Sanguina ancora
Paolo Nori ricorda ancora in maniera molto vivida il momento in cui, da ragazzo, scoprì il libro Delitto e Castigo di Fëdor Dostoevskij, ne ricorda la meraviglia, il sangue che gli pulsava nelle vene: una vera e propria epifania. Quel giorno dentro di lui si aprì una ferita, che dopo decenni sanguina ancora. Il romanzo di Nori è una lettera d’amore non solo a Dostoevskij ma alla letteratura russa, quella dell’Ottocento, poiché prima di Puškin non esisteva, non c’era niente. L’autore ci racconta infatti in maniera molto coinvolgente, la vita Dostoevskij e le sue opere, ma anche le sue relazioni e i rapporti con gli altri grandi scrittori del tempo, come Puškin, Gogol’, Turgenev, Tolstoj e molti altri, condividendo con i lettori la passione più grande della sua vita, che lo ha portato a studiare la lingua russa e poi a insegnarla e diventarne traduttore. Un romanzo che non è una biografia lineare, è un po’ un saggio, un “libro che si crede di essere un romanzo” e ci parla anche del personale rapporto dell’autore con i libri del grande scrittore russo, ricordandoci perché valga la pena leggere – e rileggere - Dostoevskij ai giorni nostri, e cercando di rispondere alla personale domanda di Paolo Nori: perché sanguina ancora? Sanguina ancora. La straordinaria vita di Fëdor M. Dostoevskij Paolo Nori Mondadori, 2021