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L’impresa del crowd

L’impresa aperta al mondo cresce meglio delle altre. Certo, in un’epoca in cui chiusura significa pressoché vietare qualsiasi possibilità di sviluppo, una buona impresa deve per forza comunicare con l’esterno e farsi permeare dalle sollecitazioni che da questo possono arrivare, ma molto di più possono fare quelle organizzazioni che del crowd, cioè della folla, dalla massa, dalla moltitudine traggono sostegno e risorse.

Ad inquadrare il fenomeno del crowd nei confronti delle imprese, e dei suoi due derivati il , crowdsourcing e il crowdfunding, ci ha pensato la tesi “Un’analisi su come i contributi del “crowd” vengono valorizzati tramite il crowdsourcing e il crowdfunding” di Simone Sforza sostenuta recentemente presso la Facoltà  di Economia, Dipartimento di management, dell’Università Sapienza di Roma.

Quanto scritto da Sforza, non contiene certamente particolari novità sulla materia, ma ha un grande pregio: essere completo e chiaro sull’argomento. Dopo un’indagine sull’origine e sull’apparato teorico che sostengono i tre termini, Sforza effettua quindi un approfondimento  del ruolo che possono avere nelle imprese, con particolare attenzione al crowdfounding del quale   vengono indagate più da vicino le origini, gli sviluppi, gli scopi, i tempi e i costi, i pro e i contro. Sforza conclude commentando lo stato di attuazione del  crowdsourcing e del crowdfunding, osservando “la loro incompiutezza, causa la continua mutazione ed evoluzioni circa le caratteristiche, i modelli, gli scopi e i regolamentazioni” e passando quindi ad una serie di esempi nei quali l’uso del crowd potrebbe essere più che utile. Ma l’autore osserva ancora che “pur essendo già attivi alcuni di questi usi per le aree individuate, questi si presentano ancora “timidi”, quasi timorosi nello sfruttare a pieno le potenzialità dei due fenomeni, non considerando le diverse aree per le quali sarebbero attivabili. Quasi si temesse che si rivelino più efficienti dello status quo…”.

Un’analisi su come i contributi del “crowd” vengono valorizzati tramite il crowdsourcing e il crowdfunding 

Simone Sforza

Tesi, Facolta’ di Economia, Dipartimento di management, Università Sapienza, Roma

L’impresa aperta al mondo cresce meglio delle altre. Certo, in un’epoca in cui chiusura significa pressoché vietare qualsiasi possibilità di sviluppo, una buona impresa deve per forza comunicare con l’esterno e farsi permeare dalle sollecitazioni che da questo possono arrivare, ma molto di più possono fare quelle organizzazioni che del crowd, cioè della folla, dalla massa, dalla moltitudine traggono sostegno e risorse.

Ad inquadrare il fenomeno del crowd nei confronti delle imprese, e dei suoi due derivati il , crowdsourcing e il crowdfunding, ci ha pensato la tesi “Un’analisi su come i contributi del “crowd” vengono valorizzati tramite il crowdsourcing e il crowdfunding” di Simone Sforza sostenuta recentemente presso la Facoltà  di Economia, Dipartimento di management, dell’Università Sapienza di Roma.

Quanto scritto da Sforza, non contiene certamente particolari novità sulla materia, ma ha un grande pregio: essere completo e chiaro sull’argomento. Dopo un’indagine sull’origine e sull’apparato teorico che sostengono i tre termini, Sforza effettua quindi un approfondimento  del ruolo che possono avere nelle imprese, con particolare attenzione al crowdfounding del quale   vengono indagate più da vicino le origini, gli sviluppi, gli scopi, i tempi e i costi, i pro e i contro. Sforza conclude commentando lo stato di attuazione del  crowdsourcing e del crowdfunding, osservando “la loro incompiutezza, causa la continua mutazione ed evoluzioni circa le caratteristiche, i modelli, gli scopi e i regolamentazioni” e passando quindi ad una serie di esempi nei quali l’uso del crowd potrebbe essere più che utile. Ma l’autore osserva ancora che “pur essendo già attivi alcuni di questi usi per le aree individuate, questi si presentano ancora “timidi”, quasi timorosi nello sfruttare a pieno le potenzialità dei due fenomeni, non considerando le diverse aree per le quali sarebbero attivabili. Quasi si temesse che si rivelino più efficienti dello status quo…”.

Un’analisi su come i contributi del “crowd” vengono valorizzati tramite il crowdsourcing e il crowdfunding 

Simone Sforza

Tesi, Facolta’ di Economia, Dipartimento di management, Università Sapienza, Roma

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