Categoria: Libri scelti per voi
Hunger Games. Ballata dell’usignolo e del serpente
A Capitol è la mattina della decima mietitura degli Hunger Games. Il giovane Coriolanus Snow, mentore dei Giochi, sa bene che è la sua unica possibilità per redimere il buon nome della sua famiglia e raggiungere la gloria portando il suo tributo alla vittoria. La strada è tutt’altro che spianata: gli sarà affidata una donna, e per di più del distretto più debole, il 12. Dentro l’arena i ragazzi si battono all’ultimo sangue, mentre fuori dai giochi Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo. La scelta tra seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi, sarà sempre più complessa.
Ballata dell’usignolo e del serpente è una cruda narrazione tripartita (tra prima, durante e dopo gli Hunger Games) che approfondisce la sottile e ambigua differenza tra bene e male, maturità e immaturità, etica e immoralità, amore e opportunismo. Attraverso lo sguardo del futuro, dittatoriale, Presidente di Panem, il lettore viene accompagnato in un arco temporale di tre mesi attraverso la sua ascesa al potere. Un’ascesa tutt’altro che scontata e facile, che passa attraverso un costante conflitto tra scelte giuste e sbagliate, sacrificio dell’etica e sopraffazione dell’ego sulla vita altrui. Come già la trilogia originaria, anche Ballata dell’usignolo e del serpente si presenta come un’analisi in forma romanzesca della natura umana, specialmente della sua più ambigua caratteristica: la tendenza alla manipolazione.
Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente
di Suzanne Collins
Mondadori
Grande meraviglia
La protagonista dell’ultimo romanzo di Viola Ardone si chiama Elba, come un fiume dell’Europa Centrale che sfocia nel Mare del Nord. L’unica realtà che conosce è quella del manicomio in cui è cresciuta con la madre, il Fascione, da lei chiamato il “mezzomondo”. Dopo la morte della madre, Elba rimane chiusa tra le mura della clinica, scrivendo e annotando la sua quotidianità fatta di persone, odori e sapori. Un mondo in cui vive aspettando pazientemente che la madre ritorni da lei. Sono passati pochi anni dall’approvazione della legge Basaglia, ma la realtà è ancora quella del contenimento dei pazienti nei manicomi, dell’elettroshock, delle camicie di forza. Al Fascione lavora il dottor Fausto Meraviglia, uno psichiatra che crede nel lavoro di Basaglia e nel superamento del sistema attuale per ridare dignità alle persone. Decide di adottare Elba e di farla crescere in casa sua. Il romanzo prosegue poi nel 2019, dove troviamo un vecchio e stanco Dottor Meraviglia che ripercorre la sua vita e i suoi rimpianti. Un libro che arriva al cuore del lettore raccontando l’amore che si sviluppa tra i due protagonisti, come “una forma di pazzia”, e che chiude un’ideale trilogia sulla seconda metà del Novecento, iniziata con “Il treno dei bambini” e proseguita con “Oliva Denaro”.
Grande meraviglia
Viola Ardone
Einaudi, 2023
Se riesco io, puoi farcela anche tu
Quando una primavera anticipata risveglia dal letargo gli animali del bosco, Tartaruga comincia il viaggio verso la cima della collina, dove festeggerà il suo primo centenario. Sul suo cammino incontra Orso, prepotente solo all’apparenza. Strada facendo ai due amici si uniranno tanti animali che, superati i primi burberi approcci di Orso, creeranno una compagnia ben numerosa e assortita. Passo dopo passo insegneranno a Orso quanto sia bello collaborare e si godranno, infine, un magnifico spettacolo, reso ancora più bello dall’essere insieme.
Incamminarsi da soli o procedere in gruppo verso l’obiettivo comune? Se riesco io, puoi farcela anche tu si presenta come un delicato albo illustrato capace di esaltare il valore della gentilezza e della cooperazione. Non è un caso, infatti, che la dedica sia “A chi con coraggio sceglie la strada della cooperazione”. Il signor Tartaruga ci apre gli occhi su quanto sia bello e importante collaborare, stare insieme, condividere e dividere, parlare e confrontarsi, ci spalanca la porta sul significato etimologico, vero e profondo della parola “compagnia”. Se riesco io, puoi farcela anche tu parla esattamente di quanto poco faticosa possa essere anche la salita più ripida, se hai le persone giuste accanto. Per ogni problema che si presenta, il signor Tartaruga sa sempre cosa fare: chiedere un aiuto con gentilezza. Ed è proprio con l’aiuto di tutti, che tutti raggiungono la cima della collina. Lenti o veloci, svelti o pigri, piccoli o grandi: grazie alle abilità di ciascuno, tutti arriveranno alla meta… insieme!
