Un disco di gomma. Le cantanti sulla rivista “Vado e Torno”
Oggi le Storie dal mondo Pirelli vogliono parlare di musica, ripercorrendo alcuni “primi piani”che il periodico “Vado e Torno” -ideato dal Servizio Propaganda Pirelli e rivolto al mondo degli autotrasportatori- ha dedicato alle cantanti che hanno fatto un pezzo di storia della musica pop. E che, ad esempio nel caso di Patty Pravo, la storia continuano a farla ancora oggi. Quasi superfluo ricordare che Nicoletta Strambelli-Patty Pravo nasce a Venezia il 9 aprile 1948: sulla copertina di “Vado e Torno” di maggio 1970 ha i ricci vaporosi di Sanremo, dove ha portato La spada nel cuore in coppia con Little Tony ricavandone un onorevole quinto posto. Del novembre dello stesso anno è il brano Tutt’al più. A ventidue anni, Patty Pravo è universalmente conosciuta come “La ragazza del Piper” – il locale romano che l’ha lanciata nello star system canoro – e ha già collezionato successi come Ragazzo triste, Qui e là, Se perdo te. E soprattutto, da un paio d’anni il mondo intero canta La bambola: 9 milioni di copie vendute nel solo 1968, 40 milioni a tutt’oggi. Poi è praticamente impossibile continuare a elencare i successi della “ragazza del Piper”, da quella Pazza idea che fece scandalo nei primi anni Settanta alla reinterpretazione di Walk on the Wild Side di Lou Reed, a Pensiero stupendo, fino al recente Cieli immensi. Un’icona della musica pop che ancora oggi continua a stupire per la sua vitalità e per la sua capacità di non cedere al passare del tempo.
Un anno esatto prima della bionda Patty Pravo, la copertina maggio-giugno 1969 di “Vado e Torno” è affidata alla franco-bulgara Sylvie Vartan. Nata a Iskretz, sobborgo di Sofia, nel 1945 -vero nome Vartanian, origini armene – e trasferitasi a Parigi nel 1952, Sylvie sposa nel 1965 la rockstar Johnny Holliday, iniziando a spopolare in Francia come “la liceale del twist”. Ma è in Italia che diventa “la ragazza yè-yè”: i varietà televisivi di Mina e Gino Bramieri fanno a gara per contendersi la cantante francese che reinterpreta se stessa in italiano con Come un ragazzo e Irresistibilmente. Nel 1968 Sylvie resta coinvolta in un incidente stradale che la costringe ad un delicato intervento di plastica facciale che non ne sminuirà il fascino.
Due copertine, nell’ottobre del 1964 e poi nel mese di settembre del 1968 sono dedicate a Catherine Spaak, che non si può non ricordare per le interpretazioni dei brani di Burt Bacharach – Io non m’innamoro più e Promesse promesse (1970) – in coppia con il futuro marito Johnny Dorelli. E lei, francese naturalizzata italiana, classe 1945, è famosa già da qualche anno per altre due icone della canzone pop: L’esercito del surf (Noi siamo i giovani) e soprattutto per la versione italiana di quell’inno all’esistenzialismo musicale francese che è Tous les garçons et les filles, oltralpe cantata da Françoise Hardy.
Oggi le Storie dal mondo Pirelli vogliono parlare di musica, ripercorrendo alcuni “primi piani”che il periodico “Vado e Torno” -ideato dal Servizio Propaganda Pirelli e rivolto al mondo degli autotrasportatori- ha dedicato alle cantanti che hanno fatto un pezzo di storia della musica pop. E che, ad esempio nel caso di Patty Pravo, la storia continuano a farla ancora oggi. Quasi superfluo ricordare che Nicoletta Strambelli-Patty Pravo nasce a Venezia il 9 aprile 1948: sulla copertina di “Vado e Torno” di maggio 1970 ha i ricci vaporosi di Sanremo, dove ha portato La spada nel cuore in coppia con Little Tony ricavandone un onorevole quinto posto. Del novembre dello stesso anno è il brano Tutt’al più. A ventidue anni, Patty Pravo è universalmente conosciuta come “La ragazza del Piper” – il locale romano che l’ha lanciata nello star system canoro – e ha già collezionato successi come Ragazzo triste, Qui e là, Se perdo te. E soprattutto, da un paio d’anni il mondo intero canta La bambola: 9 milioni di copie vendute nel solo 1968, 40 milioni a tutt’oggi. Poi è praticamente impossibile continuare a elencare i successi della “ragazza del Piper”, da quella Pazza idea che fece scandalo nei primi anni Settanta alla reinterpretazione di Walk on the Wild Side di Lou Reed, a Pensiero stupendo, fino al recente Cieli immensi. Un’icona della musica pop che ancora oggi continua a stupire per la sua vitalità e per la sua capacità di non cedere al passare del tempo.
Un anno esatto prima della bionda Patty Pravo, la copertina maggio-giugno 1969 di “Vado e Torno” è affidata alla franco-bulgara Sylvie Vartan. Nata a Iskretz, sobborgo di Sofia, nel 1945 -vero nome Vartanian, origini armene – e trasferitasi a Parigi nel 1952, Sylvie sposa nel 1965 la rockstar Johnny Holliday, iniziando a spopolare in Francia come “la liceale del twist”. Ma è in Italia che diventa “la ragazza yè-yè”: i varietà televisivi di Mina e Gino Bramieri fanno a gara per contendersi la cantante francese che reinterpreta se stessa in italiano con Come un ragazzo e Irresistibilmente. Nel 1968 Sylvie resta coinvolta in un incidente stradale che la costringe ad un delicato intervento di plastica facciale che non ne sminuirà il fascino.
Due copertine, nell’ottobre del 1964 e poi nel mese di settembre del 1968 sono dedicate a Catherine Spaak, che non si può non ricordare per le interpretazioni dei brani di Burt Bacharach – Io non m’innamoro più e Promesse promesse (1970) – in coppia con il futuro marito Johnny Dorelli. E lei, francese naturalizzata italiana, classe 1945, è famosa già da qualche anno per altre due icone della canzone pop: L’esercito del surf (Noi siamo i giovani) e soprattutto per la versione italiana di quell’inno all’esistenzialismo musicale francese che è Tous les garçons et les filles, oltralpe cantata da Françoise Hardy.