Apprendere, sempre
L’intreccio tra formazione, crescita personale e sviluppo lavorativo indagato in una tesi discussa da poco
Imparare da soli per essere capaci di crescere meglio. Non è questione di isolamento, ma di capacità di apprendere. Anche e, soprattutto, dopo la formazione scolastica. Questione di attenzione, di tecnica, di apertura agli altri. Questione culturale a tutto tondo. Che si fa presente ogni giorno di più anche nelle imprese. E’ attorno a questi temi che ha lavorato Giuseppina Cuccurullo con il suo lavoro di tesi “Agile Self. Learning in azienda Pratiche di formazione e sviluppo per promuovere l’autosviluppo in azienda” discusso nell’ambito del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”, Corso di laurea magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane dell’Università Milano-Bicocca.
L’indagine parte dalla constatazione che “in un mercato liquido e in continua evoluzione, l’individuo si trova a dover diventare padrone (owner) del proprio processo di apprendimento ‘da fuori a dentro l’azienda’ (non più solo durante il lavoro principale)”. L’individuo è quindi non solamente un learning worker – cioè un lavoratore che apprende -, ma un Agile Self–Learner e quindi una persona “in grado di definire i propri bisogni di sviluppo ed individuare come soddisfarli in un panorama sempre più ricco di stimoli e realtà che nascono per offrire servizi ad hoc”. Situazione favorevole alla crescita personale e sociale, che, tuttavia, va non solo compresa con attenzione ma gestita con accortezza.
Cuccurullo affronta quindi il tema prima dal punto di vista teorico – raccogliendo i fondamenti dell’Agile Self–Learner e della formazione nelle organizzazioni -, e poi da quello pratico affrontando tre situazioni reali: quelle di Sisal, Heineken, Docebo. L’obiettivo dell’autrice, infatti, è quello di “raccontare come le organizzazioni si stanno muovendo in ambito formativo per stimolare l’autoapprendimento, con il fine ultimo di rispondere ad un bisogno di sopravvivenza e di innovazione continua”.
Da tutto questo deriva la constatazione che i processi di apprendimento personale costituiscono ormai elementi imprescindibili non solo per la crescita dell’individuo, ma anche per il rafforzamento delle organizzazioni della produzione. Scrive Giuseppina Cuccurullo nelle conclusioni del suo lavoro: “L’agilità, e quindi la velocità nel raccogliere informazioni e manipolarle per rispondere tempestivamente a bisogni di sopravvivenza, diventa una caratteristica chiave nel panorama dell’apprendimento”; ma la stessa poi sottolinea “quanto sia sottile il confine tra quello che le persone apprendono fuori dall’azienda e riutilizzano sul lavoro e quello che apprendono attraverso il piano di sviluppo definito con il manager. Questo confine, al momento non definito, nel lungo termine potrebbe portare a nuove regole del contratto psicologico, che definiscano quanto sia nel diritto dell’azienda l’utilizzo del know-how individuale appreso al di fuori del tempo organizzativo e senza il supporto dell’azienda, e quanto l’azienda abbia il dovere di creare uno spazio temporale in cui la persona abbia il diritto di gestire il proprio apprendimento responsabile e consapevole dell’utilizzo che ne farà ai fini di obiettivi organizzativi”.
E’ allora ipotizzabile che proprio sui processi e sulle regole di apprendimento a tutto campo, si possa fondare anche una nuova cultura d’impresa.
Giuseppina Cuccurullo
Tesi, Universitá degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”, Corso di laurea magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, 2019
L’intreccio tra formazione, crescita personale e sviluppo lavorativo indagato in una tesi discussa da poco
Imparare da soli per essere capaci di crescere meglio. Non è questione di isolamento, ma di capacità di apprendere. Anche e, soprattutto, dopo la formazione scolastica. Questione di attenzione, di tecnica, di apertura agli altri. Questione culturale a tutto tondo. Che si fa presente ogni giorno di più anche nelle imprese. E’ attorno a questi temi che ha lavorato Giuseppina Cuccurullo con il suo lavoro di tesi “Agile Self. Learning in azienda Pratiche di formazione e sviluppo per promuovere l’autosviluppo in azienda” discusso nell’ambito del Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”, Corso di laurea magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane dell’Università Milano-Bicocca.
L’indagine parte dalla constatazione che “in un mercato liquido e in continua evoluzione, l’individuo si trova a dover diventare padrone (owner) del proprio processo di apprendimento ‘da fuori a dentro l’azienda’ (non più solo durante il lavoro principale)”. L’individuo è quindi non solamente un learning worker – cioè un lavoratore che apprende -, ma un Agile Self–Learner e quindi una persona “in grado di definire i propri bisogni di sviluppo ed individuare come soddisfarli in un panorama sempre più ricco di stimoli e realtà che nascono per offrire servizi ad hoc”. Situazione favorevole alla crescita personale e sociale, che, tuttavia, va non solo compresa con attenzione ma gestita con accortezza.
Cuccurullo affronta quindi il tema prima dal punto di vista teorico – raccogliendo i fondamenti dell’Agile Self–Learner e della formazione nelle organizzazioni -, e poi da quello pratico affrontando tre situazioni reali: quelle di Sisal, Heineken, Docebo. L’obiettivo dell’autrice, infatti, è quello di “raccontare come le organizzazioni si stanno muovendo in ambito formativo per stimolare l’autoapprendimento, con il fine ultimo di rispondere ad un bisogno di sopravvivenza e di innovazione continua”.
Da tutto questo deriva la constatazione che i processi di apprendimento personale costituiscono ormai elementi imprescindibili non solo per la crescita dell’individuo, ma anche per il rafforzamento delle organizzazioni della produzione. Scrive Giuseppina Cuccurullo nelle conclusioni del suo lavoro: “L’agilità, e quindi la velocità nel raccogliere informazioni e manipolarle per rispondere tempestivamente a bisogni di sopravvivenza, diventa una caratteristica chiave nel panorama dell’apprendimento”; ma la stessa poi sottolinea “quanto sia sottile il confine tra quello che le persone apprendono fuori dall’azienda e riutilizzano sul lavoro e quello che apprendono attraverso il piano di sviluppo definito con il manager. Questo confine, al momento non definito, nel lungo termine potrebbe portare a nuove regole del contratto psicologico, che definiscano quanto sia nel diritto dell’azienda l’utilizzo del know-how individuale appreso al di fuori del tempo organizzativo e senza il supporto dell’azienda, e quanto l’azienda abbia il dovere di creare uno spazio temporale in cui la persona abbia il diritto di gestire il proprio apprendimento responsabile e consapevole dell’utilizzo che ne farà ai fini di obiettivi organizzativi”.
E’ allora ipotizzabile che proprio sui processi e sulle regole di apprendimento a tutto campo, si possa fondare anche una nuova cultura d’impresa.
Giuseppina Cuccurullo
Tesi, Universitá degli Studi di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”, Corso di laurea magistrale in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, 2019