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I Natali degli anni passati
Buon Natale in tutte le lingue del mondo Pirelli

Il Natale è la festa più “globale” di tutte, in grado di unire e accomunare differenti culture e società e viene festeggiato in ogni angolo del mondo, anche se con diverse usanze e  simbologie. Chi sono Hoteiosho e Dun Che Lao Ren? Come nasce il “panettone”, il simbolico dolce milanese? Curiosità e racconti sono stati i protagonisti di uno speciale Calendario dell’avvento allestito negli spazi della nostra Fondazione nel 2015: ogni casella del Calendario ha svelato le tradizioni natalizie di tutti i paesi del mondo in cui Pirelli è presente. Scoprendo così che il Natale in Inghilterra si festeggia con il tradizionale Christmas Pudding, un dolce composto da 13 ingredienti che devono essere mescolati, in senso antiorario, da tutti i componenti della famiglia.

Proprio in Gran Bretagna nasce la tradizione dei biglietti d’auguri nel 1843, lo stesso anno in cui Charles Dickens pubblica il celebre “A Christmas Carol”. Negli Stati Uniti, anche l’albero di Natale rivendica il suo posto accanto a Santa Claus: nel 1933 si accendono per la prima volta le 25.000 lampadine del maestoso Christmas Tree al Rockefeller Center di New York. In Germania il 24 dicembre è Frau Holle, mamma gelo, e il 6 gennaio arriva la notte di Berchta, divinità pre-cristiana che vola su città e campagne circondata da elfi e folletti, aggrappati al suo mantello di nebbia e di neve. Ma tra Frau Holle e Berchta, di certo é Santa Klaus il vero simbolo del Natale. Sotto l’Albero , di cui i tedeschi rivendicano l’origine, si mangiano biscottini zimsternen a forma di stella al sapore di zenzero, anice o cannella e lo stollen, fatto con frutta candita, noci e marzapane. In Australia verso la metà di novembre si svolge il Christmas Pageant, una sorta di carnevale natalizio. La sera del 24 dicembre ci si riunisce per cantare a lume di candela: è  la città di Melbourne a lanciare l’usanza, alla fine degli anni Trenta. Il 26 dicembre, parte la Sidney-Hobart, imperdibile gara di barche a vela che da Sidney raggiunge dopo 630 miglia il porto di Hobart, in Tasmania. A Natale, in Francia, il primo ad arrivare è San Martino, la notte del 10 novembre. Poi è la volta di San Nicolain arrivo il 5 dicembre: se alla vigilia si lascia sulla porta di casa un bicchiere di latte e della paglia, ricompenserà le famiglie con dolce di cioccolato e di pan pepato. E infine arriva Père Noël, la notte del 24 dicembre. Il 6 gennaio si chiudono i festeggiamenti, e i pasticceri del Nord sfornano per i più golosi la Galette des Rois, dedicata ai Re Magi, un pane dolce guarnito con crema frangipane alle mandorle.

Prima del 1917, il Natale in Russia viene celebrato come uno dei giorni più importanti dell’anno: digiuno completo alla vigilia fino all’ora della comparsa in cielo della prima stella della sera, che da il via alla festa della Svyatah Vecherya: dodici portate aperte dalla kutia, un porridge dolce capace di propiziare salute e prosperità. Dopo la Rivoluzione, San Nicola diventa Deyd Moroz, il laico Nonno Gelo che lascia i regali sotto l’Albero a Capodanno. Oggi la notte di Natale si festeggia il 7 gennaio. In Romania Moș Crăciun porta i doni il 25 dicembre, ma già la sera del 5 dicembre i bambini lasciano fuori dalla porta le loro scarpine, sperando che Moș Nicolae, San Nicola, regali dolci e caramelle. In Spagna il 23 dicembre è di tradizione El Gordo de la Navidad, la più antica lotteria del mondo; la Vigilia si chiama Noche Buena, e il 25 dicembre è la Navidad, da santificare ai piedi del Belèn, il Presepe di Santi e Pastori. Il 6 gennaio si scartano i regali e si mangia la Rosca de Reyes, dolce a forma di anello che nasconde in sè un fagiolo e una statuina in porcellana del Bambinello: chi trova il fagiolo dovrà comperare il dolce l’anno successivo, chi trova Gesù Bambino dovrà esibirsi in una prova di coraggio.

