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Visioni d’impresa e del mondo

Un libro appena pubblicato delinea un approccio diverso da solito al futuro e al presente

 

La buona impresa deve avere una visione del mondo. Fatta di donne e uomini, ogni organizzazione della produzione che non abbia il solo profitto come (limitato) scopo del suo essere, necessita, per forza di cose, di un orizzonte al quale tendere. E non solo. Perché delineare il proprio orizzonte, comporta anche la consapevolezza di dove si è. Un contributo in questo senso arriva da “La rinascita dell’Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate”, libro scritto da Francesco Morace appena prima dell’arrivo della pandemia di Covid-19 e talmente segnato da questo evento da avere, all’inizio, un decalogo di osservazioni che, partendo dal cuore del libro stesso, aggiorna quanto scritto in precedenza agli ultimi accadimenti.

Per l’autore, il 2020 è una soglia simbolica: un arrivo e una partenza. Anno doppio e bisesto, come in un gioco di specchi ha amplificato problemi e soluzioni, fino al culmine dell’emergenza coronavirus. Quanto accaduto prima può essere sintetizzato in una serie di istantanee  corrispondenti ad altrettanti nuovi paradigmi (che tra l’altro non si sono limitati all’Italia): big data, sharing economy, fake news, influencer hanno fatto la differenza. Il risultato è stato il passaggio del mondo, in breve tempo, da come era prima ad una dimensione sempre più digitale e quindi soggettiva, contagiosa, innovativa, istantanea, ma anche inconsapevole, evanescente, pervasiva; un mondo – secondo l’autore -, guidato in modo potente e non trasparente da un’intelligenza artificiale controllata da pochi, da un pensiero politico tanto impoverito quanto spregiudicato, dall’aggressività di molta comunicazione.

Il libro spiega che quanto accaduto ha comunque creato nuove possibilità e connessioni vitali, ma ha delineato anche “un futuro maldistribuito”, in cui trovano spazio forme individuali, civili e sociali di azione e reazione, nel bene e nel male.

Da tutto questo emerge una nuova sfida, di fronte anche alle imprese ed a chi le fa funzionare. È arrivato il momento – dice Francesco Morace -, di riaffermare la nostra capacità di incidere sul futuro e di assumerci la responsabilità che questo implica, proponendo un percorso di crescita verso un mondo più equilibrato, fatto di attivismo e desiderio di contare, di porsi al centro della scena con la propria presenza autentica, complementare a quella digitale. Tutto all’insegna di un’etica e un’estetica “aumentate” capaci di guardare ai diritti di cittadinanza, di proteggere il mondo fisico a partire dalla salute e dall’ambiente, di valorizzare le persone in carne e ossa e la loro dignità, di utilizzare la potenza dei big data senza esagerazioni.

Il libro ha una struttura semplice. Prima viene delineato il contesto sul quale ragionare (“La sfida dell’etica e dell’estetica aumentate”), poi vengono descritti i paradigmi sulla base dei quali costruire un orizzonte diverso. Infine, tutto viene ricondotto alla situazione italiana con l’indicazione di un “percorso di rigenerazione in otto passaggi” che prevede punti di forza importanti come la previsione di un’Italia come laboratorio, come approdo estetico e come “luogo di riconoscimento complesso”, ma anche di “scambio inter-generazionale” e di “avamposto del Mediterraneo”, fino ad arrivare ad un’Italia “protagonista del terzo Rinascimento”.

Il libro di Francesca Morace è certamente un libro visionario con il quale si può anche non essere d’accordo, ma che deve essere preso per quello che è: un’occasione importante per ragionare, magari partendo da punti di vista inconsueti, sul nostro presente e specialmente sul nostro futuro. Ciò che, a ben vedere, ogni buona impresa in ogni campo deve fare.

La rinascita dell’Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate

Francesco Morace

EGEA, 2020

Un libro appena pubblicato delinea un approccio diverso da solito al futuro e al presente

 

La buona impresa deve avere una visione del mondo. Fatta di donne e uomini, ogni organizzazione della produzione che non abbia il solo profitto come (limitato) scopo del suo essere, necessita, per forza di cose, di un orizzonte al quale tendere. E non solo. Perché delineare il proprio orizzonte, comporta anche la consapevolezza di dove si è. Un contributo in questo senso arriva da “La rinascita dell’Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate”, libro scritto da Francesco Morace appena prima dell’arrivo della pandemia di Covid-19 e talmente segnato da questo evento da avere, all’inizio, un decalogo di osservazioni che, partendo dal cuore del libro stesso, aggiorna quanto scritto in precedenza agli ultimi accadimenti.

Per l’autore, il 2020 è una soglia simbolica: un arrivo e una partenza. Anno doppio e bisesto, come in un gioco di specchi ha amplificato problemi e soluzioni, fino al culmine dell’emergenza coronavirus. Quanto accaduto prima può essere sintetizzato in una serie di istantanee  corrispondenti ad altrettanti nuovi paradigmi (che tra l’altro non si sono limitati all’Italia): big data, sharing economy, fake news, influencer hanno fatto la differenza. Il risultato è stato il passaggio del mondo, in breve tempo, da come era prima ad una dimensione sempre più digitale e quindi soggettiva, contagiosa, innovativa, istantanea, ma anche inconsapevole, evanescente, pervasiva; un mondo – secondo l’autore -, guidato in modo potente e non trasparente da un’intelligenza artificiale controllata da pochi, da un pensiero politico tanto impoverito quanto spregiudicato, dall’aggressività di molta comunicazione.

Il libro spiega che quanto accaduto ha comunque creato nuove possibilità e connessioni vitali, ma ha delineato anche “un futuro maldistribuito”, in cui trovano spazio forme individuali, civili e sociali di azione e reazione, nel bene e nel male.

Da tutto questo emerge una nuova sfida, di fronte anche alle imprese ed a chi le fa funzionare. È arrivato il momento – dice Francesco Morace -, di riaffermare la nostra capacità di incidere sul futuro e di assumerci la responsabilità che questo implica, proponendo un percorso di crescita verso un mondo più equilibrato, fatto di attivismo e desiderio di contare, di porsi al centro della scena con la propria presenza autentica, complementare a quella digitale. Tutto all’insegna di un’etica e un’estetica “aumentate” capaci di guardare ai diritti di cittadinanza, di proteggere il mondo fisico a partire dalla salute e dall’ambiente, di valorizzare le persone in carne e ossa e la loro dignità, di utilizzare la potenza dei big data senza esagerazioni.

Il libro ha una struttura semplice. Prima viene delineato il contesto sul quale ragionare (“La sfida dell’etica e dell’estetica aumentate”), poi vengono descritti i paradigmi sulla base dei quali costruire un orizzonte diverso. Infine, tutto viene ricondotto alla situazione italiana con l’indicazione di un “percorso di rigenerazione in otto passaggi” che prevede punti di forza importanti come la previsione di un’Italia come laboratorio, come approdo estetico e come “luogo di riconoscimento complesso”, ma anche di “scambio inter-generazionale” e di “avamposto del Mediterraneo”, fino ad arrivare ad un’Italia “protagonista del terzo Rinascimento”.

Il libro di Francesca Morace è certamente un libro visionario con il quale si può anche non essere d’accordo, ma che deve essere preso per quello che è: un’occasione importante per ragionare, magari partendo da punti di vista inconsueti, sul nostro presente e specialmente sul nostro futuro. Ciò che, a ben vedere, ogni buona impresa in ogni campo deve fare.

La rinascita dell’Italia. Una visione per il futuro tra etica ed estetica aumentate

Francesco Morace

EGEA, 2020

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