Una semplice passeggiata si trasforma, pagina dopo pagina, in un viaggio comune, ricco di esperienze, nuovi incontri e un panorama davvero mozzafiato.
Se riesco io, puoi farcela anche tu
di Roberta Brioschi, Annarita Da Bellonio, Lorenzo Sangiò
Carthusia, 2020
Sandro Munari. Una vita di traverso
Nel 2007 Sandro Munari, il “Drago di Cavarzere”, decide di raccontare la sua storia al giornalista sportivo Sergio Remondino. Ne nasce una biografia che, a distanza di oltre un decennio, viene rivista dall’autore, che ne ha modificato quasi tutti i testi, arricchendola di due contributi inediti. Dall’infanzia nella bassa polesana fino all’ultima vera corsa del 1996, attraversando le grandi vittorie che lo hanno consacrato tra i più grandi piloti di rally di tutti i tempi. Veloce, con una grande intelligenza tattica, ma anche dotato di grande sensibilità e finezza. La leggenda del Drago viene delineata anche attraverso il racconto delle auto che ha pilotato e con le quali ha compiuto storiche imprese, come la gloriosa Lancia Stratos, con la quale “sbancò Montecarlo” per tre anni consecutivi, o la Fulvia HS. Entrambe queste automobili hanno segnato la storia dello sviluppo degli pneumatici Pirelli, con l’affermazione del CINTURATO nelle competizioni automobilistiche, con lo sviluppo del CN36, del CN54 e, successivamente, del P7, che inaugura una nuova generazione di cinturati. Importantissime anche le figure dei suoi navigatori storici quali, tra gli altri, Luciano Lombardini, Mario Mannucci e Silvio Maiga, compagni d’avventura con i quali ha condiviso le innumerevoli vittorie. “Una vita di traverso” è il titolo che proprio il grande campione ha scelto per questo libro, frutto di decine di ore di conversazione con l’autore.
Sandro Munari. Una vita di traverso
Sergio Remondino
Giorgio Nada Editore, 2023
L’ultima cosa bella sulla faccia della terra
Harmony è una cittadina del Sud degli Stati Uniti, un piccolo centro i cui abitanti sono spesso chiusi nei loro pregiudizi e nelle loro solitudini. La voce narrante che troviamo nella prima parte del libro è una voce corale, che rappresenta uno dei tanti ragazzi cresciuti nella cittadina e ormai invecchiati, scavati da una tragedia che ha segnato la vita di tutti gli abitanti di Harmony. Una domenica di diciotto anni prima Iggy entra in una chiesa con una tanica di benzina. Si avvicina all’altare, tremante, e cerca di darsi fuoco. La benzina finisce sul pavimento, il fiammifero gli cade di mano. Scoppia un incendio in cui muoiono 25 persone, ma lui sopravvive e viene condannato alla pena capitale. La sua voce straziante, in attesa dell’esecuzione, racconta la seconda parte, cuore del romanzo. A poche settimane dall’iniezione fatale, chiuso dentro il braccio della morte, Iggy osa ancora sognare, ripercorrendo la sua vita e chiedendosi cosa l’abbia portato a compiere quell’atto. Forse l’eroina e l’alcol, l’amore struggente per Paul e Cleo, il padre violento, ma “Non è niente di tutto questo. O forse tutte queste cose insieme”. Il dolore che si portava dentro non è stato compreso e ascoltato, un’oscurità ignorata e invisibile agli occhi dei suoi amici, fino al giorno in cui è esplosa. La tragedia assume una dimensione collettiva, diventando il fallimento di un’intera comunità e non solo di un individuo. Anche la narrazione del romanzo è corale e intreccia voci e tempi diversi. A quella del protagonista segue la voce di Farber, tornando all’anno prima dell’incendio, e infine conclude il racconto quella di Nuvola, l’anno seguente rispetto all’inizio del libro. L’esordio di Michael Bible è un romanzo sorprendente, scritto con un linguaggio asciutto, tagliente e poetico, che regala delle pagine di grande letteratura.
