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Pirelli e Lancia,
tra eleganza e velocità

Il 27 novembre del 1906, il pilota e imprenditore Vincenzo Lancia realizza a Torino il sogno di avere una casa automobilistica tutta sua. E con quelle vetture continuare a correre e vincere, portando bellezza ed eleganza nel mondo dell’auto. La collaborazione tra Pirelli e Lancia ha avuto i suoi punti più alti non solo nel campo delle competizioni, ma anche sul versante dei modelli di serie. Su tutte la Lancia Aurelia, del 1950, che Pirelli equipaggia con il suo Cinturato per la versione B20 coupé Gran Turismo: una combinazione perfetta tra le prestazioni del sei cilindri Lancia e la tenuta di strada del radiale Pirelli.

Anche la collaborazione sul progetto Aurelia si mantiene sempre agli alti livelli delle versioni sportive della vettura, in particolare quando vengono lanciate sul mercato le Aurelia da 2.3 litri di cilindrata: ormai a un passo dalle competizioni. A metà degli anni Cinquanta non c’è corsa su strada, tra Targa Florio e Mille Miglia, che non veda protagonista un’Aurelia equipaggiata Cinturato Pirelli. L’Aurelia è stata anche una macchina amatissima dai carrozzieri, Pininfarina in testa, grazie alle sue linee pulite e razionali, e il disegno  dei suoi pneumatici è un elemento che si accorda perfettamente con le caratteristiche estetiche della vettura. L’Aurelia “stradale” viene poi sostituita dalla Flaminia nel1957.

Una macchina di grande classe, vera e propria “auto di rappresentanza” – tanto da essere la vettura ufficiale del Presidente della Repubblica – la Lancia Flaminia richiede lo sviluppo di una nuova misura 175×400 del Cinturato ed è anche uno dei modelli per i quali i gommisti dell’epoca raccomandano di scegliere l’esclusivo  Cinturato in versione fianco bianco. Intanto l’Aurelia sportiva entra nel mondo delle corse: un percorso -sempre accompagnata da Pirelli, che via via porterà ai successi di Alberto Ascari e Piero Taruffi con le “barchette” D24 fino allo sbarco in Formula 1 nel 1954.

Dura altri trent’anni il sodalizio sportivo tra Lancia e Pirelli: a fine anni Sessanta la nuova disciplina automobilistica chiamata “rally” vede affermarsi la Lancia Fulvia HF, che Pirelli equipaggia con il suo CN36. E poi arriva la Lancia  Stratos di Sandro Munari, che richiede lo sviluppo del nuovissimo Pirelli P7. E poi ancora le versioni da competizione della Lancia Beta: la Montecarlo per il turismo e a seguire la 037 per i rally. Fino alla generazione delle Lancia Delta, coetanee del P Zero che ancora oggi rappresenta il vertice delle prestazioni Pirelli.

Il 27 novembre del 1906, il pilota e imprenditore Vincenzo Lancia realizza a Torino il sogno di avere una casa automobilistica tutta sua. E con quelle vetture continuare a correre e vincere, portando bellezza ed eleganza nel mondo dell’auto. La collaborazione tra Pirelli e Lancia ha avuto i suoi punti più alti non solo nel campo delle competizioni, ma anche sul versante dei modelli di serie. Su tutte la Lancia Aurelia, del 1950, che Pirelli equipaggia con il suo Cinturato per la versione B20 coupé Gran Turismo: una combinazione perfetta tra le prestazioni del sei cilindri Lancia e la tenuta di strada del radiale Pirelli.

Anche la collaborazione sul progetto Aurelia si mantiene sempre agli alti livelli delle versioni sportive della vettura, in particolare quando vengono lanciate sul mercato le Aurelia da 2.3 litri di cilindrata: ormai a un passo dalle competizioni. A metà degli anni Cinquanta non c’è corsa su strada, tra Targa Florio e Mille Miglia, che non veda protagonista un’Aurelia equipaggiata Cinturato Pirelli. L’Aurelia è stata anche una macchina amatissima dai carrozzieri, Pininfarina in testa, grazie alle sue linee pulite e razionali, e il disegno  dei suoi pneumatici è un elemento che si accorda perfettamente con le caratteristiche estetiche della vettura. L’Aurelia “stradale” viene poi sostituita dalla Flaminia nel1957.

Una macchina di grande classe, vera e propria “auto di rappresentanza” – tanto da essere la vettura ufficiale del Presidente della Repubblica – la Lancia Flaminia richiede lo sviluppo di una nuova misura 175×400 del Cinturato ed è anche uno dei modelli per i quali i gommisti dell’epoca raccomandano di scegliere l’esclusivo  Cinturato in versione fianco bianco. Intanto l’Aurelia sportiva entra nel mondo delle corse: un percorso -sempre accompagnata da Pirelli, che via via porterà ai successi di Alberto Ascari e Piero Taruffi con le “barchette” D24 fino allo sbarco in Formula 1 nel 1954.

Dura altri trent’anni il sodalizio sportivo tra Lancia e Pirelli: a fine anni Sessanta la nuova disciplina automobilistica chiamata “rally” vede affermarsi la Lancia Fulvia HF, che Pirelli equipaggia con il suo CN36. E poi arriva la Lancia  Stratos di Sandro Munari, che richiede lo sviluppo del nuovissimo Pirelli P7. E poi ancora le versioni da competizione della Lancia Beta: la Montecarlo per il turismo e a seguire la 037 per i rally. Fino alla generazione delle Lancia Delta, coetanee del P Zero che ancora oggi rappresenta il vertice delle prestazioni Pirelli.

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