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Pirelli e le Esposizioni Universali: Parigi 1900 e Saint Louis 1904

Londra, 1851. In Hyde Park si tiene la prima Esposizione Universale della storia: circa 14.000 espositori suddivisi tra le sezioni  dedicate a materie prime, macchine e invenzioni, prodotti manifatturieri e belle arti. Da allora inizia la storia delle esposizioni universali, manifestazioni commerciali ma anche culturali, tenute periodicamente in grandi città del mondo, nelle quali i Paesi espongono i progressi raggiunti nella produzione industriale, nella scienza, nella tecnologia. Nel 1889 l’Expo universale si tiene invece a Parigi: si celebrano i 100 anni della Rivoluzione francese e Gustave Eiffel realizza una torre metallica alta oltre 300 metri. Sappiamo che Giovanni Battista Pirelli è presente alla manifestazione. In una lettera a Giuseppe Borghero, direttore dello stabilimento Pirelli di La Spezia dove si producono cavi telegrafici sottomarini, lo invita infatti a visitare la parte dedicata all’elettricità: “Sono di recente ritorno dall’esposizione e quando Ella voglia limitarsi a una rapida visita generale per dedicare un esame più particolarmente alla parte meccanica ed elettrica, una settimana Le può bastare largamente”.

La Pirelli, che aveva iniziato molto presto a presentare i propri prodotti in fiere nazionali e di settore (come le esposizioni generali italiane del 1881 e del 1884, o quella internazionale di panificazione e macinazione di Milano nel 1897, con un padiglione dedicato all’elettricità), partecipa per la prima volta a una Esposizione Universale nel 1900, proprio a Parigi. Della sua già vasta produzione di articoli in gomma si decide di presentare solo i prodotti relativi all’elettricità, anche per la mancanza di spazio di cui, si legge in un opuscolo, “soffre tutta la Sezione italiana”. Nello stand, della misura di 10 x 5 metri, sono esposti campioni di cavi di ogni sorta, isolati in guttaperca, in materie tessili, in caoutchouc vulcanizzato, per telegrafi, telefoni, luce elettrica, trasporto di energia a distanza. E poi, i cavi sottomarini – con l’esposizione, in una teca in cristallo, del modellino della nave posa cavi “Città di Milano” –  e i cavi sotterranei, tra cui un cavo di tipo speciale, per il trasporto di energia a 2500 volt, in grado di illuminare 500 lampade disposte su un quadro all’interno dello stand, dimostrando la capacità dei cavi Pirelli di trasportare l’energia elettrica ad altissime tensioni. La Pirelli e la Franco Tosi, azienda metalmeccanica presente in mostra con tre motrici a vapore di 1200 cavalli per centrali elettriche, si aggiudicano il Grand Prix conferito dall’Esposizione.

Nel 1904 la Pirelli partecipa all’Esposizione internazionale della Lousiana, la “Louisiana Purchaise”, con la supervisione diretta di Piero Pirelli, recatosi negli Stati Uniti anche per osservare l’industria americana e stipulare nuovi accordi commerciali e di fornitura. Qui lo spazio a disposizione è molto più ampio, come sottolinea il capo dipartimento elettricità dell’Expo, nella lettera, datata 11 maggio 1903, con cui invita la Pirelli a partecipare: la presenta come un’occasione da non perdere, per lo spazio disponibile, molto più ampio delle fiere organizzate sino a quel momento (500 ettari), per la partecipazione  di espositori da tutta Europa ma anche da America latina, Canada, Cina e Giappone e la possibilità dunque di entrare in contatto con i rappresentanti di questi paesi nonchè con quelli degli Stati Uniti.

Nello stand di Saint Louis la Pirelli fa una larga mostra campionaria dei propri prodotti di caoutchouc (articoli tecnici, articoli sanitari e di merceria, giocattoli, palloni colorati e un vestito da palombaro) e di fili e cavi elettrici isolati e viene premiata con il “grand prix” nella sezione “manifatture” gruppo “industria della gomma elastica e della guttaperca” e con la medaglia d’oro nella sezione “elettricità” , gruppo “telegrafia e telefonia”. Il più alto riconoscimento, quest’ultimo, assegnato a un’industria di cavi elettrici tra quelle presenti, sia americane sia europee. Una medaglia d’oro dell’Esposizione viene conferita anche all’ingegner Emanuele Jona, che aveva partecipato al Congresso internazionale di elettrotecnica tenutosi in città dal 12 al 17 settembre 1904, presentando importanti novità nel campo dei cavi elettrici ad elevatissima tensione, che avevano provocato una grande eco nel campo dell’elettrotecnica internazionale. Come previsto, l’Esposizione è una buona occasione per intrecciare importanti relazioni in ambito professionale. Scrive infatti ai Pirelli l’ingegner Elvio Soleri, membro dell’Associazione Elettrotecnica Italiana, che “i signori Holmes brothers di Chicago desiderano entrare in rapporti con voi per rappresentanza,  che la canadese  Compagnie Internationale d’Électricité desidera entrare immediatamente in corrispondenza” e che il rappresentante della Ontario Power Co ha lasciato il proprio biglietto da visita.

Una rete di relazioni con il mondo dell’industria che continua oggi, anche attraverso la partecipazione alle recenti fiere ed esposizioni di rilievo internazionale.

