Fabbriche
Parlare di fabbrica significa parlare di processi, di prodotti, di innovazione tecnologica, di Paesi, di persone. Il primo stabilimento Pirelli per la lavorazione della gomma si è aperto nel 1873 a Milano. In pochi anni l’azienda si espande anche all’estero aprendo filiali e insediamenti produttivi e diventando ben presto una multinazionale conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, oggi presente con 18 fabbriche in 12 Paesi. Negli anni Cinquanta attraverso lo sguardo di artisti e pittori la fabbrica ha una rappresentazione sempre aggiornata, in linea con i tempi che cambiano, e in tempi più recenti anche una musica: i suoi ritmi, tempi e suoni diventano il “Canto della fabbrica”, il brano creato dal Maestro Francesco Fiore per l’Orchestra da Camera Italiana di Salvatore Accardo.
La fabbrica diventa anche bella e 4.0: è il caso della “Spina” del Polo Industriale di Settimo Torinese progettata da Renzo Piano. Progetti architettonici nati per rappresentare l’industria finiscono per diventare landmark e simboli come lo è stato il Grattacielo Pirelli, conosciuto da tutti come il “Pirellone” progettato da Gio Ponti nel 1955 e divenuto l’emblema di modernità in un momento eccezionale per l’economica italiana, negli anni del “boom economico”.
La fabbrica è anche trasformazione. Ne è un esempio il “Progetto Bicocca” nato per la riconversione dell’area a nord di Milano divenuto poi uno dei simboli, tra gli altri, dello stretto legame tra le architetture industriali aziendali e il tessuto urbano. Progetto fortemente voluto dall’allora Presidente Leopoldo Pirelli a metà degli anni Ottanta il cui obiettivo è riassunto in questa frase: “La Bicocca degli anni Novanta non dovrà essere uno spazio chiuso e inaccessibile ai cittadini, ma al contrario un luogo aperto, ricco di possibilità di comunicazione e di interscambio economico, sociale e culturale. Un’area dove le nuove tecnologie parleranno il linguaggio degli uomini”.
![](https://d2snyq93qb0udd.cloudfront.net/FondazionePirelli/newFondazione/wp-content/uploads/2023/03/23120810/PIRELLI_BOLLATE_VULCA_110_ST.jpg)
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Parlare di fabbrica significa parlare di processi, di prodotti, di innovazione tecnologica, di Paesi, di persone. Il primo stabilimento Pirelli per la lavorazione della gomma si è aperto nel 1873 a Milano. In pochi anni l’azienda si espande anche all’estero aprendo filiali e insediamenti produttivi e diventando ben presto una multinazionale conosciuta e apprezzata in tutto il mondo, oggi presente con 18 fabbriche in 12 Paesi. Negli anni Cinquanta attraverso lo sguardo di artisti e pittori la fabbrica ha una rappresentazione sempre aggiornata, in linea con i tempi che cambiano, e in tempi più recenti anche una musica: i suoi ritmi, tempi e suoni diventano il “Canto della fabbrica”, il brano creato dal Maestro Francesco Fiore per l’Orchestra da Camera Italiana di Salvatore Accardo.
La fabbrica diventa anche bella e 4.0: è il caso della “Spina” del Polo Industriale di Settimo Torinese progettata da Renzo Piano. Progetti architettonici nati per rappresentare l’industria finiscono per diventare landmark e simboli come lo è stato il Grattacielo Pirelli, conosciuto da tutti come il “Pirellone” progettato da Gio Ponti nel 1955 e divenuto l’emblema di modernità in un momento eccezionale per l’economica italiana, negli anni del “boom economico”.
La fabbrica è anche trasformazione. Ne è un esempio il “Progetto Bicocca” nato per la riconversione dell’area a nord di Milano divenuto poi uno dei simboli, tra gli altri, dello stretto legame tra le architetture industriali aziendali e il tessuto urbano. Progetto fortemente voluto dall’allora Presidente Leopoldo Pirelli a metà degli anni Ottanta il cui obiettivo è riassunto in questa frase: “La Bicocca degli anni Novanta non dovrà essere uno spazio chiuso e inaccessibile ai cittadini, ma al contrario un luogo aperto, ricco di possibilità di comunicazione e di interscambio economico, sociale e culturale. Un’area dove le nuove tecnologie parleranno il linguaggio degli uomini”.