Categoria: Libri scelti per voi




Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose
Jack Bennet è un bambino di dieci anni come tanti altri. Una mattina, sulla strada del lavoro, Jack incontra un curioso personaggio che pare sbucato dal nulla; un uomo gli consegna una chiave, “la chiave passepartout per aprire ogni serratura”. Jack inizia a viaggiare per mondi sconosciuti e bislacchi, che dovrà gestire per conto del “Padre di tutte le cose”.
Contorni che ricordano “Alice nel Paese della Meraviglie”, con un tocco di Dickens. Lo strambo romanzo di Fiore Manni è ambientato in una Londra d’altri tempi. In diciassette capitoli, veloci e dotati di un bel ritmo, Jack Bennet e la chiave di tutte le cose racconta il rocambolesco apprendistato del personaggio attraverso passaggi transdimensionali in cerca di tesori. Tra animali fantastici, bestie feroci, vecchi saggi e galeoni immensi Jack si ritrova così a vivere le più grandi ed eccitanti avventure, grazie alle quali riesce a fuggire dalla quotidianità, dai compiti e responsabilità che pesano sulle sue spalle, ma soprattutto da una vita adulta che sembra quasi schiacciare la sua innocenza, azzerando gli anni migliori per un bambino della sua età. Con gran dolcezza e ironia, lo stile scorrevole e leggero di Fiore Manni racconta una storia di crescita, amore e fantasia.
Jack Bennet e la Chiave di tutte le cose
di Fiore Manni
Rizzoli, 2018




Fiume lento
Vincitore del Premio Andersen 2014 “per disegni di assoluta e struggente bellezza, vibranti e incantati”, “Fiume lento” accompagna il lettore lungo il Po fino alla sua foce, attraversando le sue acque ma anche il tempo. Nessuna parola, ad eccezione dell’introduzione firmata da Ermanno Olmi, che riassume il pensiero dietro le immagini di paesaggi accuratamente osservati e studiati da Sanna. Quattro stagioni, quattro eventi. Dall’autunnale alluvione del Polesine del 1951 all’invernale nascita del vitellino, dall’amore primaverile con successivo matrimonio fino all’estate accesa dalla vicenda umana del pittore Antonio Ligabue. Il volume, in grande formato, accoglie quattro strisce per pagina, acquarellate dai colori inaspettati e capaci di ricalcare quelli della bassa pianura nel suo ciclo di vita: il bianco della neve, i rossi della primavera, i blu dell’estate e i vapori autunnali.
Unici protagonisti, il fiume, il cielo, gli alberi e la fauna discreta. L’uomo si muove solo sullo sfondo, passando quasi inosservato, e lasciando al lettore la possibilità di andare oltre e di interpretare ciò che vede, aggiungendo anche una parte di sé al testo.
Fiume lento
di Alessandro Sanna
Rizzoli, 2013




Scolpitelo nel vostro cuore
Bambina cacciata da scuola in seguito alle Leggi Razziali, adolescente deportata dal Binario 21, ragazza sopravvissuta al campo di concentrazione, donna di enorme forza e di pace, Senatrice a vita della Repubblica Italiana, madre, nonna. La figura di Liliana Segre, e l’importanza del suo messaggio, non è riducibile in poche parole. Anche se con poche, taglienti, ineluttabili parole lei, Liliana, ha saputo dare forma all’inferno di Auschwitz e attraversare la fase di negazionismo subito successiva alla Seconda Guerra Mondiale sull’esistenza dei campi di sterminio. Per anni, con forza e grande fatica emotiva, senza mai addolcire episodi duri, dolorosi e raccapriccianti, ha donato la sua testimonianza di sopravvissuta non solo a quegli adulti che hanno voluto ascoltarla, ma anche e soprattutto ai ragazzi. Convinta che per combattere le parole d’odio, il senso di paura o di indifferenza davanti alle ingiustizie e al razzismo in ogni sua forma siano necessari occhi attenti e “avamposti di pace”. I ragazzi, appunto. “Scolpitelo nel vostro cuore” è la testimonianza ultima della Senatrice che, da qualche mese, ha annunciato di volontà di “lasciare andare quella bambina ebrea ferita e umiliata” per vivere nel presente con la sua famiglia. Questo libriccino, apparentemente snello ma dal peso specifico decisamente importante, riporta la sua testimonianza di sopravvissuta così come da anni l’ha raccontata a chi ha avuto il desiderio o la fortuna di poterla ascoltare. A scuotere è l’importanza delle parole, del loro peso e la scelta di affidare infine alla forma scritta, indelebili. Più forti di quel “Arbeit macht frei” e di quei tatuaggi fatti per togliere la dignità a chi entrava nei campi di sterminio. A quelle parole lei oppone un grande messaggio di speranza, resilienza e perdono. «Non ditelo mai che non ce la potete fare, non è vero. Ognuno di noi è fortissimo e responsabile di se stesso. Dobbiamo camminare nella vita, una gamba davanti all'altra. Che la marcia che vi aspetta sia la marcia della vita. Questo vorrei dirvi.» Scolpitelo nel vostro cuore di Liliana Segre Edizioni Piemme, 2018




