conto di scelte, valori e strategie di gruppo e di marchio. Storia, come si diceva, che costituisce nutrimento per il presente e base per il futuro. E che fa capire il motivo per il quale “Amarone” richiama il nome dell’azienda su tutti i mercati.
Con ragione, Giuseppe Lupo, nella sua bella introduzione sintetizza la cultura d’impresa di Masi scrivendo di una “regola che nel Gruppo Masi è diventata aurea: non basta saper fare, bisogna anche comunicare ciò che si fa. A questo scopo risponde l’infittirsi del racconto fino alla soglia dei nostri anni: ogni azione è accompagnata dalla sua narrazione, e qualsiasi realtà produttiva, per vincere la sfida con i mercati, deve adottare l’esercizio dell’organizzazione. Ne esce una ragnatela integrata di uomini e di strutture, un agglomerato di intelligenze che cooperano verso un obiettivo unico e totalizzante. Che sia questa la strada per una dimensione comunitaria? Forse sì. Ma è anche la conferma di una continuità rispetto ai lasciti di un racconto familiare, dove tanti sono i nomi e i volti, i profili e le voci, ma unico resta il punto di osservazione: la necessità di vivere il moderno, non per subirne le contraddizioni ma per correggerne gli errori ed edificare qualcosa che rimanga”.
Amarone e oltre. Masi: 50 anni di vendemmie, famiglia e imprenditorialità
Egea, 2022