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Ritorno ai fondamentali

Un libro appena pubblicato e scritto a più mani, racconta il confronto fra produzione per soddisfare i bisogni e finanziarizzazione dell’economia

Produrre cose e servizi reali. Con lo sguardo attento all’efficienza, ma anche ai riflessi dell’attività che ogni impresa conduce. È l’applicazione di quella buona cultura d’impresa che fa delle fabbriche e delle aziende non corpi avulsi dal reale, ma elementi fondamentali del buon convivere. Si tratta di idee apparentemente condivisibili e applicabili, ma che, tuttavia, negli anni hanno passato periodi difficili. Finanziarizzazione dell’economia e conseguente “disconnessione” delle imprese dalla realtà dei bisogni, hanno colpito duramente è ancora oggi contendono spazio e attenzione al ruolo della manifattura.

Leggere “Il capitale quotidiano. Un manifesto per l’economia fondamentale” scritto a più mani e coordinato da Filippo Barbera, Joselle Dagnes, Angelo Salento, Ferdinando Spina (sociologi delle Università di Torino e del Salento), serve per comprendere bene l’importanza dell’attenzione che occorre dare al ruolo della produzione reale e soprattutto di quella che risponde ai bisogni fondamentali delle persone indipendentemente dal loro reddito come l’alimentazione,  i servizi sanitari, l’istruzione, i trasporti, la distribuzione di energia, acqua e gas, le telecomunicazioni, la raccolta dei rifiuti. Cose apparentemente semplici, ma fondamentali – appunto -, per la creazione e il mantenimento di una società equilibrata.

Niente contro l’innovazione e le nuove tecnologie – viene precisato subito dai curatori -, ma invece l’espressione di un percorso diverso per guardare all’economia, più attento alle persone, ai reali bisogni, alla capacità di soddisfarli. Altro dalla grande finanza e dal puro profitto monetario.

Per spiegare tutto questo, il volume prende prima in considerazione le trasformazioni che hanno dato spazio alla finanziarizzazione  dell’economia e ne approfondisce gli effetti sulle imprese. Successivamente vengono guardate da vicino le vicende dei comparti collegati ai bisogni fondamentali della società, per arrivare poi a delineare le risposte di “autodifesa” nate per reazione ai cambiamenti e per finire con uno schema d’azione più organico che avvicini l’azione economica al contesto sociale.

Spiega un passaggio cruciale del volume: “Il punto è che, nella realtà, il successo non è governato da una razionalità intenzionale e da un complesso di azioni interno a ciascun contesto, ma è legato a circostanze,  ovvero a condizioni esterne, appunto, e contingenti”. Che è come dire: accanto alla razionalità del calcolo economico, occorre mettere altro. E cioè l’imprevedibile accadere delle cose reali, ma anche, aggiungiamo noi, la capacità di reazione e l’inventiva di imprenditori avveduti e manager attenti.

“Il capitale quotidiano” è una buona lettura per apprendere dell’esistenza di un contesto diverso nel quale le imprese possono agire.

Il capitale quotidiano. Un manifesto per l’economia fondamentale

Filippo Barbera, Joselle Dagnes, Angelo Salento, Ferdinando Spina (a cura di)

Donzelli, 2016

Un libro appena pubblicato e scritto a più mani, racconta il confronto fra produzione per soddisfare i bisogni e finanziarizzazione dell’economia

Produrre cose e servizi reali. Con lo sguardo attento all’efficienza, ma anche ai riflessi dell’attività che ogni impresa conduce. È l’applicazione di quella buona cultura d’impresa che fa delle fabbriche e delle aziende non corpi avulsi dal reale, ma elementi fondamentali del buon convivere. Si tratta di idee apparentemente condivisibili e applicabili, ma che, tuttavia, negli anni hanno passato periodi difficili. Finanziarizzazione dell’economia e conseguente “disconnessione” delle imprese dalla realtà dei bisogni, hanno colpito duramente è ancora oggi contendono spazio e attenzione al ruolo della manifattura.

Leggere “Il capitale quotidiano. Un manifesto per l’economia fondamentale” scritto a più mani e coordinato da Filippo Barbera, Joselle Dagnes, Angelo Salento, Ferdinando Spina (sociologi delle Università di Torino e del Salento), serve per comprendere bene l’importanza dell’attenzione che occorre dare al ruolo della produzione reale e soprattutto di quella che risponde ai bisogni fondamentali delle persone indipendentemente dal loro reddito come l’alimentazione,  i servizi sanitari, l’istruzione, i trasporti, la distribuzione di energia, acqua e gas, le telecomunicazioni, la raccolta dei rifiuti. Cose apparentemente semplici, ma fondamentali – appunto -, per la creazione e il mantenimento di una società equilibrata.

Niente contro l’innovazione e le nuove tecnologie – viene precisato subito dai curatori -, ma invece l’espressione di un percorso diverso per guardare all’economia, più attento alle persone, ai reali bisogni, alla capacità di soddisfarli. Altro dalla grande finanza e dal puro profitto monetario.

Per spiegare tutto questo, il volume prende prima in considerazione le trasformazioni che hanno dato spazio alla finanziarizzazione  dell’economia e ne approfondisce gli effetti sulle imprese. Successivamente vengono guardate da vicino le vicende dei comparti collegati ai bisogni fondamentali della società, per arrivare poi a delineare le risposte di “autodifesa” nate per reazione ai cambiamenti e per finire con uno schema d’azione più organico che avvicini l’azione economica al contesto sociale.

Spiega un passaggio cruciale del volume: “Il punto è che, nella realtà, il successo non è governato da una razionalità intenzionale e da un complesso di azioni interno a ciascun contesto, ma è legato a circostanze,  ovvero a condizioni esterne, appunto, e contingenti”. Che è come dire: accanto alla razionalità del calcolo economico, occorre mettere altro. E cioè l’imprevedibile accadere delle cose reali, ma anche, aggiungiamo noi, la capacità di reazione e l’inventiva di imprenditori avveduti e manager attenti.

“Il capitale quotidiano” è una buona lettura per apprendere dell’esistenza di un contesto diverso nel quale le imprese possono agire.

Il capitale quotidiano. Un manifesto per l’economia fondamentale

Filippo Barbera, Joselle Dagnes, Angelo Salento, Ferdinando Spina (a cura di)

Donzelli, 2016

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