L’uomo del porto
Vanina Guarrasi, la protagonista dei romanzi di Cristina Cassar Scalia, è il vicequestore della Squadra Mobile di Catania, che si muove tra memorie ingombranti e un tagliente presente. In “L’uomo del porto”, Einaudi, si parte dall’omicidio di Vincenzo La Barbera, professore di filosofia al liceo classico, un uomo timido e schivo, amato dagli studenti. C’è “il passato che non passa”, l’apparente rispettabilità provinciale difesa a ogni costo, l’inevitabile ombra degli interessi mafiosi. Ma, per fortuna, giocano anche alcune solide amicizie, un buon lavoro di squadra e l’intelligente capacità investigativa d’un anziano e mai rassegnato poliziotto. Vanina è donna determinata, forte anche per la consapevolezza della sua fragilità. E sa tenere bene insieme ragione e sentimento. Un personaggio che continuerà a farci compagnia. L’uomo del porto Cristina Cassar Scalia Einaudi, 2021




Io sono la mela
Nei rari frammenti poetici di Saffo giunti fino a noi è racchiuso tutto ciò che sappiamo di lei: è nata sull’isola di Lesbo, aveva due o forse tre fratelli, ha avuto una bambina e un marito, forse è stata amante di Alceo, di certo insegnò a ragazze di famiglie convinte che le donne meritassero un’istruzione. Soprattutto, “la decima Musa” di Platone, è stata poetessa e musicista capace di mettere in versi tutti gli aspetti dell’amore: genitoriale, adolescenziale, filiale, di coppia e anche quello tra mentore e studenti. In poche pagine Beatrice Masini intreccia ciò che resta dei suoi componimenti e ne ricostruisce una biografia fittizia in un mondo arcaico per nulla distante da quello attuale, in cui i giovani cercano ancora il loro posto nell’esistenza, in molti Paesi le donne lottano ancora per aver accesso a un’istruzione di qualità, i dolori di un cuore spezzato non conoscono distinzioni di spazio o distanze temporali. Per farlo sceglie un linguaggio alto e delicato unito alle illustrazioni lievi e accurate di Pia Valentinis, due volte Premio Andersen. A corredare il pregio dell’edizione, la cura dei dettagli posta nella grammatura della carta, nel gioco di rilievi e lucidi sulla copertina, il segnalibro e il cordino a chiusura. Io sono la mela di Beatrice Masini rueBallu, 2021




Diventiamo amiche?
Agnese è una bambina solare e avventurosa, che vive in una palazzina di soli adulti tra giochi, appostamenti ed escursioni. Di questa casa ha esplorato tutto, e tutto conosce. Quando nota una bambina nuova, della sua stessa età, ne è elettrizzata: finalmente qualcosa di nuovo da scoprire, finalmente qualcuno con cui essere meno sola. Agnese fa di tutto per avvicinarla: le lascia bigliettini, scruta fuori dalla finestra, aspetta sull’altalena. Eppure più la cerca e meno la trova finchè un giorno, salendo le scale, basta un solo sguardo tra le due per capire che sono fatte per essere amiche e per farsi quella domanda così semplice finchè si è piccoli e così difficile da adulti: “Diventiamo amiche?”. Un libro che non ha bisogno di molte parole, una lettura immediata che affida la quasi totalità del messaggio alle incantevoli illustrazioni pastello di Jenny Lovlie. “Diventiamo amiche?” di Martin Larsen è un’ode all’amicizia più pura: quella che non ha bisogno di parole ma solo di sguardi. Perchè il mondo è già difficile di per sè, ma se si ha accanto un'amica o un amico affrontarlo diventa un pochino più semplice. Diventiamo amiche? di Marit Larsen Rizzoli Illustrati, 2020




Indipendenza
Una democrazia sotto scacco. Di paure, insicurezze, estremismi. Di cinismo e corruzione. E di ricatti e vendette, all’ombra di poteri segreti. Serve un grande romanzo, per dare forza di racconto esemplare a una tempesta di ambiziose passioni e alle reazioni legali e civili d’una popolazione che, nonostante tutto, non si arrende al degrado. E quel romanzo, in forma di noir, è “Indipendenza” di Javier Cercas, ben tradotto da Bruno Arpaia, Guanda. Cercas è uno dei maggiori scrittori contemporanei. E già nei libri precedenti (“Soldati di Salamina”, “Anatomia di un istante”, “L’impostore”, etc.) ha saputo affrontare i temi principali della Spagna contemporanea, il contrastato passaggio dal franchismo alla democrazia, i rigurgiti d’una destra militare tentata dal colpo di Stato, lo smarrimento di fronte al terrorismo. Una Spagna narrata con intensa esattezza, ma anche un paradigma di tante altre crisi politiche e sociali in parecchi paesi dell’Europa contemporanea. Qui in scena c’è un poliziotto di straordinarie capacità investigative e di intensa e integra umanità, Melchor Marín (già protagonista di “Terra alta”). E sullo sfondo, ecco le convulsioni indipendentiste della Catalogna di pochi anni fa. Una sindaca intraprendente, ricattata per alcuni segreti del suo passato e spinta alle dimissioni. Un circolo di affaristi potenti, nell’aristocrazia delle famiglie che comandano da sempre a Barcellona e s’adattano ai tempi nuovi (si avverte l’eco de “Il Gattopardo”). Un sistema politico in piena convulsione populista. E un’ansia di giustizia che non sempre coincide con la legge. La fine non si svela. Sino alle ultime pagina, la tensione resta altissima. Indipendenza Javier Cercas Guanda, 2021