L’ultima cosa bella sulla faccia della terra
Michael Bible
Adelphi, 2023
Qui, solo qui
Una scuola piena di misteri, un club supersegreto e un’oscura, terribile minaccia.
È il primo giorno di lezione e Iris inizia subito a notare alcune ombre che gravano sull’edificio scolastico. Impronte di scarpe sui soffitti come se qualcuno camminasse a testa in giù, banchi che si spostano da soli, ragazzi che vengono cacciati dai bagni normali e bullizzati, guru che compiono miracoli e un “Club Ultrasegreto” che raccoglie alcuni allievi alla ricerca della sostanza misteriosa che provoca le stranezze della scuola e che porterà alla fine del mondo.
È un mondo spaventoso, quello che appare dietro ai cancelli della scuola. Non ci sarà spazio, qui, per chi piange, per chi è debole: le debolezze sono armi affilate nelle mani degli altri, che tenteranno in tutti i modi di difendersi dagli attacchi, per non subire a loro volta altre ferite.
L’atteso ritorno di Christelle Dabos in libreria ha molte sfaccettature. Muovendosi tra realtà e finzione, magia e turpiloquio, l’autrice è stata in grado di creare un romanzo di formazione in cui la scuola media assomiglia sempre di più a un regno fatto di regole e ritorsioni, in cui gli adulti figurano solo come pallide comparse. Varcati i cancelli della scuola, la protagonista deve affrontare lo strappo definitivo con l’infanzia ed entrare – fuor di metafora – in una nuova fase di vita, in cui la sorella maggiore non le terrà più la mano e sarà costretta crescere. Ma non sarà da sola: insieme a lei, Pierre, Madeleine e Guy narreranno – ognuno in prima persona – il proprio punto di vista. Lo stile è ruvido, il linguaggio gergale, molto diverso dalla pomposità della precedente saga ma capace di entrare in profondità nella psicologia dei protagonisti. Sarà impossibile rimanere indifferenti all’intensa introspezione che farà immergere il lettore nell’anima del racconto.
Qui, solo qui
di Christelle Dabos
E/O Edizioni
Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie
Aceri, fichi, ginko biloba, meli, pioppi, querce. Come in un bouquet, “Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie” propone una selezione di venti alberi e, per ognuno, un identikit fatto di caratteristiche botaniche e di riferimenti storico-artistici e letterari. Tra un capitolo e l’altro, alcune pagine bianche invitano il lettore a tornare bambino e conservarne degli esemplari: dai gialli e malinconici ventagli del ginkgo biloba alle punte rosso sangue degli aceri autunnali, dalle foglie alterne, ovato-romboidali, dentate e portate da un lungo picciolo della betulla, a quelle del platano, che ricordano il palmo di una mano, sino alle lucide, verdi, scure ed ellittiche foglie dei limoni, dai margini crenati.
“Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie” è una gemma in miniatura senza limite d’età che stimola l’ascolto e la comprensione del mondo che abbiamo sotto gli occhi, invita a ritornare alla giocosità dell’infanzia e alla nostalgia tipica della stagione autunnale. Il volume si chiude con una bibliografia, la “Piccola biblioteca arborea”, che da Mario Rigoni Stern a Michael Pollan, passando per Tiziano Fratus, Emanuele Coccia e Mauro Agnoletti, propone la lettura di alcuni passaggi di narrativa italiana e straniera a tema.
