Il Cinturato 367, un brevetto internazionale
“Dopo cinque lunghi anni di studi, abbiamo prodotto e posto in vendita un nuovo pneumatico chiamato Cinturato, costruito sulla base di criteri completamente diversi da quelli soliti. Il particolare fondamentale che caratterizza la sua struttura è dato da una robusta cintura di tessuto situata tra il battistrada e la carcassa; quest’ultima, grazie a particolari accorgimenti, presenta anch’essa una solidità tale da resistere in modo superiore all’usura dell’impiego”.
Così, nella relazione di Bilancio 1952, Pirelli annunciava la nascita del radiale: era il Cinturato, destinato a rivoluzionare il mondo dei pneumatici e, con esso, quello dei mezzi di trasporto su gomma.
Dotato di una rigidità di impronta a terra ampia e quadrata a garanzia di massima tenuta in curva e grande maneggevolezza nella guida sportiva, fin dal suo lancio sul mercato a metà anni Cinquanta il Cinturato è raccomandato per le potenti e veloci Alfa Romeo Giulietta Sprint, così come per le mitiche Lancia Aurelia B20, o ancora per la Fiat 8V: in altre parole, un pneumatico fatto per vincere la Mille Miglia. Una proposta per i veri automobilisti sportivi, lieti di rinunciare al confort garantito dalla tradizionale carcassa a tele incrociate pur di avere un’innovativa rigidissima struttura che permetta di mantenere la massima velocità in curva. Il disegno battistrada è quel “367” che diventerà universalmente noto come CA67 e CF67: il “volto” del Cinturato in tutto il mondo, con una gamma misure sempre più ampia per raggiungere segmenti sempre più popolari del mercato automobilistico.
Con gli anni, intanto, le potenze dei motori cominciano a salire e le velocità ad aumentare, portando con sè nuove esigenze di tenuta di strada: la costruzione radiale con cintura stabilizzatrice comincia a mostrare tutta la sua superiorità. Partito dall’equipaggiamento quasi esclusivo di vetture sportive o di superlusso, via via lungo gli anni Sessanta il Cinturato allarga la propria gamma misure a segmenti automobilistici sempre più larghi, un tempo coperti con il convenzionale Stelvio, come le Lancia Flaminia e Appia.
Al vertice della gamma Cinturato, già nel 1961 viene introdotto per alcuni modelli Ferrari e Maserati il Cinturato “S” (Speed) subito seguito, l’anno successivo, dal Cinturato “HS” (High Speed) che equipaggia modelli sportivi storici tra cui anche la Porsche e la Jaguar. Il disegno battistrada “è ancora quello del Cinturato normale”, spiegano i bollettini di vendita dell’epoca, “Un disegno pienamente soddisfacente, dato che la cintura sotto il battistrada ha dimostrato di essere anche adatta alle alte velocità”. Talmente soddisfacente e conosciuto dal mercato da essere riproposto ancora nel 1972 per il Cinturato CN54, che introdurrà la tecnologia del ribassato Serie 70 e la nuova soluzione con cintura metallica ai segmenti più popolari del mercato automobilistico, dalla Fiat 500 alla Mini, alla Fiat 127, alla A112. Nascerà allora il concetto tutto “pirelliano” di Serie Larga.
“Dopo cinque lunghi anni di studi, abbiamo prodotto e posto in vendita un nuovo pneumatico chiamato Cinturato, costruito sulla base di criteri completamente diversi da quelli soliti. Il particolare fondamentale che caratterizza la sua struttura è dato da una robusta cintura di tessuto situata tra il battistrada e la carcassa; quest’ultima, grazie a particolari accorgimenti, presenta anch’essa una solidità tale da resistere in modo superiore all’usura dell’impiego”.
Così, nella relazione di Bilancio 1952, Pirelli annunciava la nascita del radiale: era il Cinturato, destinato a rivoluzionare il mondo dei pneumatici e, con esso, quello dei mezzi di trasporto su gomma.
Dotato di una rigidità di impronta a terra ampia e quadrata a garanzia di massima tenuta in curva e grande maneggevolezza nella guida sportiva, fin dal suo lancio sul mercato a metà anni Cinquanta il Cinturato è raccomandato per le potenti e veloci Alfa Romeo Giulietta Sprint, così come per le mitiche Lancia Aurelia B20, o ancora per la Fiat 8V: in altre parole, un pneumatico fatto per vincere la Mille Miglia. Una proposta per i veri automobilisti sportivi, lieti di rinunciare al confort garantito dalla tradizionale carcassa a tele incrociate pur di avere un’innovativa rigidissima struttura che permetta di mantenere la massima velocità in curva. Il disegno battistrada è quel “367” che diventerà universalmente noto come CA67 e CF67: il “volto” del Cinturato in tutto il mondo, con una gamma misure sempre più ampia per raggiungere segmenti sempre più popolari del mercato automobilistico.
Con gli anni, intanto, le potenze dei motori cominciano a salire e le velocità ad aumentare, portando con sè nuove esigenze di tenuta di strada: la costruzione radiale con cintura stabilizzatrice comincia a mostrare tutta la sua superiorità. Partito dall’equipaggiamento quasi esclusivo di vetture sportive o di superlusso, via via lungo gli anni Sessanta il Cinturato allarga la propria gamma misure a segmenti automobilistici sempre più larghi, un tempo coperti con il convenzionale Stelvio, come le Lancia Flaminia e Appia.
Al vertice della gamma Cinturato, già nel 1961 viene introdotto per alcuni modelli Ferrari e Maserati il Cinturato “S” (Speed) subito seguito, l’anno successivo, dal Cinturato “HS” (High Speed) che equipaggia modelli sportivi storici tra cui anche la Porsche e la Jaguar. Il disegno battistrada “è ancora quello del Cinturato normale”, spiegano i bollettini di vendita dell’epoca, “Un disegno pienamente soddisfacente, dato che la cintura sotto il battistrada ha dimostrato di essere anche adatta alle alte velocità”. Talmente soddisfacente e conosciuto dal mercato da essere riproposto ancora nel 1972 per il Cinturato CN54, che introdurrà la tecnologia del ribassato Serie 70 e la nuova soluzione con cintura metallica ai segmenti più popolari del mercato automobilistico, dalla Fiat 500 alla Mini, alla Fiat 127, alla A112. Nascerà allora il concetto tutto “pirelliano” di Serie Larga.