Alberto Pirelli. Taccuini 1922/1943
Alberto Pirelli, finchè una paralisi non gli tolse l’uso della mando destra nel 1959, annotò su foglietti volanti, in forma più o meno telegrafica, cose degne di particolare memoria fra quelle ascoltate o da lui stesso dette ( o che si proponeva di dire) in determinate circostanze.
Questi appunti venivano custoditi con cura, da lui o dalle sue segretarie, fino a quando non avessero esaurito la loro funzione di promemoria, dando luogo, secondo i casi, a lettere, relazioni, comunicazioni verbali, etc. Accanto all’annotazione di casuali “interviste” e alla perplessa, e poi allarmata, descrizione di retroscena della nuova politica estera mussoliniana, troviamo anche deliberate “verbalizzazioni” di questo o quell’atteggiamento assunto dall’autore nei confronti del presidente del Consiglio e capo del fascismo ( ad esempio il rifiuto della carica di ministro dell’Economia nazionale nel luglio del ’23).
La quantità e la frequenza degli appunti aumenta nel corso degli anni, fino ad assumere il ritmo di un diario con il precipitare della guerra e della crisi del regime fascista.
Il volume Taccuini 1922/1943 raccoglie tale documentazione a cui sono state aggiunte alcune carte di natura analoga sparse in altre posizione dell’archivio privato di Alberto Pirelli.
Alberto Pirelli. Taccuini 1922/1943
A cura di Donato Barbone
Il Mulino, 1984
Alberto Pirelli, finchè una paralisi non gli tolse l’uso della mando destra nel 1959, annotò su foglietti volanti, in forma più o meno telegrafica, cose degne di particolare memoria fra quelle ascoltate o da lui stesso dette ( o che si proponeva di dire) in determinate circostanze.
Questi appunti venivano custoditi con cura, da lui o dalle sue segretarie, fino a quando non avessero esaurito la loro funzione di promemoria, dando luogo, secondo i casi, a lettere, relazioni, comunicazioni verbali, etc. Accanto all’annotazione di casuali “interviste” e alla perplessa, e poi allarmata, descrizione di retroscena della nuova politica estera mussoliniana, troviamo anche deliberate “verbalizzazioni” di questo o quell’atteggiamento assunto dall’autore nei confronti del presidente del Consiglio e capo del fascismo ( ad esempio il rifiuto della carica di ministro dell’Economia nazionale nel luglio del ’23).
La quantità e la frequenza degli appunti aumenta nel corso degli anni, fino ad assumere il ritmo di un diario con il precipitare della guerra e della crisi del regime fascista.
Il volume Taccuini 1922/1943 raccoglie tale documentazione a cui sono state aggiunte alcune carte di natura analoga sparse in altre posizione dell’archivio privato di Alberto Pirelli.
Alberto Pirelli. Taccuini 1922/1943
A cura di Donato Barbone
Il Mulino, 1984