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Impresa, femminile singolare

Operaie, campionesse sportive, scrittrici, giornaliste, designer. E molto altro. La storia della Pirelli si intreccia con un universo femminile da leggere, interpretare, immaginare. Libri matricola, rubriche, fascicoli del personale, fotografie, articoli: l’archivio racconta una storia d’impresa che è anche una storia al femminile. Rosa Navoni è la prima donna assunta alla Pirelli, nella fabbrica milanese di via Ponte Seveso. Nel 1873 ha solo 15 anni, è operaia nel reparto palloni “da giuoco”; il suo nome compare nei libri matricola, e il suo volto nel volume pubblicato per celebrare i cinquant’anni del Gruppo, nel 1922. Anche sulle piste, in un contesto tipicamente maschile, c’è una “prima donna”: Maria Teresa de Filippis, contessa nata a Napoli nel 1926, campionessa delle quattro ruote. In una foto del nostro archivio, si prepara ad affrontare la corsa Stella Alpina 1949 su una Taraschi Urania Sport, motorizzata BMW e gommata Pirelli Stella Bianca. Donne e scrittura: tra le firme pubblicate sulla Rivista Pirelli, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, c’è quella di Fernanda Pivano, che porta i lettori alla scoperta dell’America letteraria nel 1953, tra Francis Scott Fitzgerald e John Steinbeck. Gianna Manzini descrive senza filtri le “Donne al mare” “che sentono la loro potenza in modo assoluto, libere, dimentiche dei quotidiani duelli e delle stesse quotidiane vittorie”. Camilla Cederna inventa giochi di parole per “Un viaggio ma”, da percorre con pneumatici modello Cinturato, Lietta Tornabuoni intervista Pasolini nella sua casa romana: “Anche se non lo avessero spinto la curiosità, il desiderio di gioco e l’esibizionismo, avrebbe potuto comunque fare l’attore: nella parte di un poeta o magari di una apparizione simbolica (il Destino, la Morte, cose così) in un film francese del 1937.”

Negli stessi anni designer di fama internazionale come Lora Lamm, Jeanne Michot Grignani, Christiane Beylier e Christa Tschopp contribuiscono alla creazione di uno stile grafico unico nella storia della comunicazione visiva. Firmano campagne pubblicitarie per impermeabili alla moda, disegnano donne in sella a bici, scooter Vespa e Lambretta gommati Pirelli, reinventano il logo sperimentando forme nuove per la P lunga. Un marchio che, in un secolo e mezzo d’impresa, accomuna storie di lavoro, competenza, intraprendenza, creatività. Storie, anche, al femminile.

Operaie, campionesse sportive, scrittrici, giornaliste, designer. E molto altro. La storia della Pirelli si intreccia con un universo femminile da leggere, interpretare, immaginare. Libri matricola, rubriche, fascicoli del personale, fotografie, articoli: l’archivio racconta una storia d’impresa che è anche una storia al femminile. Rosa Navoni è la prima donna assunta alla Pirelli, nella fabbrica milanese di via Ponte Seveso. Nel 1873 ha solo 15 anni, è operaia nel reparto palloni “da giuoco”; il suo nome compare nei libri matricola, e il suo volto nel volume pubblicato per celebrare i cinquant’anni del Gruppo, nel 1922. Anche sulle piste, in un contesto tipicamente maschile, c’è una “prima donna”: Maria Teresa de Filippis, contessa nata a Napoli nel 1926, campionessa delle quattro ruote. In una foto del nostro archivio, si prepara ad affrontare la corsa Stella Alpina 1949 su una Taraschi Urania Sport, motorizzata BMW e gommata Pirelli Stella Bianca. Donne e scrittura: tra le firme pubblicate sulla Rivista Pirelli, tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento, c’è quella di Fernanda Pivano, che porta i lettori alla scoperta dell’America letteraria nel 1953, tra Francis Scott Fitzgerald e John Steinbeck. Gianna Manzini descrive senza filtri le “Donne al mare” “che sentono la loro potenza in modo assoluto, libere, dimentiche dei quotidiani duelli e delle stesse quotidiane vittorie”. Camilla Cederna inventa giochi di parole per “Un viaggio ma”, da percorre con pneumatici modello Cinturato, Lietta Tornabuoni intervista Pasolini nella sua casa romana: “Anche se non lo avessero spinto la curiosità, il desiderio di gioco e l’esibizionismo, avrebbe potuto comunque fare l’attore: nella parte di un poeta o magari di una apparizione simbolica (il Destino, la Morte, cose così) in un film francese del 1937.”

Negli stessi anni designer di fama internazionale come Lora Lamm, Jeanne Michot Grignani, Christiane Beylier e Christa Tschopp contribuiscono alla creazione di uno stile grafico unico nella storia della comunicazione visiva. Firmano campagne pubblicitarie per impermeabili alla moda, disegnano donne in sella a bici, scooter Vespa e Lambretta gommati Pirelli, reinventano il logo sperimentando forme nuove per la P lunga. Un marchio che, in un secolo e mezzo d’impresa, accomuna storie di lavoro, competenza, intraprendenza, creatività. Storie, anche, al femminile.

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