Il mare di mezzo
Mediterraneo. Le civiltà, le religioni, i viaggi, i conflitti, i commerci. E i racconti. Vale la pena andare alle radici delle culture che hanno segnato la nostra storia e che ancora oggi fanno sentire forte la loro voce, proprio mentre cambiano gli equilibri del mondo, per capire meglio il senso di parole che connotano il nostro tempo. Come Europa. Libertà. Dio. Persona. E dialogo. Lo fa, con maestria, John Julius Norwich, ex diplomatico e storico di scuola anglosassone, in “Il Mare di Mezzo”, Sellerio, una voluminosa (oltre mille pagine) eppure scorrevolissima “storia del Mediterraneo”. Si parte dai fenici e dall’Egitto delle sofisticate dinastie dei faraoni per arrivare alle conseguenze della Prima Guerra Mondiale, quando crollano tre imperi e il baricentro del mondo si sposta verso gli oceani. In mezzo ci sono duemila anni in cui le grandi civiltà greca e latina costruiscono le basi d’una fitta rete di relazioni, poteri, scelte che legano politica ed economia, scelte di fede e interessi. Norwich sa raccontare persone e città, la Venezia orgogliosa dei mercanti potenti sino al declino degli arsenali e dei traffici e la Madrid che cresce, diventa capitale d’impero e cede il passo per il rifiuto di fare i conti con la modernità. Il mare di mezzo. Una storia del Mediterraneo John Julius Norwich Sellerio, 2020