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Pirelli, una multinazionale all’Expo nel primo Novecento

C’è un segnale che, fin da che esiste l’industria, ci restituisce il grado di internazionalizzazione di un’azienda: la sua partecipazione alle grandi esposizioni universali. E’ una Pirelli che sta per costruire il suo primo stabilimento all’estero – lo inaugurerà di lì a due anni, in Spagna – quella che si presenta con i suoi prodotti all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. L’azienda si definisce  “Società per le industrie della gomma elastica, della guttaperca e affini, dei fili e cavi elettrici isolati”: il pneumatico è ancora di là da venire come oggetto di uso comune e la modernità si misura in prodotti e servizi per il nuovo mondo dell’elettricità. “All’Esposizione la Ditta Pirelli & C. si è limitata ad esporre i suoi prodotti relativi all’elettricità – si legge nello stampato di presentazione – ma la sua mostra è ciò nonpertanto interessantissima, quantunque risenta un poco della mancanza di spazio, di cui soffre tutta la Sezione italiana”. Così, con un velato appunto alla grandeur francese, l’azienda italiana fa conoscere al mondo intero convenuto a Parigi le sue meravigliose conquiste tecnologiche: quelle che le hanno permesso di porsi stabilmente tra i leader mondiali dell’elettricità, soprattutto nell’ambito dei cavi sottomarini. “E’ insomma una mostra completa e al più alto grado interessante, che può dare l’idea della grandiosità degli Stabilimenti della Ditta Pirelli & C.”.

Il grande salto verso il Nuovo Mondo avviene quattro anni dopo, all’Esposizione Universale di Saint-Louis del 1904. Dalla fabbrica di Milano partono per la Louisiana non solo cavi elettrici e telegrafici ma anche “tubi in gomma per ferrovia, articoli di merceria, un vestito da palombaro, articoli tecnici in gomma, camere d’aria per velocipedi”. E, finalmente, “1 pneumatico completo per automobile”. A dimostrare come una grande azienda italiana non abbia nulla da invidiare ai colossi americani, le prime sei delle ventun casse complessive spedite a Saint Louis il 16 febbraio 1904 contengono l’intero padiglione della Pirelli & C. con disegni e istruzioni per il montaggio in loco. I fasti della partecipazione all’Expo Universale di Milano 1906 fanno spesso dimenticare che, nello stesso anno, la Pirelli & C. è presente ancora una volta al di là dell’Atlantico, e all’Esposizione di New York dell’ottobre 1906 è ormai protagonista assoluto il pneumatico. Nella patria dei motori l’Azienda si presenta promuovendo il suo nuovissimo business per il mondo dei trasporti: in esposizione c’è un Ercole di misura 910 x 90 montato su un innovativo cerchio smontabile che permette un “cambio gomme” facile e rapidissimo. Troppo importante è l’America per chi vuole crescere nel mondo dei pneumatici: proprio presso gli uffici dell’importatore newyorkese nascerà infatti l’anno dopo la “P lunga”, e dalla metropoli statunitense prenderà il via, nel 1908, il raid New York-Parigi a cui parteciperanno il pilota Emilio “Giulio” Sirtori e il giornalista Antonio Scarfoglio a bordo della Züst gommata Pirelli.

Ma la vera “seconda patria” del Gruppo Pirelli diventa il Sudamerica, tra Argentina e Brasile, a cominciare dalla fine degli anni Venti del Novecento. Non è quindi casuale che, già nel maggio del 1910, Pirelli partecipi all’Esposizione Internazionale di Buenos Aires, in occasione del centenario della Repubblica Argentina. “Ferrovie e Trasporti terrestri. Agricoltura. Igiene e Medicina” sono le tre grandi aree che costituiscono l’expo sudamericana: Pirelli è presente in tutte, dai tubi e paracolpi per le carrozze ferroviarie ai pneumatici per automobili e gomme piene per camion, dai “necessaires da viaggio” ai tessuti gommati per aeroplani, dalle pompe per disinfezione ai cavi speciali per linee subacquee. E’ un’azienda che sta costruendo il proprio ruolo di multinazionale quella presente in tutte le grandi expo universali di questo inizio secolo. Poi, ci pensa la Storia a dettare i tempi della crescita: presso l’Archivio Storico Pirelli c’è un fascicolo dedicato alla partecipazione del Gruppo all’Esposizione Internazionale delle Industrie Elettriche di Barcellona. O almeno, di quella che sarebbe dovuta essere la partecipazione: il fascicolo – vuoto – porta la data dell’aprile 1915.