Londra, 1851. In Hyde Park si tiene la prima Esposizione Universale della storia: circa 14.000 espositori suddivisi tra le sezioni  dedicate a materie prime, macchine e invenzioni, prodotti manifatturieri e belle arti. Da allora inizia la storia delle esposizioni universali, manifestazioni commerciali ma anche culturali, tenute periodicamente in grandi città del mondo, nelle quali i Paesi espongono i progressi raggiunti nella produzione industriale, nella scienza, nella tecnologia. Nel 1889 l’Expo universale si tiene invece a Parigi: si celebrano i 100 anni della Rivoluzione francese e Gustave Eiffel realizza una torre metallica alta oltre 300 metri. Sappiamo che Giovanni Battista Pirelli è presente alla manifestazione. In una lettera a Giuseppe Borghero, direttore dello stabilimento Pirelli di La Spezia dove si producono cavi telegrafici sottomarini, lo invita infatti a visitare la parte dedicata all’elettricità: “Sono di recente ritorno dall’esposizione e quando Ella voglia limitarsi a una rapida visita generale per dedicare un esame più particolarmente alla parte meccanica ed elettrica, una settimana Le può bastare largamente”.

La Pirelli, che aveva iniziato molto presto a presentare i propri prodotti in fiere nazionali e di settore (come le esposizioni generali italiane del 1881 e del 1884, o quella internazionale di panificazione e macinazione di Milano nel 1897, con un padiglione dedicato all’elettricità), partecipa per la prima volta a una Esposizione Universale nel 1900, proprio a Parigi. Della sua già vasta produzione di articoli in gomma si decide di presentare solo i prodotti relativi all’elettricità, anche per la mancanza di spazio di cui, si legge in un opuscolo, “soffre tutta la Sezione italiana”. Nello stand, della misura di 10 x 5 metri, sono esposti campioni di cavi di ogni sorta, isolati in guttaperca, in materie tessili, in caoutchouc vulcanizzato, per telegrafi, telefoni, luce elettrica, trasporto di energia a distanza. E poi, i cavi sottomarini – con l’esposizione, in una teca in cristallo, del modellino della nave posa cavi “Città di Milano” –  e i cavi sotterranei, tra cui un cavo di tipo speciale, per il trasporto di energia a 2500 volt, in grado di illuminare 500 lampade disposte su un quadro all’interno dello stand, dimostrando la capacità dei cavi Pirelli di trasportare l’energia elettrica ad altissime tensioni. La Pirelli e la Franco Tosi, azienda metalmeccanica presente in mostra con tre motrici a vapore di 1200 cavalli per centrali elettriche, si aggiudicano il Grand Prix conferito dall’Esposizione.

Nel 1904 la Pirelli partecipa all’Esposizione internazionale della Lousiana, la “Louisiana Purchaise”, con la supervisione diretta di Piero Pirelli, recatosi negli Stati Uniti anche per osservare l’industria americana e stipulare nuovi accordi commerciali e di fornitura. Qui lo spazio a disposizione è molto più ampio, come sottolinea il capo dipartimento elettricità dell’Expo, nella lettera, datata 11 maggio 1903, con cui invita la Pirelli a partecipare: la presenta come un’occasione da non perdere, per lo spazio disponibile, molto più ampio delle fiere organizzate sino a quel momento (500 ettari), per la partecipazione  di espositori da tutta Europa ma anche da America latina, Canada, Cina e Giappone e la possibilità dunque di entrare in contatto con i rappresentanti di questi paesi nonchè con quelli degli Stati Uniti.

Nello stand di Saint Louis la Pirelli fa una larga mostra campionaria dei propri prodotti di caoutchouc (articoli tecnici, articoli sanitari e di merceria, giocattoli, palloni colorati e un vestito da palombaro) e di fili e cavi elettrici isolati e viene premiata con il “grand prix” nella sezione “manifatture” gruppo “industria della gomma elastica e della guttaperca” e con la medaglia d’oro nella sezione “elettricità” , gruppo “telegrafia e telefonia”. Il più alto riconoscimento, quest’ultimo, assegnato a un’industria di cavi elettrici tra quelle presenti, sia americane sia europee. Una medaglia d’oro dell’Esposizione viene conferita anche all’ingegner Emanuele Jona, che aveva partecipato al Congresso internazionale di elettrotecnica tenutosi in città dal 12 al 17 settembre 1904, presentando importanti novità nel campo dei cavi elettrici ad elevatissima tensione, che avevano provocato una grande eco nel campo dell’elettrotecnica internazionale. Come previsto, l’Esposizione è una buona occasione per intrecciare importanti relazioni in ambito professionale. Scrive infatti ai Pirelli l’ingegner Elvio Soleri, membro dell’Associazione Elettrotecnica Italiana, che “i signori Holmes brothers di Chicago desiderano entrare in rapporti con voi per rappresentanza,  che la canadese  Compagnie Internationale d’Électricité desidera entrare immediatamente in corrispondenza” e che il rappresentante della Ontario Power Co ha lasciato il proprio biglietto da visita.

Una rete di relazioni con il mondo dell’industria che continua oggi, anche attraverso la partecipazione alle recenti fiere ed esposizioni di rilievo internazionale.

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