La prima fabbrica Pirelli: una rivoluzione industriale
Nel 1873, il giovane ingegnere Giovanni Battista Pirelli apriva a Milano in via Ponte Seveso, oggi via Fabio Filzi, la prima fabbrica italiana per la lavorazione della gomma elastica. La zona, nota allora con il nome di Corpi Santi fuori Porta Nuova, si trovava fuori dal centro abitato, in aperta campagna.
Lo stabilimento, inizialmente costituito da un unico fabbricato di 1000 mq lungo il fiume Sevesetto, impiegava 40 operai e 5 impiegati e produceva cinghie, valvole, tubi in gomma. In breve tempo, grazie alle applicazioni sempre nuove di questo materiale, la produzione si allargò a comprendere articoli sanitari e di merceria (1877), conduttori elettrici (1879), pneumatici (1890). Parallelamente lo stabilimento cresceva, saturando lo spazio disponibile. Nel 1890, per dare avvio alla produzione delle pneumatiche per velocipedi venne acquistato un altro lotto di terreno, al di là del Sevesetto, noto come “Brusada”, per la presenza del rudere di una cascina. Sarà l’ultimo lotto di spazio disponibile per l’ampliamento della fabbrica: la città aveva infatti ormai inglobato l’intero quartiere e per trovare nuovi spazi era necessario spostarsi. Ecco allora nascere, nel 1908, il secondo stabilimento milanese della Pirelli, nelle campagne della Bicocca. Lo stabilimento di Milano-città continuò a essere attivo fino alla seconda guerra mondiale, quando fu distrutto dai bombardamenti che colpirono la città nel luglio del 1943. L’area fu ceduta al Comune, a eccezione del lotto della “Brusada”, dove nel 1956 verrà posata la prima pietra del grattacielo Pirelli.
Nel 1873, il giovane ingegnere Giovanni Battista Pirelli apriva a Milano in via Ponte Seveso, oggi via Fabio Filzi, la prima fabbrica italiana per la lavorazione della gomma elastica. La zona, nota allora con il nome di Corpi Santi fuori Porta Nuova, si trovava fuori dal centro abitato, in aperta campagna.
Lo stabilimento, inizialmente costituito da un unico fabbricato di 1000 mq lungo il fiume Sevesetto, impiegava 40 operai e 5 impiegati e produceva cinghie, valvole, tubi in gomma. In breve tempo, grazie alle applicazioni sempre nuove di questo materiale, la produzione si allargò a comprendere articoli sanitari e di merceria (1877), conduttori elettrici (1879), pneumatici (1890). Parallelamente lo stabilimento cresceva, saturando lo spazio disponibile. Nel 1890, per dare avvio alla produzione delle pneumatiche per velocipedi venne acquistato un altro lotto di terreno, al di là del Sevesetto, noto come “Brusada”, per la presenza del rudere di una cascina. Sarà l’ultimo lotto di spazio disponibile per l’ampliamento della fabbrica: la città aveva infatti ormai inglobato l’intero quartiere e per trovare nuovi spazi era necessario spostarsi. Ecco allora nascere, nel 1908, il secondo stabilimento milanese della Pirelli, nelle campagne della Bicocca. Lo stabilimento di Milano-città continuò a essere attivo fino alla seconda guerra mondiale, quando fu distrutto dai bombardamenti che colpirono la città nel luglio del 1943. L’area fu ceduta al Comune, a eccezione del lotto della “Brusada”, dove nel 1956 verrà posata la prima pietra del grattacielo Pirelli.