Fin dal 1520, in Messico, nove giorni prima del Natale si dà il via a Las Posadas: si rievoca il peregrinare di Giuseppe e Maria per Betlemme alla ricerca di una locanda per la notte della Nascita. Di casa in casa, di sera in sera una folla in processione intona i canti della tradizione. Il clou della festa è il momento della piñata, la brocca di argilla o cartapesta a forma di Stella di Betlemme contenente la colaciòn: caramelle, frutta, giocattoli, monete, e i bambini bendati cercano di romperla colpendola con un bastone. I regali li portano il 6 gennaio Los Reyes, i Re Magi. Il Papai Noel brasiliano non viaggia su una slitta trinata da renne: usa l’elicottero, e vola sullo Stadio Maracanã di Rio de Janeiro, lanciando una pioggia di caramelle sulle migliaia di bambini assiepati sulle tribune. Il 31 dicembre si festeggia anche la dea del mare Yemanja, con offerte votive di frutta e braccialetti di lana e di fiori, da mettere anche sulle piccole zattere che prendono il largo, con la luce delle candele a illuminare la statuina in terracotta della dea. Il Natale in Egitto arriva il ventinovesimo giorno del sacro mese di Kiahk, il nostro 7 gennaio. Ed è quel giorno che finisce un digiuno lungo quarantatrè giorni, senza poter mangiare dalla mezzanotte all’ora nona. La notte della Vigilia, alla Messa di Mezzanotte viene distribuito ai fedeli il pane Qurban, inciso con il segno della Croce circondata da dodici punti che rappresentano gli Apostoli. Tra i grattacieli di Shangai, Pechino e Hong Kong Dun Che Lao Ren è il Vecchio Uomo Natale che popola le vetrine dei centri commerciali. L’Albero della Luce risplende di lanterne, fiori di carta e ghirlande colorate.

Tra il 21 gennaio e il 19 febbraio c’è la Festa di Primavera, nota in occidente come Capodanno Cinese: quindici giorni tra banchetti illuminati dalle lampade e visite a parenti e amici, vestendo rigorosamente di rosso portafortuna. In Giappone, Hoteiosho porta i regali ai bambini a Capodanno, che dal 1873 si festeggia il primo gennaio. A Natale si mangia il Kurisumasu keki, un dolce fatto di pan di spagna, con panna e fragole. In Italia il panettone è forse il dolce natalizio per eccellenza: si dice che sia stato inventato da un aiutante di cucina di nome Toni, a servizio da Ludovico il Moro, per sostituire il sontuoso dolce che il cuoco aveva lasciato bruciare. Il Pan-di-Toni fu lodato da tutti i commensali. Il 6 gennaio arriva la Befana insieme ai Re Magi e trionfa il presepe, la cui invenzione è attribuita a Francesco d’Assisi.

Tante tradizioni per dire: “Buon Natale!”, in tutte le lingue del mondo.

Il Natale è la festa più “globale” di tutte, in grado di unire e accomunare differenti culture e società e viene festeggiato in ogni angolo del mondo, anche se con diverse usanze e  simbologie. Chi sono Hoteiosho e Dun Che Lao Ren? Come nasce il “panettone”, il simbolico dolce milanese? Curiosità e racconti sono stati i protagonisti di uno speciale Calendario dell’avvento allestito negli spazi della nostra Fondazione nel 2015: ogni casella del Calendario ha svelato le tradizioni natalizie di tutti i paesi del mondo in cui Pirelli è presente. Scoprendo così che il Natale in Inghilterra si festeggia con il tradizionale Christmas Pudding, un dolce composto da 13 ingredienti che devono essere mescolati, in senso antiorario, da tutti i componenti della famiglia.

Proprio in Gran Bretagna nasce la tradizione dei biglietti d’auguri nel 1843, lo stesso anno in cui Charles Dickens pubblica il celebre “A Christmas Carol”. Negli Stati Uniti, anche l’albero di Natale rivendica il suo posto accanto a Santa Claus: nel 1933 si accendono per la prima volta le 25.000 lampadine del maestoso Christmas Tree al Rockefeller Center di New York. In Germania il 24 dicembre è Frau Holle, mamma gelo, e il 6 gennaio arriva la notte di Berchta, divinità pre-cristiana che vola su città e campagne circondata da elfi e folletti, aggrappati al suo mantello di nebbia e di neve. Ma tra Frau Holle e Berchta, di certo é Santa Klaus il vero simbolo del Natale. Sotto l’Albero , di cui i tedeschi rivendicano l’origine, si mangiano biscottini zimsternen a forma di stella al sapore di zenzero, anice o cannella e lo stollen, fatto con frutta candita, noci e marzapane. In Australia verso la metà di novembre si svolge il Christmas Pageant, una sorta di carnevale natalizio. La sera del 24 dicembre ci si riunisce per cantare a lume di candela: è  la città di Melbourne a lanciare l’usanza, alla fine degli anni Trenta. Il 26 dicembre, parte la Sidney-Hobart, imperdibile gara di barche a vela che da Sidney raggiunge dopo 630 miglia il porto di Hobart, in Tasmania. A Natale, in Francia, il primo ad arrivare è San Martino, la notte del 10 novembre. Poi è la volta di San Nicolain arrivo il 5 dicembre: se alla vigilia si lascia sulla porta di casa un bicchiere di latte e della paglia, ricompenserà le famiglie con dolce di cioccolato e di pan pepato. E infine arriva Père Noël, la notte del 24 dicembre. Il 6 gennaio si chiudono i festeggiamenti, e i pasticceri del Nord sfornano per i più golosi la Galette des Rois, dedicata ai Re Magi, un pane dolce guarnito con crema frangipane alle mandorle.

