Questa notte non torno
Udine. Mattia ha quindici anni e la sua vita scorre spensierata, se non per la morte recente del nonno e il pensiero di Sofia, che forse non si accorge dei suoi timidi approcci. Finchè, una sera, tornando a casa, riceve la notizia che i suoi genitori si stanno per separare. Così, scappa nel suo rifugio segreto: i sotterranei della scuola. Ma, vicino a una siepe, solo e affamato, incontra Aziz, un ragazzo afghano in fuga dal suo Paese, che ha dovuto abbandonare alla frontiera con l’Ungheria il padre (senza sapere cosa ne sarebbe stato) e vedere morire la madre durante un attacco americano alla ricerca di terroristi. Mattia lo accoglie, gli offre da mangiare quello che ha ma, nella notte, il ragazzo inizia ad avere la febbre molto alta. Curandolo scoprirà la vera identità di Aziz, che non è affatto chi sembra. Se nei precedenti romanzi di Antonella Sbuelz a farla da padrone era un travolgente amore per la Storia del nord-est italiano, ora l’autrice sembra avvertire un’urgenza diversa: quella di parlare ai ragazzi di inclusione, clandestinità obbligate, immigrazione mal gestita, famiglie separate (pur in modi diversi) e soprattutto umanità. Capitolo per capitolo, le due voci dei protagonisti si alternano e testimoniano pensieri, speranze dolori che arrivano da due mondi solo apparentemente diversi perchè stranieri l’uno all’altro. Pur con una scrittura densa, e a tratti poetica, Antonella Sbuelz non risparmia la crudezza determinata da una fasce di crescita, quella adolescenziale, dove spesso è difficile riuscire a prendere atto di ciò che accade nella vita e ridimensionarlo. Così, l’intensità del dialogo tra Mattia e Aziz porterà nuove consapevolezze nel primo e un finale inatteso, commovente fino all’ultima parola, per una storia che alterna ai colpi di scena la scoperta più emozionante. Questa notte non torno di Antonella Sbuelz Feltrinelli, 2021