Piccolo manuale illustrato per cercatori di foglie
con i testi di Giuseppe Zare con le illustrazioni di Sofia Paravicini
Il Saggiatore, 2021
Cronorifugio
Gaustin è il protagonista del libro di Georgi Gospodinov. Uno strano personaggio in grado di viaggiare nel tempo (già apparso anche nel romanzo “Fisica della malinconia”), che decide di fondare a Zurigo una clinica molto particolare, una “Clinica del passato”, creata per accogliere le persone colpite da amnesia che vogliano ritrovare i loro ricordi. La struttura del Dott. Gaustin sarà presto imitata anche in altre città e ne sorgeranno molteplici in breve tempo, diventando luogo di cura e rifugio per chi vuole fuggire dal presente. In un futuro dal sapore di un passato ormai svanito, la perdita della memoria e la fuga dal tempo assumono sempre più i caratteri di un’emergenza globale, una crisi collettiva che porta i governi dei vari Stati europei a indire un bizzarro “referendum sul passato”, per scegliere quale sia il decennio preferito dalla popolazione. La storia si evolve senza una trama lineare, diventando un contenitore di altre storie, e la narrazione è intervallata da fittizi saggi critici e da massime del protagonista. Un romanzo onirico e poetico, che si pone in dialogo con Borges, citato esplicitamente con un riferimento a Funes, il protagonista di uno dei racconti contenuti in “Finzioni”, uomo dalla memoria prodigiosa, in grado di ricordare ogni singolo istante della sua vita. Gospodinov ribalta la prospettiva di Borges sul tempo e sulla memoria creando un racconto in cui la perdita dei ricordi porta i personaggi del libro a scivolare nell’oblio, sfumando in un’infinita malinconia.
Cronorifugio
Georgi Gospodinov
Voland, 2021
Centomilioni
Teresa ha 47 anni, vive con i genitori in un’anonima cittadina di provincia e insegna inglese. Teresa non è né bella né brutta, né alta né bassa, né magra né grassa. Teresa non esprime i suoi desideri, neanche per ordinare un caffè, ci pensa la madre a decidere e a parlare per lei. Teresa legge i libri in inglese, unico modo per poter leggere qualcosa senza che sua madre possa capire cosa. Teresa scrive un diario, unico luogo nel quale i suoi desideri prendono forma, unico modo per arrivare a pensarli. Teresa “vive come una sogliola”, schiacciata sul fondale marino, senza disturbare, senza che nessuno si accorga di lei. Teresa, che non ha mai conosciuto l’amore, si innamora di Alessandro, un suo ex studente che ha abbandonato la scuola, molto più giovane di lei, bello, “biondo, ma con modi da castano”. Alessandro è consapevole della propria bellezza e dell’innamoramento di Teresa. Disprezza la propria vita e come unica via di fuga vede il denaro, sua ossessione. Marta Cai racconta la storia di Teresa con una scrittura intensa e spigolosa, tagliente e spiazzante, alternando una voce narrante che si rivolge direttamente al lettore alle pagine del diario della protagonista. Il libro ci parla anche della vita di provincia, con una punta di ironia amara. I luoghi, come i personaggi, diventano indefiniti e sfumati. Il tempo è scandito dal ritmo ripetitivo delle routine di paese: la spesa nei giorni di mercato, il parrucchiere al sabato pomeriggio, la messa domenicale.
Centomilioni
Marta Cai
Einaudi, 2023
Il profumo della grande estate
Reggio Calabria, un’estate qualunque e al contempo unica. I ricordi di Louise la riportano indietro nel tempo, all’estate passata in compagnia del nonno in una casa in campagna, lontana dalla guerra. Dalla memoria riemergono il profumo dell’erba appena tagliata e quello dei panni stesi, il vociare delle cinciallegre e il rosso dei papaveri. Ancor di più, dalla memoria riemerge lui, Nonno Leòn. Grande e grosso, con la testa piena di idee strampalate ma utili, e di sogni da realizzare.
Nonno Leòn è una di quelle persone che non vogliono cambiare il mondo, ma – più semplicemente – “viverlo e ascoltarne il respiro”.
Il profumo della grande estate è scritto ed illustrato da Thibault Prugne. La storia, semplice ma profonda, ripercorre l’estate che la piccola Louise dagli occhi grandi e il sorriso costantemente sulle labbra vive a casa del nonno. Un periodo formativo tanto per la protagonista quanto per chi leggerà il suo “memoir” essenziale, senza fronzoli, ma capace di dare valore a tutto ciò che ci circonda. È infatti sotto quel tetto che la protagonista scopre l’amore, riflette sulla guerra, sul motivo per cui le persone attraversano la vita senza mai fermarsi, magari seduti ad ammirare le farfalle su un’altalena fatta da una sedia che ciondola da una grande quercia. Ed è sempre sotto questa grande quercia che la incontriamo qualche anno dopo, adulta e innamorata, che parla con il nonno.
Il profumo della grande estate
di Thibault Prugne
Rizzoli, 2023