La storia di Malala
Malala ha solo undici anni quando decide di alzare la voce contro il regime talebano scrivendo, per la BBC, un blog in urdu in cui denuncia la vita delle ragazze musulmane costrette a lasciare la scuola dopo l’arrivo dei talebani. E ne ha quindici quando, in un giorno come tanti, mentre insieme alle sue amiche sta andando a lezione su uno scuolabus dagli ondeggianti tendoni verdi, i talebani tentano di ucciderla. “Simbolo degli infedeli e dell’oscenità”, per un manipolo di estremisti rimasti, Malala rappresenta un pericolo: è la testimonianza vivente che le donne possono essere sentite. E quindi, quella voce, va messa a tacere. Le illustrazioni di Paolo D’Altan accolgono il giovane lettore aprendogli la porta di ogni nuovo capitolo. L’autrice, Viviana Mazza, ripercorre con fermezza e attenzione gli eventi storici più salienti che la ragazza si trova ad attraversare seguendo la quotidianità della famiglia Yousafzai fino alla fuga dalla valle di Swat a Islamabad, dal rifugio del padre a Peshawar fino a Birmingham. Un percorso attraverso Stati e città distrutte che è, contemporaneamente, un viaggio dentro l’anima di Malala e testimonianza della forte, crescente convinzione di non poter più tacere. Certezza che, dopo l’attentato, esce rafforzata. Vincitrice del Premio Nobel per la Pace e di numerosissimi altri riconoscimenti, oggi Malala cammina sulle orme di Benazir Bhutto (prima donna Primo ministro del Pakistan, di cui spesso indossa il velo) continuando a essere voce per gli oltre 66 milioni di bambini che ancora si vedono negata libertà, istruzione e infanzia. Continuando a offrire la forza della propria voce a chi esige i propri diritti, a chi esige la pace, a chi esige protezione. La storia di Malala Viviana Mazza Mondadori Ragazzi, 2013




Le repubbliche marinare
Si giocano tra porti e viaggi, commerci e conflitti, vele, cannoni e lettere di cambio, le sorti delle grandi repubbliche marinare, come documenta bene Ermanno Orlando in “Le repubbliche marinare”, Il Mulino, parlando di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia, ricostruendo le stagioni del loro splendore nel Mediterraneo, tra Medio Evo e Rinascimento e poi il loro declino, di fronte alle sfide delle nuove rotte dell’Atlantico, dopo la scoperta dell’America. Sono storie complesse e fascinose, di marinai e banchieri, di piccole repubbliche che trovano uno spazio originale tra gli imperi (finanziandone anche le avventure) ma poi tramontano di fronte alle nuove dimensioni di potenza, economica e militare. Ma che ancora vanno studiate, per le loro capacità di intraprendenza e la fierezza identitaria. Le repubbliche marinare Ermanno Orlando Il Mulino, 2021




Girotondo
Girotondo? Di quale giratondo stiamo parlando? Quello fatto mano nella mano dai bambini? No, quello in cui vengono risucchiati i ragazzi durante l’adolescenza. Ancor più oggi. Al tempo di whatsapp e della velocità digitale. Dieci episodi, mille sfumature. Una giostra di amori, amicizie, innamoramenti, cotte, tradimenti. Una ruota che sembra non fermarsi mai, che va a mille all’ora; una centrifuga di sentimenti e azioni difficili spesso da mettere a fuoco e capire quando “ci si è dentro”. Agnese Innocente e Sergio Rossi, con schiettezza e lucidità, aprono una riflessione sull’amore oggi, raccontando i giovani come loro stessi si racconterebbero. Con uno sguardo e un tratto di grande dolcezza il lettore osserva, quasi in silenzio, quasi per non disturbare, lo sbocciare dei primi amori, le speranze e le attese dei protagonisti. In un intreccio che non cede spazio a giudizi o pregiudizi ma solo alla possibilità di riconoscersi in dettagli (magari mai colti prima) di sé. La potenza di questa graphic novel, vincitrice del Premio Andersen 2021, si riassume tutta in un’unica parola: empatia. Più dettagliata, invece, la motivazione lasciata dalla giuria che ne ha decretata la vittoria «per la capacità non solo di trasporre nel linguaggio del fumetto un classico della letteratura drammaturgia ma anche, e soprattutto, per averlo fatto con un’originalità che si fa intensamente interprete delle sensibilità e dei turbamenti dell’adolescenza contemporanea» Girotondo di Sergio Rossi con le illustrazioni di Agnese Innocente Il Castoro, 2020