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L’economia del merito

Pubblicato in edizione critica e integrale un libro di economia di duecento anni fa che fa capire molto del mondo d’oggi

 

Conoscere i meriti, cercarli, individuarli e premiarli per cercare di farli crescere e diffondere. Economia delle virtù, dunque. Economia virtuosa, dedita allo sviluppo e non solo alla crescita. Economia che oggi si cerca come soluzione ai molti problemi congiunturali che società e imprese devono affrontare ma che, a ben vedere, esiste da secoli, e che si ritrova, raccontata e spiegata, ne “Del merito e delle ricompense”, libro pubblicato tra il 1818 e il 1819 da Melchiorre Gioia e che oggi viene riproposto in edizione critica.

Libro corposo quello di Gioia, che ha un obiettivo: fornire il metodo scientifico per misurare le variabili quantitative e qualitative, come le virtù,  soprattutto relazionali, così essenziali per il buon funzionamento dell’economia e della società, al tempo stesso individuando i modi per favorirne l’attivazione. Come incentivare l’emersione dei comportamenti virtuosi nelle società moderne? Come premiare il merito rispettando la tessitura delle motivazioni umane più profonde che il riconoscimento unicamente monetario spiazza e deprime? Sono alcune delle domande che guidano nell’esplorazione del testo. Che conserva tutta la sua modernità.
Nell’attuale società di mercato, infatti, si invoca la meritocrazia pensando che il merito sia qualcosa di unidimensionale, semplice da individuare come criterio per le buone scelte. Così i meriti premiati sono quelli traducibili in incremento di rendimenti e fatturati, più maschili che femminili, più individuali che collettivi, più posizionali che relazionali. I meriti relazionali e qualitativi sono, infatti, difficili da ordinare oggettivamente, si prestano di più all’abuso, sono più vulnerabili e spesso restano invisibili a una società che soffre di analfabetismo relazionale ed emozionale. Il libro di Gioia, spiega quanto siano proprio gli ingredienti invisibili, i capitali relazionali e spirituali a essere stati determinanti per lo sviluppo economico e umano delle società che prima di tutto hanno saputo vederli, dirli, premiarli.

Leggere, oggi, Gioia significa così ritrovare parole (e significati) per ricomporre un vocabolario che sappia dire del merito e di come riconoscerlo al di fuori della facile laudatio dell’ideologia meritocratica e oltre l’assurda volontà di misurare con esattezza tutto. Scrive proprio Gioia in un passo del suo libro: “Mostrerebbe di conoscere poco l’uomo che pretendesse di ritrovare per le cose morali delle misure così esatte, come si trovano per le fisiche”.

Del merito e delle ricompense

Melchiorre Gioia

Vita e Pensiero, 2023

 

 

 

Pubblicato in edizione critica e integrale un libro di economia di duecento anni fa che fa capire molto del mondo d’oggi

 

Conoscere i meriti, cercarli, individuarli e premiarli per cercare di farli crescere e diffondere. Economia delle virtù, dunque. Economia virtuosa, dedita allo sviluppo e non solo alla crescita. Economia che oggi si cerca come soluzione ai molti problemi congiunturali che società e imprese devono affrontare ma che, a ben vedere, esiste da secoli, e che si ritrova, raccontata e spiegata, ne “Del merito e delle ricompense”, libro pubblicato tra il 1818 e il 1819 da Melchiorre Gioia e che oggi viene riproposto in edizione critica.

Libro corposo quello di Gioia, che ha un obiettivo: fornire il metodo scientifico per misurare le variabili quantitative e qualitative, come le virtù,  soprattutto relazionali, così essenziali per il buon funzionamento dell’economia e della società, al tempo stesso individuando i modi per favorirne l’attivazione. Come incentivare l’emersione dei comportamenti virtuosi nelle società moderne? Come premiare il merito rispettando la tessitura delle motivazioni umane più profonde che il riconoscimento unicamente monetario spiazza e deprime? Sono alcune delle domande che guidano nell’esplorazione del testo. Che conserva tutta la sua modernità.
Nell’attuale società di mercato, infatti, si invoca la meritocrazia pensando che il merito sia qualcosa di unidimensionale, semplice da individuare come criterio per le buone scelte. Così i meriti premiati sono quelli traducibili in incremento di rendimenti e fatturati, più maschili che femminili, più individuali che collettivi, più posizionali che relazionali. I meriti relazionali e qualitativi sono, infatti, difficili da ordinare oggettivamente, si prestano di più all’abuso, sono più vulnerabili e spesso restano invisibili a una società che soffre di analfabetismo relazionale ed emozionale. Il libro di Gioia, spiega quanto siano proprio gli ingredienti invisibili, i capitali relazionali e spirituali a essere stati determinanti per lo sviluppo economico e umano delle società che prima di tutto hanno saputo vederli, dirli, premiarli.

Leggere, oggi, Gioia significa così ritrovare parole (e significati) per ricomporre un vocabolario che sappia dire del merito e di come riconoscerlo al di fuori della facile laudatio dell’ideologia meritocratica e oltre l’assurda volontà di misurare con esattezza tutto. Scrive proprio Gioia in un passo del suo libro: “Mostrerebbe di conoscere poco l’uomo che pretendesse di ritrovare per le cose morali delle misure così esatte, come si trovano per le fisiche”.

Del merito e delle ricompense

Melchiorre Gioia

Vita e Pensiero, 2023

 

 

 

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