Aprirsi agli altri per crescere, anche nelle imprese
L’impresa che vuole crescere si deve aprire al mondo. Principio ormai accettato, questo tuttavia porta con se’ una notevole dose di problemi non solo gestionali ma anche culturali. Avere a che fare con società, ambienti umani, culture differenti dalla propria, può dare vita a problemi tanto inaspettati quanto importanti, tali da creare veri “traumi” nell’impresa.
Tema complesso, quello degli shock culturali nelle imprese, che va compreso con attenzione, capito fino in fondo. La ricerca di Mingli Wang (Professore associato nel English Department, North-East Petroleum University, di Daqing in Cina), è una lettura utile da questo punto di vista. “Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication” parte da una constatazione: comunicare con successo con persone di diverse culture può essere una vera sfida. Anzi, le differenze culturali possono portare a tensioni, contrapposizioni e persino guerre fra popoli e nazioni. Senza pretendere di arrivare ad analizzare le cause dei grandi sommovimenti storici e attuali, Wang quindi esamina quali siano i temi che si confrontano nel momento in cui culture sociali e d’impresa diverse si incontrano arrivando appunto a parlare di “shock culturali da superare”. Facendo ricorso alle categorie di analisi proprie dell’antropologia e di altre scienze sociali, Wang individua diverse “cause di shock” accompagnate da sintomi inequivocabili come la confusione dei ruoli in azienda, l’originarsi di stati d’ansia nei confronti dell’altro, la creazione di processi di espulsione dall’organizzazione di alcuni componenti, la non comprensione delle differenti interpretazioni della realtà da parte di alcune parti dell’organizzazione stessa.
L’autore quindi individua alcuni percorsi culturali per porre rimedio agli shock culturali d’impresa. Percorsi, non ricette da prendere a scatola chiusa, visto che si parla non di meccanismi matematici ma di uomini e donne che hanno a che fare con altri uomini e donne. Per Wang, per esempio, la base di partenza più utile per affrontare culture sociali e d’impresa diverse, è lo sforzarsi di avere “menti culturalmente aperte”, ma anche cercare di essere flessibili e adattabili così come coltivare un “atteggiamento non giudicante” nei confronti degli altri e delle situazioni differenti dalle proprie. Più in generale, Wang punta tutto sulla capacità di sviluppare un’empatia fra persone e quindi organizzazioni che,a ben vedere, è alla base di ogni buon rapporto sociale.
Quanto scritto in “Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication”, può sembrare eccessivamente semplice oppure teorico, ma la ricerca indica un metodo, spesso difficile da mettere in pratica perché incide nel profondo delle persone che costituiscono le organizzazioni.
Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication
Mingli Wang
Cross-Cultural Communication Vol. 11, No. 8, 2015, pp. 71-74
L’impresa che vuole crescere si deve aprire al mondo. Principio ormai accettato, questo tuttavia porta con se’ una notevole dose di problemi non solo gestionali ma anche culturali. Avere a che fare con società, ambienti umani, culture differenti dalla propria, può dare vita a problemi tanto inaspettati quanto importanti, tali da creare veri “traumi” nell’impresa.
Tema complesso, quello degli shock culturali nelle imprese, che va compreso con attenzione, capito fino in fondo. La ricerca di Mingli Wang (Professore associato nel English Department, North-East Petroleum University, di Daqing in Cina), è una lettura utile da questo punto di vista. “Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication” parte da una constatazione: comunicare con successo con persone di diverse culture può essere una vera sfida. Anzi, le differenze culturali possono portare a tensioni, contrapposizioni e persino guerre fra popoli e nazioni. Senza pretendere di arrivare ad analizzare le cause dei grandi sommovimenti storici e attuali, Wang quindi esamina quali siano i temi che si confrontano nel momento in cui culture sociali e d’impresa diverse si incontrano arrivando appunto a parlare di “shock culturali da superare”. Facendo ricorso alle categorie di analisi proprie dell’antropologia e di altre scienze sociali, Wang individua diverse “cause di shock” accompagnate da sintomi inequivocabili come la confusione dei ruoli in azienda, l’originarsi di stati d’ansia nei confronti dell’altro, la creazione di processi di espulsione dall’organizzazione di alcuni componenti, la non comprensione delle differenti interpretazioni della realtà da parte di alcune parti dell’organizzazione stessa.
L’autore quindi individua alcuni percorsi culturali per porre rimedio agli shock culturali d’impresa. Percorsi, non ricette da prendere a scatola chiusa, visto che si parla non di meccanismi matematici ma di uomini e donne che hanno a che fare con altri uomini e donne. Per Wang, per esempio, la base di partenza più utile per affrontare culture sociali e d’impresa diverse, è lo sforzarsi di avere “menti culturalmente aperte”, ma anche cercare di essere flessibili e adattabili così come coltivare un “atteggiamento non giudicante” nei confronti degli altri e delle situazioni differenti dalle proprie. Più in generale, Wang punta tutto sulla capacità di sviluppare un’empatia fra persone e quindi organizzazioni che,a ben vedere, è alla base di ogni buon rapporto sociale.
Quanto scritto in “Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication”, può sembrare eccessivamente semplice oppure teorico, ma la ricerca indica un metodo, spesso difficile da mettere in pratica perché incide nel profondo delle persone che costituiscono le organizzazioni.
Culture Shock-One of Common problems in Intercultural Communication
Mingli Wang
Cross-Cultural Communication Vol. 11, No. 8, 2015, pp. 71-74