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Allearsi per competere

L’innovazione e il successo passano sempre di più dalla capacità di collaborare, anche tra startup e aziende consolidate

Collaborare per vincere (forse meglio e più facilmente). L’indicazione ha del banale, ma non è – se si guarda alla realtà dei fatti -, così scontata nella pratica. Questione di campanilismo d’impresa, forse. Risultato comunque di una sorta di gelosia delle proprie cose, di scarsa capacità di condividere e di comunicare quello che si fa; magari anche di un basso interesse verso ciò che fanno gli altri. In ogni caso, la strada della collaborazione per la crescita e lo sviluppo comuni, è ancora da percorrere da parte di molte organizzazioni della produzione. Occorre però provarci. E serve allora leggere anche “La duplice alleanza. Aziende e startup per l’innovazione” scritto da Marta Basso, ad oggi una delle voci più popolari nella generazione dei millennial sui temi del lavoro.

Il libro parte da una constatazione: da un lato crescono e si moltiplicano gli incubatori e gli acceleratori d’impresa, dall’altro i governi vogliono dare vita a nuove aree d’innovazione, dall’altro ancora le aziende già esistenti devono innovarsi e dialogare con le nuove realtà. In mezzo a tutto questo, sono giovani aspiranti imprenditori e “vecchi” uomini d’impresa, in ogni caso una forza lavoro in cerca di occupazione che deve fare i conti con l’innovazione tecnologica e i meccanismi del ricambio generazionale.

A questo punto che fare? Marta Basso indica proprio la strada della collaborazione fra startup e aziende come quella più consona allo sviluppo. Anche per il nostro Paese. Anzi, questa parrebbe essere la sfida più nascosta del tessuto economico italiano, che sta venendo a galla solo in questi anni: se non risolta, rischia di far perdere di rilevanza alla maggior parte delle aziende e alle competenze delle persone prima che il fenomeno si possa arginare. Da qui, appunto, la “ricetta” di Marta Basso. Che viene raccontata in un libro non lungo ma denso partendo dall’analisi dello stato dell’arte tra startup, aziende, persone e territori e passando poi ad una serie di casi studio italiani e di interventi di attori diversi: investitori, manager, imprenditori, responsabili di incubatori. Ciò che emerge è una fotografia in movimento di una realtà complessa e stimolante, che ha molte risorse da mettere in campo ma che deve essere ben compresa.  E che non ha solo un approccio teorico: metà del libro circa è infatti dedicata ad una metodologia di collaborazione (Seed up), frutto dell’esperienza e del connubio di altri metodi di lavoro.

Marta Basso, che è stata CEO di One Month di Adecco Group Italy nel 2017, ha scritto un libro certamente da leggere con attenzione, che non è “la bibbia” del management e forse nemmeno un testo che farà la storia delle relazioni fra imprese e startup, ma che contiene provocazioni positive e numerosi passaggi che fanno guardare diversamente un argomento complesso e in continua evoluzione. Da leggere tutto.

 

La duplice alleanza. Aziende e startup per l’innovazione
Marta Basso
Franco Angeli, 2019

L’innovazione e il successo passano sempre di più dalla capacità di collaborare, anche tra startup e aziende consolidate

Collaborare per vincere (forse meglio e più facilmente). L’indicazione ha del banale, ma non è – se si guarda alla realtà dei fatti -, così scontata nella pratica. Questione di campanilismo d’impresa, forse. Risultato comunque di una sorta di gelosia delle proprie cose, di scarsa capacità di condividere e di comunicare quello che si fa; magari anche di un basso interesse verso ciò che fanno gli altri. In ogni caso, la strada della collaborazione per la crescita e lo sviluppo comuni, è ancora da percorrere da parte di molte organizzazioni della produzione. Occorre però provarci. E serve allora leggere anche “La duplice alleanza. Aziende e startup per l’innovazione” scritto da Marta Basso, ad oggi una delle voci più popolari nella generazione dei millennial sui temi del lavoro.

Il libro parte da una constatazione: da un lato crescono e si moltiplicano gli incubatori e gli acceleratori d’impresa, dall’altro i governi vogliono dare vita a nuove aree d’innovazione, dall’altro ancora le aziende già esistenti devono innovarsi e dialogare con le nuove realtà. In mezzo a tutto questo, sono giovani aspiranti imprenditori e “vecchi” uomini d’impresa, in ogni caso una forza lavoro in cerca di occupazione che deve fare i conti con l’innovazione tecnologica e i meccanismi del ricambio generazionale.

A questo punto che fare? Marta Basso indica proprio la strada della collaborazione fra startup e aziende come quella più consona allo sviluppo. Anche per il nostro Paese. Anzi, questa parrebbe essere la sfida più nascosta del tessuto economico italiano, che sta venendo a galla solo in questi anni: se non risolta, rischia di far perdere di rilevanza alla maggior parte delle aziende e alle competenze delle persone prima che il fenomeno si possa arginare. Da qui, appunto, la “ricetta” di Marta Basso. Che viene raccontata in un libro non lungo ma denso partendo dall’analisi dello stato dell’arte tra startup, aziende, persone e territori e passando poi ad una serie di casi studio italiani e di interventi di attori diversi: investitori, manager, imprenditori, responsabili di incubatori. Ciò che emerge è una fotografia in movimento di una realtà complessa e stimolante, che ha molte risorse da mettere in campo ma che deve essere ben compresa.  E che non ha solo un approccio teorico: metà del libro circa è infatti dedicata ad una metodologia di collaborazione (Seed up), frutto dell’esperienza e del connubio di altri metodi di lavoro.

Marta Basso, che è stata CEO di One Month di Adecco Group Italy nel 2017, ha scritto un libro certamente da leggere con attenzione, che non è “la bibbia” del management e forse nemmeno un testo che farà la storia delle relazioni fra imprese e startup, ma che contiene provocazioni positive e numerosi passaggi che fanno guardare diversamente un argomento complesso e in continua evoluzione. Da leggere tutto.

 

La duplice alleanza. Aziende e startup per l’innovazione
Marta Basso
Franco Angeli, 2019

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