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Passare la mano nell’impresa

Il passaggio generazionale nelle aziende visto dal lato delle emozioni

 

Pensare, creare e gestire un’impresa è anche questione di umanità. E di emozioni. Lo sanno bene molti imprenditori e molti manager. E lo sa bene anche chi deve, ad un certo punto del suo cammino d’impresa, affrontare il passaggio generazionale. Gestibile emozioni e conti, può diventare allora un ulteriore esercizio in cui provare la propria cultura del produrre. E’ proprio attorno alla questione del passaggio generazionale che scatta quando viene a mancare il fondatore dell’impresa, che si esercitano Mariano De Vincenzo e Rossella Torretta con il loro intervento “Emozioni e passaggio generazionale nelle piccole e medie imprese”.

L’indagine prende le mosse da un caso particolare (e reale) per arrivare ad un inquadramento più generale del tema. Un intervento per favorire il passaggio generazionale all’interno di una piccola-media impresa – spiegano i due autori – diventa spunto per poter affrontare il passaggio generazionale anche dal punto di vista delle emozioni, cosa non del tutto scontata quando si parla di produzione, dimensione organizzativa, budget, problemi gestionali, procedure.

Ma cosa è accaduto? Alla morte del fondatore gli eredi si erano bloccati in una sorta di paralisi gestionale in cui il primogenito si era assunto il ruolo dell’erede designato per primogenitura mantenendo la struttura organizzata verticisticamente dal padre-fondatore e chiedendo di fatto ai consulenti di farlo accettare in quel ruolo dai fratelli e dai dipendenti tutti, delegando così a terzi la propria autorizzazione a occupare quel posto. Da questa situazione, De Vincenzo e Torretta desumono un profilo più generale.

Il vocabolo fondamentale è “tempo”. La morte di un fondatore pone il problema del tempo nel processo dell’elaborazione della trasmissione e della acquisizione dell’eredità e la sua trasformazione è parte imprescindibile nel passaggio. È indispensabile tempo per fare i conti con la perdita del padre-fondatore e, con lui, lasciare andare idealizzazioni di sé e incontrare la realtà. Mantenere inalterata una organizzazione spostando un uomo al posto di un altro si rivela essere solo una strategia introdotta per non affrontare il dolore e il cambiamento. Un percorso culturale e umano prima che gestionale e manageriale. Che non può essere seguito senza aiuti esperti. Riuscire a vedere la strada giusta, ripensare all’organizzazione e alla collocazione di chi segue in azienda, sono passaggi che non possono essere automatici e veloci.

Per descrivere tutto questo, De Vincenzo e Torretta analizzano prima le caratteristiche delle due entità principali in gioco (famiglia e impresa), per passare poi ad approfondire aspetti particolari come la sofferenza, la storia stessa dell’impresa posta a caso studio, gli “attori” coinvolti, la figura particolare del fondatore, il nodo del passaggio di generazione e quindi dell’eredità e infine il percorso intrapreso per affrontarla e gestirla.

L’intervento di Mariano De Vincenzo e Rossella Torretta non è per nulla cosa facile da leggere, ma è importante leggerla.

Emozioni e passaggio generazionale nelle piccole e medie imprese

Mariano De Vincenzo, Rossella Torretta

Ricerca Psicoanalitica, Anno XXXV, n. 1, 2024

Il passaggio generazionale nelle aziende visto dal lato delle emozioni

 

Pensare, creare e gestire un’impresa è anche questione di umanità. E di emozioni. Lo sanno bene molti imprenditori e molti manager. E lo sa bene anche chi deve, ad un certo punto del suo cammino d’impresa, affrontare il passaggio generazionale. Gestibile emozioni e conti, può diventare allora un ulteriore esercizio in cui provare la propria cultura del produrre. E’ proprio attorno alla questione del passaggio generazionale che scatta quando viene a mancare il fondatore dell’impresa, che si esercitano Mariano De Vincenzo e Rossella Torretta con il loro intervento “Emozioni e passaggio generazionale nelle piccole e medie imprese”.

L’indagine prende le mosse da un caso particolare (e reale) per arrivare ad un inquadramento più generale del tema. Un intervento per favorire il passaggio generazionale all’interno di una piccola-media impresa – spiegano i due autori – diventa spunto per poter affrontare il passaggio generazionale anche dal punto di vista delle emozioni, cosa non del tutto scontata quando si parla di produzione, dimensione organizzativa, budget, problemi gestionali, procedure.

Ma cosa è accaduto? Alla morte del fondatore gli eredi si erano bloccati in una sorta di paralisi gestionale in cui il primogenito si era assunto il ruolo dell’erede designato per primogenitura mantenendo la struttura organizzata verticisticamente dal padre-fondatore e chiedendo di fatto ai consulenti di farlo accettare in quel ruolo dai fratelli e dai dipendenti tutti, delegando così a terzi la propria autorizzazione a occupare quel posto. Da questa situazione, De Vincenzo e Torretta desumono un profilo più generale.

Il vocabolo fondamentale è “tempo”. La morte di un fondatore pone il problema del tempo nel processo dell’elaborazione della trasmissione e della acquisizione dell’eredità e la sua trasformazione è parte imprescindibile nel passaggio. È indispensabile tempo per fare i conti con la perdita del padre-fondatore e, con lui, lasciare andare idealizzazioni di sé e incontrare la realtà. Mantenere inalterata una organizzazione spostando un uomo al posto di un altro si rivela essere solo una strategia introdotta per non affrontare il dolore e il cambiamento. Un percorso culturale e umano prima che gestionale e manageriale. Che non può essere seguito senza aiuti esperti. Riuscire a vedere la strada giusta, ripensare all’organizzazione e alla collocazione di chi segue in azienda, sono passaggi che non possono essere automatici e veloci.

Per descrivere tutto questo, De Vincenzo e Torretta analizzano prima le caratteristiche delle due entità principali in gioco (famiglia e impresa), per passare poi ad approfondire aspetti particolari come la sofferenza, la storia stessa dell’impresa posta a caso studio, gli “attori” coinvolti, la figura particolare del fondatore, il nodo del passaggio di generazione e quindi dell’eredità e infine il percorso intrapreso per affrontarla e gestirla.

L’intervento di Mariano De Vincenzo e Rossella Torretta non è per nulla cosa facile da leggere, ma è importante leggerla.

Emozioni e passaggio generazionale nelle piccole e medie imprese

Mariano De Vincenzo, Rossella Torretta

Ricerca Psicoanalitica, Anno XXXV, n. 1, 2024

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