A che punto è l’impresa sociale e inclusiva?
Una indagine condotta da AICCON aiuta a capire di più e meglio di questa parte importante del sistema produttivo
Impresa sociale, ovvero un’impresa a tutti gli effetti che all’obiettivo del profitto e della buona chiusura dei bilanci accosta anche altro e, soprattutto, l’inclusione così come la coesione sociale, con un’attenzione particolare a chi può trovarsi in condizioni più deboli oppure svantaggiate.
Parte di una cultura d’impresa più completa e certamente più complessa, l’impresa sociale va conosciuta a fondo e comunque considerata al pari del resto delle organizzazioni della produzione. Per questo serve leggere il “Report 2020 Filiere Inclusive e Coesive” scritto a più mani nell’ambito delle attività di ricerca di AICCON (Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), presso la Scuola di Economia e Management dell’Università di Bologna, sede di Forlì.
La ricerca ha l’obiettivo di rispondere all’esigenza di comprendere in profondità alcune dinamiche che attraversano il mondo delle imprese sociali e che le vedono protagoniste all’interno di processi di cambiamento e sviluppo in atto. Gli autori intendono guardare più da vicino a “filiere produttive caratterizzate da una «doppia elica» di valore”. Da un lato l’inclusione di soggetti deboli (da un punto di vista occupazionale e di accessibilità ai servizi di welfare) e la coesione sociale (attraverso la creazione di quelle che vengono indicate come «economie di luogo» che riattivano tessuti comunitari); dall’altro, le imprese sociali che si configurano sempre più come promotrici o soggetti direttamente coinvolti nel ripristino e nel rilancio di economie basate su turismo, cultura, agricoltura, educazione, formazione e altro ancora e che agiscono all’interno di sistemi economici e sociali complessi.
La raccolta di indagini, quindi, muove prima da un inquadramento teorico dell’imprenditoria sociale vista all’interno delle filiera dell’inclusione, da qui si passa poi ad una analisi della cooperazione sociale e dell’impresa sociale basate sui grandi numeri. La seconda parte delle indagini, invece, si sofferma su una serie di grandi casi studio – dell’accoglienza e dell’inclusione, del turismo, dei beni culturali, dell’agroalimentare e altri ancora -, collocati a Torino, Senigallia, Catania, Arezzo.
Gli autori tra le conclusioni scrivono: “Appare chiaro che ‘filiera’, pur con tutte le sfumature del caso, si configura, anche nel campo dell’impresa sociale, non tanto come un sinonimo di altri concetti di uso pratico come ‘rete’ e ‘catena del valore’. Rappresenta piuttosto una modalità per gestire una complessità di apporti e fattori produttivi che solo in parte si situano all’interno di uno stesso ambito organizzativo e che inoltre incide sulla missione di questa particolare tipologia d’impresa”.
Report 2020 Filiere Inclusive e Coesive
AA.VV., AICCON c/o Scuola di Economia e Management Università di Bologna, sede di Forlì, 2020
Una indagine condotta da AICCON aiuta a capire di più e meglio di questa parte importante del sistema produttivo
Impresa sociale, ovvero un’impresa a tutti gli effetti che all’obiettivo del profitto e della buona chiusura dei bilanci accosta anche altro e, soprattutto, l’inclusione così come la coesione sociale, con un’attenzione particolare a chi può trovarsi in condizioni più deboli oppure svantaggiate.
Parte di una cultura d’impresa più completa e certamente più complessa, l’impresa sociale va conosciuta a fondo e comunque considerata al pari del resto delle organizzazioni della produzione. Per questo serve leggere il “Report 2020 Filiere Inclusive e Coesive” scritto a più mani nell’ambito delle attività di ricerca di AICCON (Associazione Italiana per la Promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), presso la Scuola di Economia e Management dell’Università di Bologna, sede di Forlì.
La ricerca ha l’obiettivo di rispondere all’esigenza di comprendere in profondità alcune dinamiche che attraversano il mondo delle imprese sociali e che le vedono protagoniste all’interno di processi di cambiamento e sviluppo in atto. Gli autori intendono guardare più da vicino a “filiere produttive caratterizzate da una «doppia elica» di valore”. Da un lato l’inclusione di soggetti deboli (da un punto di vista occupazionale e di accessibilità ai servizi di welfare) e la coesione sociale (attraverso la creazione di quelle che vengono indicate come «economie di luogo» che riattivano tessuti comunitari); dall’altro, le imprese sociali che si configurano sempre più come promotrici o soggetti direttamente coinvolti nel ripristino e nel rilancio di economie basate su turismo, cultura, agricoltura, educazione, formazione e altro ancora e che agiscono all’interno di sistemi economici e sociali complessi.
La raccolta di indagini, quindi, muove prima da un inquadramento teorico dell’imprenditoria sociale vista all’interno delle filiera dell’inclusione, da qui si passa poi ad una analisi della cooperazione sociale e dell’impresa sociale basate sui grandi numeri. La seconda parte delle indagini, invece, si sofferma su una serie di grandi casi studio – dell’accoglienza e dell’inclusione, del turismo, dei beni culturali, dell’agroalimentare e altri ancora -, collocati a Torino, Senigallia, Catania, Arezzo.
Gli autori tra le conclusioni scrivono: “Appare chiaro che ‘filiera’, pur con tutte le sfumature del caso, si configura, anche nel campo dell’impresa sociale, non tanto come un sinonimo di altri concetti di uso pratico come ‘rete’ e ‘catena del valore’. Rappresenta piuttosto una modalità per gestire una complessità di apporti e fattori produttivi che solo in parte si situano all’interno di uno stesso ambito organizzativo e che inoltre incide sulla missione di questa particolare tipologia d’impresa”.
Report 2020 Filiere Inclusive e Coesive
AA.VV., AICCON c/o Scuola di Economia e Management Università di Bologna, sede di Forlì, 2020