C’è un segnale che, fin da che esiste l’industria, ci restituisce il grado di internazionalizzazione di un’azienda: la sua partecipazione alle grandi esposizioni universali. E’ una Pirelli che sta per costruire il suo primo stabilimento all’estero – lo inaugurerà di lì a due anni, in Spagna – quella che si presenta con i suoi prodotti all’Esposizione Universale di Parigi del 1900. L’azienda si definisce  “Società per le industrie della gomma elastica, della guttaperca e affini, dei fili e cavi elettrici isolati”: il pneumatico è ancora di là da venire come oggetto di uso comune e la modernità si misura in prodotti e servizi per il nuovo mondo dell’elettricità. “All’Esposizione la Ditta Pirelli & C. si è limitata ad esporre i suoi prodotti relativi all’elettricità – si legge nello stampato di presentazione – ma la sua mostra è ciò nonpertanto interessantissima, quantunque risenta un poco della mancanza di spazio, di cui soffre tutta la Sezione italiana”. Così, con un velato appunto alla grandeur francese, l’azienda italiana fa conoscere al mondo intero convenuto a Parigi le sue meravigliose conquiste tecnologiche: quelle che le hanno permesso di porsi stabilmente tra i leader mondiali dell’elettricità, soprattutto nell’ambito dei cavi sottomarini. “E’ insomma una mostra completa e al più alto grado interessante, che può dare l’idea della grandiosità degli Stabilimenti della Ditta Pirelli & C.”.

Il grande salto verso il Nuovo Mondo avviene quattro anni dopo, all’Esposizione Universale di Saint-Louis del 1904. Dalla fabbrica di Milano partono per la Louisiana non solo cavi elettrici e telegrafici ma anche “tubi in gomma per ferrovia, articoli di merceria, un vestito da palombaro, articoli tecnici in gomma, camere d’aria per velocipedi”. E, finalmente, “1 pneumatico completo per automobile”. A dimostrare come una grande azienda italiana non abbia nulla da invidiare ai colossi americani, le prime sei delle ventun casse complessive spedite a Saint Louis il 16 febbraio 1904 contengono l’intero padiglione della Pirelli & C. con disegni e istruzioni per il montaggio in loco. I fasti della partecipazione all’Expo Universale di Milano 1906 fanno spesso dimenticare che, nello stesso anno, la Pirelli & C. è presente ancora una volta al di là dell’Atlantico, e all’Esposizione di New York dell’ottobre 1906 è ormai protagonista assoluto il pneumatico. Nella patria dei motori l’Azienda si presenta promuovendo il suo nuovissimo business per il mondo dei trasporti: in esposizione c’è un Ercole di misura 910 x 90 montato su un innovativo cerchio smontabile che permette un “cambio gomme” facile e rapidissimo. Troppo importante è l’America per chi vuole crescere nel mondo dei pneumatici: proprio presso gli uffici dell’importatore newyorkese nascerà infatti l’anno dopo la “P lunga”, e dalla metropoli statunitense prenderà il via, nel 1908, il raid New York-Parigi a cui parteciperanno il pilota Emilio “Giulio” Sirtori e il giornalista Antonio Scarfoglio a bordo della Züst gommata Pirelli.

Ma la vera “seconda patria” del Gruppo Pirelli diventa il Sudamerica, tra Argentina e Brasile, a cominciare dalla fine degli anni Venti del Novecento. Non è quindi casuale che, già nel maggio del 1910, Pirelli partecipi all’Esposizione Internazionale di Buenos Aires, in occasione del centenario della Repubblica Argentina. “Ferrovie e Trasporti terrestri. Agricoltura. Igiene e Medicina” sono le tre grandi aree che costituiscono l’expo sudamericana: Pirelli è presente in tutte, dai tubi e paracolpi per le carrozze ferroviarie ai pneumatici per automobili e gomme piene per camion, dai “necessaires da viaggio” ai tessuti gommati per aeroplani, dalle pompe per disinfezione ai cavi speciali per linee subacquee. E’ un’azienda che sta costruendo il proprio ruolo di multinazionale quella presente in tutte le grandi expo universali di questo inizio secolo. Poi, ci pensa la Storia a dettare i tempi della crescita: presso l’Archivio Storico Pirelli c’è un fascicolo dedicato alla partecipazione del Gruppo all’Esposizione Internazionale delle Industrie Elettriche di Barcellona. O almeno, di quella che sarebbe dovuta essere la partecipazione: il fascicolo – vuoto – porta la data dell’aprile 1915.

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