Il passato presente
Un piccolo libro di un grande storico, serve per comprendere meglio il contesto in cui viviamo e lavoriamo
La buona cultura, e la buona cultura d’impresa in particolare, si nutrono della consapevolezza del presente ma anche del passato. Constatazione che dovrebbe essere acquisita e che, invece, spesso passa in secondo piano, travolta dalla facilità dell’immediato. Leggere il libretto di poco più di un centinaio di pagine che Adriano Prosperi – storico di vaglia e adesso professore emerito di storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa -, ha dedicato a “Un tempo senza storia. La distruzione del passato”, serve proprio per rendere più salda quella consapevolezza che fa della cultura (anche d’impresa), una condizione insostituibile dell’agire.
Prosperi ha voluto scrivere un libro che è, contemporaneamente, un’apologia della storia e uno sguardo preoccupato sulla società dell’oblio in cui viviamo. Sulla base della sua lunga esperienza, l’autore commenta la condizione di una società dove la storia, come disciplina, è vituperata e marginalizzata. E dove dimenticare il passato è un fenomeno connesso alla scomparsa del futuro nella prospettiva delle nuove generazioni, mentre le rinascenti mitologie nazistoidi si legano all’odio nei confronti di chi viene “da fuori”.
Passato e presente, così come ruolo della memoria e della storia, ma anche dell’impegno civile dei singoli e delle organizzazioni, sono il tema dell’analisi di Prosperi che descrive la condizione inquietante della nostra società. Proprio quella società nella quale i singoli si muovono e vivono, così come le organizzazioni della produzione e i mercati prendono forma e azione, senza dimenticare i movimenti d’opinione e politici che pare mettano da parte l’accoglienza per privilegiare l’esclusione. Emerge dalle pagine di questo libro una società nella quale visioni positive legate, per esempio, alla responsabilità sociale d’impresa, alla tutela dell’altro, alla conservazione dell’ambiente, appaiono rischiare di essere poste a margine del cammino lungo della storia.
Prosperi scrive in modo denso e appassionato: le sue pagine non sono sempre di facile lettura. Eppure, leggere “Un tempo senza storia” fa bene a tutti: serve per guardare al passato e al presente in modo corretto e andare verso il futuro con passo deciso.
Un tempo senza storia. La distruzione del passato
Adriano Prosperi
Einaudi, 2021
Un piccolo libro di un grande storico, serve per comprendere meglio il contesto in cui viviamo e lavoriamo
La buona cultura, e la buona cultura d’impresa in particolare, si nutrono della consapevolezza del presente ma anche del passato. Constatazione che dovrebbe essere acquisita e che, invece, spesso passa in secondo piano, travolta dalla facilità dell’immediato. Leggere il libretto di poco più di un centinaio di pagine che Adriano Prosperi – storico di vaglia e adesso professore emerito di storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa -, ha dedicato a “Un tempo senza storia. La distruzione del passato”, serve proprio per rendere più salda quella consapevolezza che fa della cultura (anche d’impresa), una condizione insostituibile dell’agire.
Prosperi ha voluto scrivere un libro che è, contemporaneamente, un’apologia della storia e uno sguardo preoccupato sulla società dell’oblio in cui viviamo. Sulla base della sua lunga esperienza, l’autore commenta la condizione di una società dove la storia, come disciplina, è vituperata e marginalizzata. E dove dimenticare il passato è un fenomeno connesso alla scomparsa del futuro nella prospettiva delle nuove generazioni, mentre le rinascenti mitologie nazistoidi si legano all’odio nei confronti di chi viene “da fuori”.
Passato e presente, così come ruolo della memoria e della storia, ma anche dell’impegno civile dei singoli e delle organizzazioni, sono il tema dell’analisi di Prosperi che descrive la condizione inquietante della nostra società. Proprio quella società nella quale i singoli si muovono e vivono, così come le organizzazioni della produzione e i mercati prendono forma e azione, senza dimenticare i movimenti d’opinione e politici che pare mettano da parte l’accoglienza per privilegiare l’esclusione. Emerge dalle pagine di questo libro una società nella quale visioni positive legate, per esempio, alla responsabilità sociale d’impresa, alla tutela dell’altro, alla conservazione dell’ambiente, appaiono rischiare di essere poste a margine del cammino lungo della storia.
Prosperi scrive in modo denso e appassionato: le sue pagine non sono sempre di facile lettura. Eppure, leggere “Un tempo senza storia” fa bene a tutti: serve per guardare al passato e al presente in modo corretto e andare verso il futuro con passo deciso.
Un tempo senza storia. La distruzione del passato
Adriano Prosperi
Einaudi, 2021