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Bicocca una volta, quando l’Università era il “Fabbricato 45”

Il Quartiere Bicocca a Milano, sorto attorno alla Pirelli a partire dal 1908, è oggi profondamente  diverso da come era all’origine. La fabbrica di un tempo è diventata sede dell’Università Statale, e dove c’erano vulcanizzatori e macchinari di produzione, oggi ci sono piazze e moderni uffici. Nuove strade sono state aperte, e tanti viali interni del complesso industriale sono oggi trafficate vie cittadine. Solo il Borgo Pirelli – sorto negli anni Venti del Novecento come complesso di abitazioni per i dipendenti – è rimasto pressoché intatto, punto di partenza per una breve passeggiata tra la Bicocca di ieri e la Bicocca di oggi.

Il Borgo Pirelli è tuttora racchiuso nell’angolo tra viale Sarca e via Emanueli, che a quei tempi però si chiamava ancora via Rodi: il nuovo nome arriverà soltanto nel 1971, a commemorare la scomparsa -avvenuta nel 1959 – di quell’ingegner Luigi Emanueli che per quarant’anni fu il vero e proprio genio della Ricerca e Sviluppo in casa Pirelli. Le villette liberty del Borgo sono raggruppate attorno al cosiddetto Casone, il palazzotto a quattro piani che storicamente ha ospitato i negozi del quartiere, dagli alimentari all’ortolano, alla macelleria. E l’attuale bar tabaccheria affacciato su via Emanueli è lì da novant’anni…

Nella nostra passeggiata verso l’Università, scendiamo dunque lungo via Emanueli – in direzione della stazione di Greco – costeggiando a destra quella che un tempo era l’area industriale di Segnanino. Lì c’era la fabbrica dell’Azienda Articoli Tecnici, gravitante attorno al Fabbricato 184, che negli anni Novanta fu il primo embrione dell’Università. Al semaforo imbocchiamo a sinistra l’ampio e alberato viale Piero e Alberto Pirelli, tra i negozi e i locali di piazza della Trivulziana e il modernissimo condominio di piazza dei Daini. Ci troviamo in quella che un tempo era la via n°13, tra i reparti di finitura pneumatici e i binari della ferrovia interna, con tanto di locomotiva sbuffante…

Sulle nostre teste incombe la mole della torre di raffreddamento, costruita nel 1950 per il riutilizzo del vapore di lavorazione: oggi è “inscatolata” e protetta dentro il grande cubo grigio che vediamo sulla sinistra: l’Headquarter 1, sede del Gruppo Pirelli.

Ci siamo, ecco l’ultimo blocco arancione, con le sue passerelle aeree che sovrastano l’entrata, le lunghe file di finestroni incorniciati di bianco e la grande scritta “Università degli Studi di Milano Bicocca”. È la torre U6, ricavata negli storici fabbricati 45 e 66, che nella storia dell’azienda ha sempre rappresentato la sede strategica della Pirelli Pneumatici in Italia e all’estero. Certo, i fabbricati allora non erano arancioni: erano di un naturalissimo color “giallino fabbrica”, e le vetrate della passerella erano incastonate in una foltissima foresta di edera…

E salendo la rampa che ci porta verso l’entrata della Facoltà di Psicologia, proviamo per un attimo ad immaginarci la monumentale piazza dell’Ateneo Nuovo popolata di operai e di macchinari di produzione, di lunghe file di postazioni per il controllo e la finitura delle coperture. E la piazza tornerà ad essere il Fabbricato 262

Il Quartiere Bicocca a Milano, sorto attorno alla Pirelli a partire dal 1908, è oggi profondamente  diverso da come era all’origine. La fabbrica di un tempo è diventata sede dell’Università Statale, e dove c’erano vulcanizzatori e macchinari di produzione, oggi ci sono piazze e moderni uffici. Nuove strade sono state aperte, e tanti viali interni del complesso industriale sono oggi trafficate vie cittadine. Solo il Borgo Pirelli – sorto negli anni Venti del Novecento come complesso di abitazioni per i dipendenti – è rimasto pressoché intatto, punto di partenza per una breve passeggiata tra la Bicocca di ieri e la Bicocca di oggi.

Il Borgo Pirelli è tuttora racchiuso nell’angolo tra viale Sarca e via Emanueli, che a quei tempi però si chiamava ancora via Rodi: il nuovo nome arriverà soltanto nel 1971, a commemorare la scomparsa -avvenuta nel 1959 – di quell’ingegner Luigi Emanueli che per quarant’anni fu il vero e proprio genio della Ricerca e Sviluppo in casa Pirelli. Le villette liberty del Borgo sono raggruppate attorno al cosiddetto Casone, il palazzotto a quattro piani che storicamente ha ospitato i negozi del quartiere, dagli alimentari all’ortolano, alla macelleria. E l’attuale bar tabaccheria affacciato su via Emanueli è lì da novant’anni…

Nella nostra passeggiata verso l’Università, scendiamo dunque lungo via Emanueli – in direzione della stazione di Greco – costeggiando a destra quella che un tempo era l’area industriale di Segnanino. Lì c’era la fabbrica dell’Azienda Articoli Tecnici, gravitante attorno al Fabbricato 184, che negli anni Novanta fu il primo embrione dell’Università. Al semaforo imbocchiamo a sinistra l’ampio e alberato viale Piero e Alberto Pirelli, tra i negozi e i locali di piazza della Trivulziana e il modernissimo condominio di piazza dei Daini. Ci troviamo in quella che un tempo era la via n°13, tra i reparti di finitura pneumatici e i binari della ferrovia interna, con tanto di locomotiva sbuffante…

Sulle nostre teste incombe la mole della torre di raffreddamento, costruita nel 1950 per il riutilizzo del vapore di lavorazione: oggi è “inscatolata” e protetta dentro il grande cubo grigio che vediamo sulla sinistra: l’Headquarter 1, sede del Gruppo Pirelli.

Ci siamo, ecco l’ultimo blocco arancione, con le sue passerelle aeree che sovrastano l’entrata, le lunghe file di finestroni incorniciati di bianco e la grande scritta “Università degli Studi di Milano Bicocca”. È la torre U6, ricavata negli storici fabbricati 45 e 66, che nella storia dell’azienda ha sempre rappresentato la sede strategica della Pirelli Pneumatici in Italia e all’estero. Certo, i fabbricati allora non erano arancioni: erano di un naturalissimo color “giallino fabbrica”, e le vetrate della passerella erano incastonate in una foltissima foresta di edera…

E salendo la rampa che ci porta verso l’entrata della Facoltà di Psicologia, proviamo per un attimo ad immaginarci la monumentale piazza dell’Ateneo Nuovo popolata di operai e di macchinari di produzione, di lunghe file di postazioni per il controllo e la finitura delle coperture. E la piazza tornerà ad essere il Fabbricato 262

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