Così parlò Lupo Blu
Lupo Blu è uno dei tanti cuccioli del Clan del Lupo e, come tale, deve imparare a cacciare. Dopo mesi e mesi di lezioni arriva il momento per lui e i nuovi di dimostrare le proprie abilità agli anziani del branco. Per farlo dovrà uccidere la lepre di cui è diventato amico nel corso delle esercitazioni. Lupo Blu non può far altro che rifiutarsi andando incontro a una morte certa a causa dell'esilio. È così che inizia a raccontare invece di cacciare, dando voce alle storie poetiche e senza tempo che parlano d’amore, perdita, rinascita, resilienza e coraggio.
In una commistione tra le parole di Elisabetta Dami e i delicatissimi disegni di Chiara Fedele, l’autrice accompagna il lettore con semplicità e naturalezza in una metafora della vita, in un percorso di trasformazione che deriva proprio dalla volontà e capacità di raccontare di Lupo Blu. Solo così, infatti, il protagonista troverà il senso della propria esistenza in un cerchio perfetto che unisce passato e futuro. E lo farà con uno stile quasi “cantilenante”, poetico. I suoi racconti nel racconto dicono di un “diverso” che fatica a emergere e a non farsi sbranare – anche letteralmente – dal resto del mondo. Eppure, a modo suo, lotta per essere accettato in questa diversità.
Un'avventura senza tempo, in una natura selvaggia, alla scoperta della bellezza di essere diversi e del potere straordinario delle storie.
Così parlò Lupo Blu
di Elisabetta Dami
Rizzoli, 2022