Prima del 1917, il Natale in Russia viene celebrato come uno dei giorni più importanti dell’anno: digiuno completo alla vigilia fino all’ora della comparsa in cielo della prima stella della sera, che da il via alla festa della Svyatah Vecherya: dodici portate aperte dalla kutia, un porridge dolce capace di propiziare salute e prosperità. Dopo la Rivoluzione, San Nicola diventa Deyd Moroz, il laico Nonno Gelo che lascia i regali sotto l’Albero a Capodanno. Oggi la notte di Natale si festeggia il 7 gennaio. In Romania Moș Crăciun porta i doni il 25 dicembre, ma già la sera del 5 dicembre i bambini lasciano fuori dalla porta le loro scarpine, sperando che Moș Nicolae, San Nicola, regali dolci e caramelle. In Spagna il 23 dicembre è di tradizione El Gordo de la Navidad, la più antica lotteria del mondo; la Vigilia si chiama Noche Buena, e il 25 dicembre è la Navidad, da santificare ai piedi del Belèn, il Presepe di Santi e Pastori. Il 6 gennaio si scartano i regali e si mangia la Rosca de Reyes, dolce a forma di anello che nasconde in sè un fagiolo e una statuina in porcellana del Bambinello: chi trova il fagiolo dovrà comperare il dolce l’anno successivo, chi trova Gesù Bambino dovrà esibirsi in una prova di coraggio.

Fin dal 1520, in Messico, nove giorni prima del Natale si dà il via a Las Posadas: si rievoca il peregrinare di Giuseppe e Maria per Betlemme alla ricerca di una locanda per la notte della Nascita. Di casa in casa, di sera in sera una folla in processione intona i canti della tradizione. Il clou della festa è il momento della piñata, la brocca di argilla o cartapesta a forma di Stella di Betlemme contenente la colaciòn: caramelle, frutta, giocattoli, monete, e i bambini bendati cercano di romperla colpendola con un bastone. I regali li portano il 6 gennaio Los Reyes, i Re Magi. Il Papai Noel brasiliano non viaggia su una slitta trinata da renne: usa l’elicottero, e vola sullo Stadio Maracanã di Rio de Janeiro, lanciando una pioggia di caramelle sulle migliaia di bambini assiepati sulle tribune. Il 31 dicembre si festeggia anche la dea del mare Yemanja, con offerte votive di frutta e braccialetti di lana e di fiori, da mettere anche sulle piccole zattere che prendono il largo, con la luce delle candele a illuminare la statuina in terracotta della dea. Il Natale in Egitto arriva il ventinovesimo giorno del sacro mese di Kiahk, il nostro 7 gennaio. Ed è quel giorno che finisce un digiuno lungo quarantatrè giorni, senza poter mangiare dalla mezzanotte all’ora nona. La notte della Vigilia, alla Messa di Mezzanotte viene distribuito ai fedeli il pane Qurban, inciso con il segno della Croce circondata da dodici punti che rappresentano gli Apostoli. Tra i grattacieli di Shangai, Pechino e Hong Kong Dun Che Lao Ren è il Vecchio Uomo Natale che popola le vetrine dei centri commerciali. L’Albero della Luce risplende di lanterne, fiori di carta e ghirlande colorate.

Tra il 21 gennaio e il 19 febbraio c’è la Festa di Primavera, nota in occidente come Capodanno Cinese: quindici giorni tra banchetti illuminati dalle lampade e visite a parenti e amici, vestendo rigorosamente di rosso portafortuna. In Giappone, Hoteiosho porta i regali ai bambini a Capodanno, che dal 1873 si festeggia il primo gennaio. A Natale si mangia il Kurisumasu keki, un dolce fatto di pan di spagna, con panna e fragole. In Italia il panettone è forse il dolce natalizio per eccellenza: si dice che sia stato inventato da un aiutante di cucina di nome Toni, a servizio da Ludovico il Moro, per sostituire il sontuoso dolce che il cuoco aveva lasciato bruciare. Il Pan-di-Toni fu lodato da tutti i commensali. Il 6 gennaio arriva la Befana insieme ai Re Magi e trionfa il presepe, la cui invenzione è attribuita a Francesco d’Assisi.

Tante tradizioni per dire: “Buon Natale!”, in tutte le lingue del mondo.

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