Tour letterari d’autore
Fin dai tempi di Omero e dell’Odissea, nelle mani dello scrittore gli appunti di viaggio diventano un capolavoro. Anche breve, di poche pagine, di pochi passi: ma sempre una guida in grado di raccontare strade ed emozioni e di descrivere luoghi e sensazioni. Sulle pagine della Rivista Pirelli, aperta ai più grandi autori della sua epoca, sono numerosi e illustri gli esempi di viaggi letterari. Come il silenzio e l’ombra della Valsolda, percorsa lentamente, tra il Lago di Lugano e il Lago di Como, in una mattina del 1962 da Piero Chiara con le opere di Antonio Fogazzaro sottobraccio: Valsolda “mecca e sospiro di anime innamorate, angolo romito di sogno e di poesia”. Fogazzaro in quel “piccolo mondo antico” visse e fece vivere i personaggi dei suoi capolavori. “Una città al tramonto” è invece la Tuscania contemplata da Carlo Cassola nel 1959: “Qui crolla tutto. Qui sta andando tutto in malora!”, il tufo corrode un po’ alla volta la Tuscia, depredata anche dei suoi reperti etruschi dai tombaroli. Un po’ più a Sud, nella conca abruzzese del Fucino, il silenzio diventa freddo e neve nell’articolo firmato da Ignazio Silone nel 1970. Lo scrittore parla di “pane comprato”, il pane che si faceva in casa d’inverno, “in tempo di letargo”, e che pastori e contadini di Pescina preferiscono ora comperare, perchè costa meno: “una volta si teneva alle provviste, mentre adesso si tira al denaro, si vende tutto”. Non c’è freddo nè silenzio nel racconto on the road di Renzo Biasion lungo il crinale appenninico delle Marche, nel 1964: “Se l’Umbria è di seta, le Marche sono di lana”. C’è anzi un’esplosione di colori, dai vestiti rosa ciclamino delle giovani di Montefeltro al rosa delle nuvole, al verdazzurro dei prati, al giallo dei campi, al bianco delle nevi, da Urbino a Camerino, alle spiagge di Numana, alla vetta del Conero tutto è un passaggio curioso e divertito di persone e paesaggi. L’Italia da Nord a Sud si rivela in tutte le sue sfumature, evocata dai maestri della letteratura del Novecento.
Fin dai tempi di Omero e dell’Odissea, nelle mani dello scrittore gli appunti di viaggio diventano un capolavoro. Anche breve, di poche pagine, di pochi passi: ma sempre una guida in grado di raccontare strade ed emozioni e di descrivere luoghi e sensazioni. Sulle pagine della Rivista Pirelli, aperta ai più grandi autori della sua epoca, sono numerosi e illustri gli esempi di viaggi letterari. Come il silenzio e l’ombra della Valsolda, percorsa lentamente, tra il Lago di Lugano e il Lago di Como, in una mattina del 1962 da Piero Chiara con le opere di Antonio Fogazzaro sottobraccio: Valsolda “mecca e sospiro di anime innamorate, angolo romito di sogno e di poesia”. Fogazzaro in quel “piccolo mondo antico” visse e fece vivere i personaggi dei suoi capolavori. “Una città al tramonto” è invece la Tuscania contemplata da Carlo Cassola nel 1959: “Qui crolla tutto. Qui sta andando tutto in malora!”, il tufo corrode un po’ alla volta la Tuscia, depredata anche dei suoi reperti etruschi dai tombaroli. Un po’ più a Sud, nella conca abruzzese del Fucino, il silenzio diventa freddo e neve nell’articolo firmato da Ignazio Silone nel 1970. Lo scrittore parla di “pane comprato”, il pane che si faceva in casa d’inverno, “in tempo di letargo”, e che pastori e contadini di Pescina preferiscono ora comperare, perchè costa meno: “una volta si teneva alle provviste, mentre adesso si tira al denaro, si vende tutto”. Non c’è freddo nè silenzio nel racconto on the road di Renzo Biasion lungo il crinale appenninico delle Marche, nel 1964: “Se l’Umbria è di seta, le Marche sono di lana”. C’è anzi un’esplosione di colori, dai vestiti rosa ciclamino delle giovani di Montefeltro al rosa delle nuvole, al verdazzurro dei prati, al giallo dei campi, al bianco delle nevi, da Urbino a Camerino, alle spiagge di Numana, alla vetta del Conero tutto è un passaggio curioso e divertito di persone e paesaggi. L’Italia da Nord a Sud si rivela in tutte le sue sfumature, evocata dai maestri della letteratura del Novecento.